Sono anni ormai che ci raccontano che la crisi globale sia tratta di natura finanziaria ma in realtà è il risultato della globalizzazione. E purtroppo la crisi attuale è solo una delle prime avvisaglie.

Quando nell’estate 2005 la maggior parte degli analisti prevedeva nuovi incredibili vette per i mercati azionari, erano invece evidenti le crepe del sistema capitalistico-finanziario globale.

L' analisi finanziaria partendo da considerazioni macro-economiche elementari evidenziava come l’occidente rischiasse con l’ingresso della Cina nel Wto la perdita del benessere dei suoi consumatori con l’esplodere progressivo di tutte le contraddizioni di un capitalismo finanziario sempre più rapace.

 
La bolla immobiliare e la crisi dei subprime sono solo un sintomo dello squarcio che si aprì e che ancora non solo non è stato sanato ma ha portato ad una crisi economica senza precedenti nella storia dell'umanità. Milioni di consumatori si trovano a non avere più sufficiente potere d’acquisto e la contrazione economica rischia ora di diventare depressione.

Nessuna salvezza? In questi anni si è pensato solo a salvare le banche e gli istituti finanziari in crisi, provvedendo con opportuni strumenti di prevenzione a livello comunitario ad evitare situazioni entropiche future. 
Occorrerebbe salvare, più che le banche, i loro clienti, supportando con interventi economici le famiglie italiane bisognose. E poi tornare all’autarchia, alzando in tutto l’Occidente le barriere protezionistiche. Non ci sono vie d’uscita e si rischia di fare la fine dell’Argentina, nel caso non l'avessimo già fatta.

Leggendo i vari messaggi degli imprenditori italiani ci si trova di fronte uno scenario sconcertante.
Viene in evidenza il male del vivere quotidiano in questa situazione economica.
Alcuni danno colpa alle banche, altri allo stato che non paga ,altri alla burocrazia, alle tasse e così via.
Secondo la mia modesta opinione la vera causa di tutti i mali è stata la globalizzazione. 

L'inizio della fine dell'economia Italiana è cominciata quando nel nostro paese sono state importate merci dalla Cina a costi tanto bassi da distruggere qualunque sana concorrenza.E' incominciato così un processo irreversibile che ha portato alla situazione attuale che non ha alcuna via di uscita.
Finchè il costo del lavoro in Cina, India e altri stati al mondo sarà molto più basso che da noi il lavoro scapperà dall'Italia e diventeremo sempre e irrimediabimente più poveri.Non bisogna essere Professori o Economisti di alto livello per capire che solo ritornando a un mercato che protegga il prodotto italiano si potrà mantenere il lavoro in Italia.L'alternativa è il fallimento dell'intero sistema economico Italiano.

Non bisogna essere un illuminato politico al governo per capire che questa situazione non può reggere fino a quando per le importazioni dalla Cina si fa pagare una imposta del 2,5% e noi paghiamo per esportare in Cina una imposta del 12,5%......

Ma è possibile che nemmeno davanti all'evidenza dei fatti i nostri politici siano così ciechi dal non capire che il rimedio è sotto gli occhi di tutti?
Tassare il prodotto di importazione e scoraggiare la delocalizzazione delle imprese.
Perchè vogliamo solo avvantaggiare le multinazionali quando ormai un intero popolo soffre di questa situazione?La strada di inasprire le tasse e i controlli con uno stato di polizia sta creando le condizioni di una rivolta sociale senza precedenti.
Meditiamo su questo e cerchiamo di mettere riparo finchè siamo ancora in tempo perchè lo stato di sopportazione e di malessere che si legge nei messaggi è veramente al limite.

Proteggiamo i prodotti Italiani e allontaniamo così lo spettro di una rivoluzione sociale nata dalla mancanza di lavoro.

Ma prima di tutto c'è bisogno di eleggere una classe dirigente degna di tale nome e che sappia intervenire sulle giuste leve economiche e finanziarie per far fronte a questa situazione che definire di emergenza risulta purtroppo essere un mero eufemismo.