Il Giappone è ancora oggi, l’unico Paese del mondo ad essere stato vittima della bomba atomica. Da quel giorno in cui i demoni furono sganciati sulle città di Hiroshima e Nagasaki, nell’agosto del 1945, il Paese continua a soffrirne le conseguenze in silenzio. Un dottore ultranovantenne, un hibakusha [che in giapponese significa un ‘sopravvissuto alla bomba’], continua a urlare al mondo i pericoli e la barbarie della bomba atomica. Il suo nome è Shuntaro Hida.
Il primo agosto 1944, un anno prima del bombardamento, il Dottor Hida fu assegnato all’ospedale militare di Hiroshima come medico. Ha assistito all’impatto della bomba a meno di sei chilometri dall’epicentro, e da allora ha visto tutto quello che un medico specializzato nel trattamento delle vittime della bomba può vedere con i suoi occhi. Il Dott. Hida conosce bene gli effetti della bomba—non solo dalla prospettiva di chi era lì, ma anche dalla prospettiva di un medico militare specializzato. Non vi sorprenderà dunque che nel tempo quasi 6.000 pazienti affetti da disturbi legati alle radiazioni si siano rivolti a lui per una consulenza.
Cosa è successo allora quel giorno a Hiroshima? VICE ha parlato con il Dott. Hida, che di quell’esperienza ricorda ogni dettaglio.
VICE: Come riuscì a sfuggire all’impatto diretto della bomba, anche se si trovava a Hiroshima?
Dr. Hida: La notte prima del 6 agosto stavo dormendo sul mio futon, quando qualcuno all’improvviso mi svegliò. Era un vecchio che veniva dal villaggio di Hesaka, a qualche miglio da Hiroshima. La sua nipotina aveva una disfunzione della valvola cardiaca e spesso aveva degli attacchi, per cui mi recavo regolarmente al villaggio a darle un’occhiata. Quella notte ne aveva avuto un altro, allora montai sulla bici del vecchio, e mi feci portare sul posto. Mi allontanai da Hiroshima giusto in tempo per sfuggire all’impatto diretto. Sono stato esposto alle radiazioni, ma da una distanza di circa cinque chilometri e mezzo dall’epicentro.
Ma lei vide il momento in cui la bomba colpì la città?
Sì. Credo di essere tra i pochi che lo videro con i propri occhi e poi ebbero la possibilità di scrivere la propria esperienza, perché la maggior parte degli abitanti di Hiroshima è rimasta uccisa nell’istante stesso in cui ha visto quel fulmine di luce accecante. Ti spiego come andò. Passai la notte in casa del vecchio a tenere d’occhio la bambina. La mattina dopo decisi di darle un sedativo prima di andare via, perché se si svegliava piangendo rischiava di avere un altro attacco. Presi una piccola siringa dalla tasca, e la sollevai davanti a me, premendo in modo da far uscire un po’ di liquido. In quel momento vidi un aereo che sorvolava Hiroshima, proprio di fronte a me.
Doveva essere Enola Gay. Ci racconti quello che vide quando la bomba colpì Hiroshima.
La prima cosa che vidi fu la luce. Era così intensa che sono rimasto accecato per un attimo. In quello stesso momento sono stato travolto da un calore molto forte. La bomba aveva rilasciato un’onda termica di 4.000 gradi nel momento in cui aveva colpito il suolo. Io entrai nel panico, mi coprii gli occhi, e rimasi accucciato per terra. Non si sentiva nulla, lo stormire degli alberi si era fermato. Sentii qualcosa muoversi, allora guardai prudentemente fuori dalla finestra, nella direzione da cui era venuta la luce. Il cielo era azzurro, e non c’erano nuvole, ma c’era un anello rosso di fuoco su nel cielo, sopra la città! Nel mezzo dell’anello c’era una grossa palla bianca che continuava a crescere come la nuvola di una tempesta—era perfettamente rotonda. Diventava sempre più grande, finché non raggiunse l’anello, e allora esplose tutto, formando un’unica grande palla di fuoco. Era come vedere nascere un nuovo sole. Da piccolo avevo visto l’eruzione del vulcano Asama da vicino, ma questo era molto più forte. Le nuvole erano bianche, ma brillavano come arcobaleni mentre si sollevavano nel cielo. Era davvero bello. Lo chiamano ‘fungo atomico’, ma in realtà è come una colonna di fuoco: la parte inferiore della colonna è in fiamme e la parte superiore è la palla di fuoco, che si tramuta in una nuvola mentre continua a salire nel cielo. Poi, da sotto la colonna di fuoco, cominciarono a diffondersi orizzontalmente delle nuvole nere come pece, fin sopra le montagne che circondavano Hiroshima. Erano nuvole di sabbia e polvere che venivano spinte su dalla pressione generata dall’impatto. Venivano verso di noi come una marea. Noi eravamo su una collina, accanto a noi c’era una rupe, ma la nuvola di polvere ci fu subito sopra. Prima che me ne rendessi conto la casa del vecchio fu inghiottita e schiacciata dall’onda. Fortunatamente il tetto di paglia fece da cuscino, e salvò me e la bambina. Allora mi resi conto che era successo qualcosa di terribile, e corsi all’ospedale di Hiroshima con la bicicletta del vecchio.
Il Dottor Hida nel 1942.
Quale fu il primo caso di vittima della bomba atomica che vide?
Incontrai la prima vittima a metà strada. Questa cosa nera venne fuori da dietro un angolo di strada, barcollando maldestramente. Non avevo idea di cosa fosse. Ho rallentato e mi sono avvicinato lentamente, e gradualmente mi sono accorto che era una persona. Cercai di guardarlo in faccia, ma non ce l’aveva. C’erano solo delle grosse palle al posto degli occhi, un buco aperto in corrispondenza del naso, e le labbra erano così gonfie che occupavano metà della faccia. Era una cosa mostruosa. E aveva questa cosa nera che sembrava una manica strappata, e così all’inizio pensai che indossasse degli stracci. Mi chiedevo come tutto questo fosse possibile, quando l’uomo cominciò a venire verso di me. La mia prima reazione fu di arretrare. Ma quella cosa inciampò sulla mia bici e cadde a terra. Essendo un dottore, mi precipitai verso di lui e cercai di sentirgli il polso. Ma tutta la pelle del braccio si era staccata, non sapevo da dove prenderlo. Mi accorsi che la persona non aveva addosso degli stracci, ma era completamente nuda. Quelli che avevo creduto stracci non erano altro che la pelle viva che si era staccata dal corpo e penzolava ancora. Anche la pelle della schiena era bruciata e si staccava, e c’erano decine di piccole schegge di vetro che la punteggiavano. Diede un paio di sussulti, e poi giacque del tutto immobile. Era morto.
È un’immagine davvero scioccante. Si imbattè in altre scene traumatiche?
Sì. In qualche modo riuscii a raggiungere l’ospedale ma c’era un grosso incendio, e non potei ad entrare. Mi misi a pensare al da farsi, e infine decisi che, visto che ero un dottore, e che ero ancora vivo, la cosa migliore da fare era tornare al villaggio. Hesaka era il villaggio più vicino a Hiroshima, per cui tutti gli sfollati sarebbero stati portati lì, e magari sarei riuscito a medicare qualcuno. Ci misi altre tre ore pedalando lungo il fiume, ma alla fine arrivai alla scuola elementare del villaggio. Diedi un’occhiata al cortile. Era pieno di corpi carbonizzati al suolo, come se qualcuno li avesse sparsi. Ci saranno state mille persone. Alla scuola trovai altri tre dottori dell’esercito, e ci mettemmo a pensare a un piano di azione. Ma le vittime erano tutte ustionate in maniera gravissima, e in condizioni critiche. Non c’era molto da fare. Quello che facemmo quella notte fu solo separare i morti dai vivi che giacevano al suolo, e cominciare a portare via i corpi. Mentre mi davo da fare, tutti gli hibakusha mi fissavano. Facevo del mio meglio per evitare di guardarli negli occhi. Ma poi incrociai lo sguardo di un uomo, e mi sentii obbligato ad andare a sentire come stava. Mentre mi avvicinavo lui mi fissava con gli occhi sgranati, uno sguardo orrendo. Le persone che stavano morendo lì non avevano neanche un’idea di cosa fosse successo, e per questo tutti avevano occhi come quelli degli animali. Hai mai visto gli occhi di un maiale quando viene sgozzato? Spaventoso, no? Questa persona mi guardava in quel modo. Me li sogno ancora oggi quegli occhi. Ogni anno, verso il 6 agosto, sogno quegli occhi, tutte le notti. Non voglio vederli mai più, ma loro continuano a comparire. Tanta è stata l’impressione che mi hanno fatto.
Quando ha cominciato a occuparsi degli hibakusha sopravvisuti?
Il terzo giorno dopo la bomba cominciammo ad occuparci di quelli che sembravano avere una possibilità di sopravvivere. Fu lì che scoprimmo gli effetti delle radiazioni. Per prima cosa, alle vittime viene la febbre, più di 40. Era così alta che i termometri si rompevano. Poi, avvicinandoci ai loro volti, notammo che avevano un alito spaventosamente fetido. Era impossibile avvicinarsi. Credo che in termini medici quell’odore sia una combinazione della necrosi e della decomposizione. Se gli esaminavamo la bocca, vedevamo che era completamente nera. I globuli bianchi nei loro corpi erano stati neutralizzati, e per questo i batteri nelle bocche si erano moltiplicati velocemente. E visto che non c’era nulla che le proteggesse, cominciavano a marcire molto prima che in normali casi di infezione, o di formazione di pus. Sentivamo l’odore, un odore che solo quelli che hanno visto le conseguenze della bomba conoscono. Poi cominciammo a riscontrare delle pustole viola sulla pelle non ustionata. In termini medici questo fenomeno si definisce ‘purpura’ e si forma di solito prima che un paziente affetto da una malattia come la leucemia muoia. I pazienti perdevano tutti i capelli, come se gli avessero spazzato la testa con una scopa. Le radiazioni di solito colpiscono le cellule sane, per cui le radici dei capelli sono le prime a morire. I sintomi terminali sono il vomito di sangue, e altre emorragie dagli occhi, dal naso, dall’ano, dai genitali. Le vittime resistono poche ore prima di morire. All’epoca eravamo tutti terrorizzati, perché nessuno sapeva cosa poteva aver causato tutto questo.
Ha detto che anche lei fu esposto alle radiazioni. Ne ha avvertito i sintomi in seguito?
Il sintomo più forte che ho sperimentato è stato un precoce invecchiamento delle ossa. La mia colonna vertebrale è in condizioni penose. Ho avuto problemi alla parte bassa della schiena dopo essere stato esposto alle radiazioni, e ho dovuto subire numerosi interventi chirurgici. Nei momenti peggiori mi sono ritrovato a strisciare a terra per il dolore. Comunque, l’invecchiamento sembra essersi fermato quando ho compiuto 80 anni, e ho cominciato una terapia basata sul camminare su e giù nell’acqua di una piscina. Nell’ultima Giornata della Memoria della Bomba Atomica ho passeggiato per Hiroshima e Nagasaki con il mio bastone. La paura più grossa per tutti gli hibakusha è quella, un giorno o l’altro, di sviluppare il cancro. Non possiamo pianificare le vite come gli altri. Quando ci iscriviamo all’università, quando ci sposiamo, quando abbiamo figli, dobbiamo sempre fare i conti con questa paura. Ci hanno derubato dei nostri diritti di esseri umani. Non è stato violato solo il nostro diritto a vivere come esseri umani, siamo anche stati costretti a vivere con la consapevolezza che un giorno avremmo sviluppato una malattia come risultato diretto dell’esposizione alla bomba. Ma non sappiamo esattamente quando succederà, e fino ad allora vivremo nella paura. Anche se facessimo causa al nostro Paese e ricevessimo dei soldi, non cambierebbe nulla. Qualsiasi somma di denaro non potra mai darmi indietro tutti questi anni di sofferenze.
Un vecchio dottore giapponese scampato alla bomba atomica
Dopo refrendum Grecia: è ora di costruire la nazione Europa!
Grande è la confusione sotto al cielo, la crisi mette in ginocchio sicurezze e valori della società occidentale, ma nessuno se la sente di criticare il capitalismo nel suo complesso. Noi pensiamo che la soluzione per questo XXI secolo sia, ancora una volta, il comunismo. Cerchiamo di spiegarvi il perchè…
Ci troviamo in “democrazia”, ci raccontano, così come ci raccontano che ci troviamo nel migliore dei sistemi politici ed economici possibili. Ce lo raccontano, a ben guardare, per ovvi motivi. Sono costretti a farlo perchè fin quando un sistema riesce a produrre ricchezza e crescita, è sempre facile lasciare le briciole alla massa dei cittadini in modo da tenerli buoni, convincendoli che alla fine, dopotutto, il sistema non è così male. E’ quanto successo al capitalismo nel XX secolo, un sistema che è stato colpito al cuore dalle contraddizioni delle guerre mondiali, del colonialismo, dello sfruttamento, dal fascismo, ma che ha saputo trovare in alcuni elementi del socialismo lo sprone a rinnovarsi, innervandoli dentro di sè. Lo stato sociale, lo stesso concetto di Welfare, è un concetto completamente assente nel capitalismo tout court, il cui unico obiettivo è appunto il profitto, fine a se stesso, che assurge a unico criterio per giudicare la realtà. Il capitalismo, quel capitalismo, non funzionava, per questo motivo l’ideologia comunista è fiorita sulle sue stesse contraddizioni, indicando con nettezza la prospettiva della costruzione di una società realmente alternativa, che ponesse al centro non più il profitto, bensì il superamento della sfruttamento e la costruzione di una società giusta ed equa.Così, per vincere la sua sfida, il capitalismo mondiale si è riformato, ha capito che senza le briciole, la stragrande maggioranza dei cittadini avrebbe voltato le spalle a quel sistema iniquo, e per questo ha saputo redistribuire un minimo i profitti, facendo credere che la crescita sarebbe stata eterna. Grazie a questo inganno le masse hanno progressivamente voltato le spalle al comunismo, meglio avere qualcosa oggi e domani che lavorare per un qualcosa che potrebbe non esserci mai. La dissoluzione del socialismo reale ha fatto il resto, rompendo ogni argine, anche culturale, al dispiegamento ideologico del capitalismo come totalitarismo. I totalitarismi infatti hanno una peculiarità che li contraddistingue, pensano tutti di aver diritto a essere “eterni” e non ammettono critiche, tenendo a soffocarle o a disinnescarle sul nascere. Il marxismo rappresenta la critica più coerente, matura, e completa al capitalismo, ecco il motivo per cui il “comunismo” è stato bandito dai salotti universitari dell’Occidente post Guerra Fredda, relegato a teorie estremistiche e residuali di un pugno di intellettuali scollegati dalla realtà. Noi pensiamo che a essere scollegati dalla realtà siano, al contrario, i fanatici del libero mercato, i totalitaristi del capitalismo, persone che hanno imposto e fatto passare il concetto della “fine della storia” e dell’inevitabilità del sistema capitalistico.
Questi personaggi, a ben guardare, controllano i gangli pulsanti della società, controllano i nodi produttivi, la comunicazione mediatica, controllano in sostanza il funzionamento della vita civile. Per quale motivo dovrebbero, di fronte allo sgretolamento del loro impero, permettere che l’unica critica concreta e costruttiva del capitalismo, il comunismo appunto, possa trovare nuovamente credito? I comunisti propugnano un sistema che andrebbe contro gli interessi di costoro per venire incontro agli interessi dei più, di quelli che hanno ricevuto le briciole per tanti decenni e che oggi non ne ricevono più. I comunisti strapperebbero il controllo dell’economia dalle mani di pochi privati per socializzarlo alle masse, o comunque per iniziare un processo che metta la pianificazione per l’interesse generale al primo posto. I comunisti inizierebbero, nella pratica, a redistribuire le ricchezze che oggi in tutti i paesi occidentali sono concentrate in pochissime mani, le stesse mani che ricattano il potere centrale minacciando, in caso di tasse troppo alte, di spostare all’estero gli apparati produttivi. Il comunismo oggi imporrebbe di porre al centro la diffusione della cultura come migliore antidoto alla miseria morale e alle scorie di odio, razzismo e invidia sociale create dal capitalismo. Il comunismo oggi, porrebbe al centro del tavolo politico la questione della sovranità nazionale, una questione già archiviata dal capitalismo che vuole la socializzazione delle perdite e la privatizzazione dei profitti, e soprattutto che pone la sovranità dei singoli paesi sotto la legge del profitto, capace questa di scavalcare la volontà popolare dei singoli paesi, mistificando Parlamenti e umiliando popoli.
E in tutto questo i comunisti sono gli unici che vengono osteggiati sia dalla cosiddetta”sinistra” sia dalla destra, e anche in questo caso è facile comprendere il perchè. La “sinistra” ormai dopo la caduta del socialismo reale e l’assalto ai valori del comunismo e del marxismo, non è piu tale. Non persegue più infatti la costruzione di un sistema alternativo, il socialismo appunto, ma si è arresa a provare a gestire e operare in un sistema creato dai suoi avversari politici. Il capitalismo però non è riformabile,e Marx ha spiegato il perchè in un modo talmente efficace e netto da fugare ogni dubbio. Il capitalismo contiene in sè stesso le contraddizioni sistemiche che non possono che portare alle storture che oggi tutti quanti tocchiamo con mano, e viceversa il comunismo non contiene in sè le criticità che sono state prese a pretesto dai suoi detrattori nel corso del XX secolo per bocciarne in toto l’esperienza. La cosiddetta “sinistra” mondiale ha pensato bene invece di gettare alle ortiche l’esperienza del comunismo per potersi riciclare dopo il fallimento del socialismo reale, svelando in questo modo la propria vera natura .
Sorpresa dalla Svizzera: la Banca centrale sgancia il franco da quota 1,2 sull'euro
Mossa a sorpresa della Banca centrale svizzera (Bns), che ha abolito il tasso di cambio minimo di 1,20 franchi per 1 euro e parallelamente ha abbassato di 0,5 punti il tasso d'interesse di riferimento portandolo a -0,75%. Una manovra inaspettata anche per il Fondo monetario internazionale tanto che Christine lagarde, numero uno dell'istituto di Washington si è riservata di commentare in futuro la decisione della Bns.
Tre anni fa, quando la divisa elvetica era fortemente sopravvalutata, la Banca svizzera aveva annunciato l'introduzione di una misura di grande impatto: fissare un limite alla forza della sua valuta, oltre la quale non sarebbe stato tollerabile andare, individuando in 1,2 verso la divisa unica europea il rapporto di cambio. L'aver rimosso ora quel tetto, o meglio quella soglia difensiva, ha provocato grandi scossoni sul mercato valutario, con la conseguenza di trascinare al ribasso anche la Borsa di Zurigo.
La stessa Banca centrale, nel comunicato odierno, ha ricordato che quella era stata "una misura eccezionale in un periodo di grande sopravvalutazione della divisa elvetica e di grande incertezza sui mercati". Ora però il forte indebolimento dell'euro rispetto al dollaro ha causato un deprezzamento del franco nei confronti della moneta Usa. Nel frattempo, "l'economia" svizzera "è stata in grado di avvantaggiarsi di questa fase e regolarsi sulla nuova situazione". Lo stesso governatore, Thomas Jorda, ha spiegato: "Abbiamo deciso che non aveva più senso portare avanti la politica del tetto con l'euro, che non era più sostenibile e che avrebbe potuto essere portata avanti solo con continui interventi sui mercati".
Perché la soppressione del tetto non comportasse un "inopportuno irrigidimento delle condizioni monetarie", la Banca - spiega ancora la nota - "ha abbassato i tassi di interesse in modo significativo". Una decisione che però i trader paiono non aver preso in considerazione, visto che il franco ha continuato ad apprezzarsi.
Nel grafico di Bloomberg, lo scossone sul cambio euro/franco all'annuncio della Banca centrale svizzera: dalla stabilità a quota 1,2 - quella difesa dall'istituto elvetico - si vede il tracollo repentino della moneta unica (che significa, di contro, rafforzamento del franco) e la successiva volatilità
Come accennato, nelle sale operative la novità è stata accolta con grande agitazione. Si è generato un "movimento epocale, che ha cancellato in pochi minuti i tentativi della Banca centrale di tenere il cambio sopra quota 1,20, con un floor artificiale, dopo che il mercato aveva portato i due cambi nel 2011 vicino alla parità", spiega a caldo Carlo Alberto De Casa, senior analyst di ActivTrades. "Sotto quota 1,20 erano posizionati numerosissimi stop loss", cioè ordini automatici che fanno vendere il titolo o la valuta nel momento in cui raggiunge valori troppo bassi, "che hanno determinato il crollo delle quotazioni, fino a dei valori esasperati in area 0,85-0,86". Sul mercato si è generata una "reazione di pancia" e quando "ci si è resi conto di essere scesi troppo, sono tornati gli acquisti che hanno riportato il rapporto di cambio sopra la parità verso l'area 1,03-1,05". Alla fine della giornata di scambi in Europa, l'euro è a quota 1,04 sul franco.
Oscillazioni così ampie come quella odierna (il cambio tra dollaro e franco è passato da 1,022 a 0,74), evidenzia Riccardo Ambrosetti, presidente di Ambrosetti Asset Management, sono molto rare. Ora "è ipotizzabile con una significativa probabilità di successo che la zona intorno a quota 0,7 del cambio dollaro franco rappresenterà il pavimento almeno per il 2015 con corrispettivo soffitto a quota 1,02".
Per De Casa, si tratta di una mossa "rischiosa" da parte della Svizzera, anche in considerazione degli studi che legano alla variazione di "una figura, cioè il passaggio da 1,2 a 1,19 nel cambio, a una perdita di 4mila posti di lavoro", in ragione della minor competitivtà dell'export elvetico in presenza di una moneta rafforzata. Se ciò fosse confermato, la mossa odierna potrebbe voler dire 60 o 80mila posti in meno, considerando la sola variabile valutaria. Per Claudia Segre, segretario generale di Assiom Forex, la Banca centrale elvetica ha però ragionato "cercando di limitare le spese per difendere il cambio fisso a 1,2", che richiedeva l'assorbimento di numerose riserve in valuta estera, soprattutto dollari, "e contando sul fatto che il Paese si trova in una fase di piena occupazione". Certo, in futuro il franco forte potrà rappresentare un problema: "Senza più il segreto bancario e con l'export penalizzato, dovranno dare risposta a nuovi interrogativi".
Vincenzo Longo, dall'ufficio studi di Ig Markets, nota che in pochi si aspettavano così presto questa decisione. "C'erano diverse voci sulla possibilità di scendere a un supporto di 1,15, ma nessuno si aspettava una mossa del genere", aggiunge Segre. Possibile allora che la Bns abbia deciso di giocare d'anticipo, sapendo che il possibile annuncio da parte della Bce su un quantitative easing, nel board del 22 gennaio, avrebbe potuto generare "un fallimento nella difesa del cambio", aggiungono ancora dal Ig.
Questa mossa, letta allora in filigrana rispetto alle aspettative per gli annunci di Draghi, rappresenta un "ulteriore tassello a supporto di un Qe", spiega di nuovo Segre. Pur essendo fuori dall'euro, è anch'essa una risposta alle pressioni per combattere la deflazione.
Quanto alle ripercussioni per gli investitori, ottime nuove per chi ha in portafoglio asset in franchi svizzeri o conti al riparo delle Alpi, visto il rafforzamento della divisa elvetica. Un 'gioco' che vale anche per chi si appresta a rimpatriare capitali, sfruttando la voluntary disclosure, ora rivalutati rispetto all'euro. Non mancano le corse ai cambiavalute, soprattutto in prossimità con l'Eurozona. Per chi ha franchi, cambiare in euro e venire a fare shopping in Italia è ora un gran vantaggio, considerando pure la stagione dei saldi. Buone nuove anche per i frontalieri, che hanno uno stipendio in valuta elvetica ma vivono in Italia, o Francia o Germania. Segnalato invece il panico in alcuni Paesi dell'est Europa, dove all'inizio degli anni 2000 molti hanno contratto mutui per la casa in franchi svizzeri quando era molto vantaggioso e vedono ora aumentare il peso del loro debito. In Croazia, segnala Radiocor, la kuna ha perso il 17% verso il franco e la situazione riguarderebbe circa 60.000 mutui, con ripercussioni su 300mila persone. In Polonia, ad essere colpite sarebbero 700mila famiglie, dopo che lo zloty è arretrato del 20% contro il franco. A perdere, in questo caso, sono anche i colossi svizzeri: i titoli di giganti quali Lindt o Swatch hanno subito una vera e propria batosta, con i manager in fila per rilasciare dichiarazioni di sgomento che poco si addicono alla solita compostezza svizzera.
Renzi offre la GRAZIA al caimano: l'asse Renzino-Berlu che affonderà l'Italia
La norma infilata da Palazzo Chigi nel decreto di attuazione della delega fiscale permetterà a B., condannato a quattro anni e due di interdizione dai pubblici uffici nel processo per i diritti tv Mediaset, di chiedere al giudice di far decadere la sentenza perché il reato si è estinto!!!!
Niente grazia, non serve. Questione di tempi e dettagli. Mettiamoli in fila: elezioni per il Quirinale alle porte, un provvedimento approvato alla vigilia di Natale, un articolo infilato in extremis, cinque righe di testo, e il patto del Nazareno si sublima: la riabilitazione di Silvio Berlusconi. Tecnicismi a parte è questo il possibile risultato della norma infilata da Palazzo Chigi nel decreto di attuazione della delega fiscale approvato lo scorso 24 dicembre.
Nei giorni scorsi il Fatto ha raccontato l’incredibile genesi di una modifica che non figurava nel testo uscito dal ministero dell’Economia (che l’aveva bocciata) e che – all’ultimo giro di boa – è comparsa poco prima di entrare nel Consiglio dei Ministri: di fatto permetterà al fu Cavaliere di tornare in campo, libero, cancellando con un tratto di penna la condanna a 4 anni – e due di interdizione dai pubblici uffici – per frode fiscale nel processo per i diritti tv Mediaset. Quella che lo ha fatto decadere da Senatore per effetto della legge Severino. La norma è l’articolo 19-bis. Questo stabilisce chiaramente che non si viene più puniti se Iva oimposte sui redditi evase “non sono superiori al 3%rispettivamente dell’imposta sul valore aggiunto o dell’imponibile dichiarato”. In pratica non c’è nessun limite, ma solo unaproporzione, sotto la quale il reato penale scompare: quella che in gergo tecnico si chiama “soglia parametrata” e che ha fatto infuriare l’ex ministro delle Finanze Vincenzo Visco e – stando a quanto appurato dal Fatto – preoccupa anche i vertici dell’Agenzia delle Entrate, a partire dalla neo direttrice Raffaella Orlandi, allieva di Visco. L’intervento avrà effetto non solo per il futuro, ma anche per i processi in corso e quelli ormai conclusi per effetto del“favor rei”, per cui le disposizioni penali favorevoli valgono anche per il passato. Non solo, la norma è stata scritta in modo da sanare non solo i reati di infedeltà fiscale, come l’evasione, ma anche la frode fiscale. Su un miliardo di reddito si può evadere o frodare il fisco fino a 30 milioni di euro.
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E qui entra in gioco Berlusconi. L’altro contraente del patto del Nazareno (oltre Renzi, s’intende) è stato condannato per aver evaso il fisco, negli anni 2002 e 2003, per circa 7 milioni di euro, attraverso ammortamenti gonfiati dei diritti televisivi acquistati. È il residuo di una somma ben maggiore – i pm di MilanoFabio De Pasquale e Sergio Spadaro avevano calcolato in 368 milioni di dollari la cifra gonfiata ai fini dell’evasione fiscale – via via erosa dai tempi della prescrizione. Stando alla sentenza, nel 2002 l’importo evaso è di 4,9 milioni di euro su un reddito dichiarato di 397 milioni: l’1,2%. Sul 2003 si tratta invece di 2,4 su 312 milioni di euro: lo 0,7%. In entrambi gli anni la soglia del 3% non viene raggiunta. La percentuale è ancora più bassa se calcolata sul reddito vero (e non dichiarato), che per entrambi gli anni è superiore di qualche milione di euro. In questo modo il reato di frode non sussiste, e si paga solo la sanzione amministrativa. Cosa comporta? In gergo tecnico si chiama “incidente di esecuzione”: vista l’estinzione del reato, il condannato fa richiesta al tribunale, e il giudice fa decadere la sentenza di condanna. E con essa, in questo caso, non solo i servizi sociali – cui Berlusconi è stato assegnato – ma anche la pena accessoria, cioè l’interdizione (e quindi la decadenza da Senatore). È già successo ad altri condannati illustri, grazie proprio alle riforme berlusconiane (come quella sul falso in bilancio). Se così fosse, l’“agibilità politica ” per l’ex Cavaliere auspicata ieri da una fedelissima di Arcore come Stefania Prestigiacomo (Fi) come primo atto del prossimo inquilino del Colle sarebbe invece un dato già acquisito: “Serve un pacificatore”, ha spiegato. E invece è arrivata una manina in extremis. A poche settimane dall’inizio del round che porterà all’elezione del prossimo Presidente della Repubblica, dopo le dimissioni di Giorgio Napolitano non è un dettaglio da poco. Tramontata definitivamente l’ipotesi di una convergenza con il M5S, i voti di Fi saranno decisivi per evitare una nuova empasse.
La manina risolve molti problemi. Ed è orfana. Come confermato da più fonti, e ieri dal sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti(Sc), la norma è stata infatti inserita all’ultimo da Palazzo Chigi dopo che il Tesoro l’aveva bocciata. E anche nella forma peggiore. Per intenderci: quella cassata dal Mef prevedeva l’applicazione solo per l’evasione, non per la frode. La modifica è comunque passata al vaglio del dipartimento affari giuridici della Presidenza del Consiglio, guidato dalla renzianissima Antonella Manzione, ex capo dei vigili urbani di Firenze. Secondo Visco la norma è un “enorme regalo ai grandi evasori”. A cui si aggiunge anche la triplicazione delle soglie di punibilità (da 50 a 150 mila euro) che – secondo Il Sole 24 Ore – “farà saltare un processo su tre”. Zanetti ha auspicato una modifica (almeno per la frode). Tocca però a Matteo Renzi disporla.