Mossa a sorpresa della Banca centrale svizzera (Bns), che ha abolito il tasso di cambio minimo di 1,20 franchi per 1 euro e parallelamente ha abbassato di 0,5 punti il tasso d'interesse di riferimento portandolo a -0,75%. Una manovra inaspettata anche per il Fondo monetario internazionale tanto che Christine lagarde, numero uno dell'istituto di Washington si è riservata di commentare in futuro la decisione della Bns.
Tre anni fa, quando la divisa elvetica era fortemente sopravvalutata, la Banca svizzera aveva annunciato l'introduzione di una misura di grande impatto: fissare un limite alla forza della sua valuta, oltre la quale non sarebbe stato tollerabile andare, individuando in 1,2 verso la divisa unica europea il rapporto di cambio. L'aver rimosso ora quel tetto, o meglio quella soglia difensiva, ha provocato grandi scossoni sul mercato valutario, con la conseguenza di trascinare al ribasso anche la Borsa di Zurigo.
La stessa Banca centrale, nel comunicato odierno, ha ricordato che quella era stata "una misura eccezionale in un periodo di grande sopravvalutazione della divisa elvetica e di grande incertezza sui mercati". Ora però il forte indebolimento dell'euro rispetto al dollaro ha causato un deprezzamento del franco nei confronti della moneta Usa. Nel frattempo, "l'economia" svizzera "è stata in grado di avvantaggiarsi di questa fase e regolarsi sulla nuova situazione". Lo stesso governatore, Thomas Jorda, ha spiegato: "Abbiamo deciso che non aveva più senso portare avanti la politica del tetto con l'euro, che non era più sostenibile e che avrebbe potuto essere portata avanti solo con continui interventi sui mercati".
Perché la soppressione del tetto non comportasse un "inopportuno irrigidimento delle condizioni monetarie", la Banca - spiega ancora la nota - "ha abbassato i tassi di interesse in modo significativo". Una decisione che però i trader paiono non aver preso in considerazione, visto che il franco ha continuato ad apprezzarsi.
Nel grafico di Bloomberg, lo scossone sul cambio euro/franco all'annuncio della Banca centrale svizzera: dalla stabilità a quota 1,2 - quella difesa dall'istituto elvetico - si vede il tracollo repentino della moneta unica (che significa, di contro, rafforzamento del franco) e la successiva volatilità
Come accennato, nelle sale operative la novità è stata accolta con grande agitazione. Si è generato un "movimento epocale, che ha cancellato in pochi minuti i tentativi della Banca centrale di tenere il cambio sopra quota 1,20, con un floor artificiale, dopo che il mercato aveva portato i due cambi nel 2011 vicino alla parità", spiega a caldo Carlo Alberto De Casa, senior analyst di ActivTrades. "Sotto quota 1,20 erano posizionati numerosissimi stop loss", cioè ordini automatici che fanno vendere il titolo o la valuta nel momento in cui raggiunge valori troppo bassi, "che hanno determinato il crollo delle quotazioni, fino a dei valori esasperati in area 0,85-0,86". Sul mercato si è generata una "reazione di pancia" e quando "ci si è resi conto di essere scesi troppo, sono tornati gli acquisti che hanno riportato il rapporto di cambio sopra la parità verso l'area 1,03-1,05". Alla fine della giornata di scambi in Europa, l'euro è a quota 1,04 sul franco.
Oscillazioni così ampie come quella odierna (il cambio tra dollaro e franco è passato da 1,022 a 0,74), evidenzia Riccardo Ambrosetti, presidente di Ambrosetti Asset Management, sono molto rare. Ora "è ipotizzabile con una significativa probabilità di successo che la zona intorno a quota 0,7 del cambio dollaro franco rappresenterà il pavimento almeno per il 2015 con corrispettivo soffitto a quota 1,02".
Per De Casa, si tratta di una mossa "rischiosa" da parte della Svizzera, anche in considerazione degli studi che legano alla variazione di "una figura, cioè il passaggio da 1,2 a 1,19 nel cambio, a una perdita di 4mila posti di lavoro", in ragione della minor competitivtà dell'export elvetico in presenza di una moneta rafforzata. Se ciò fosse confermato, la mossa odierna potrebbe voler dire 60 o 80mila posti in meno, considerando la sola variabile valutaria. Per Claudia Segre, segretario generale di Assiom Forex, la Banca centrale elvetica ha però ragionato "cercando di limitare le spese per difendere il cambio fisso a 1,2", che richiedeva l'assorbimento di numerose riserve in valuta estera, soprattutto dollari, "e contando sul fatto che il Paese si trova in una fase di piena occupazione". Certo, in futuro il franco forte potrà rappresentare un problema: "Senza più il segreto bancario e con l'export penalizzato, dovranno dare risposta a nuovi interrogativi".
Vincenzo Longo, dall'ufficio studi di Ig Markets, nota che in pochi si aspettavano così presto questa decisione. "C'erano diverse voci sulla possibilità di scendere a un supporto di 1,15, ma nessuno si aspettava una mossa del genere", aggiunge Segre. Possibile allora che la Bns abbia deciso di giocare d'anticipo, sapendo che il possibile annuncio da parte della Bce su un quantitative easing, nel board del 22 gennaio, avrebbe potuto generare "un fallimento nella difesa del cambio", aggiungono ancora dal Ig.
Questa mossa, letta allora in filigrana rispetto alle aspettative per gli annunci di Draghi, rappresenta un "ulteriore tassello a supporto di un Qe", spiega di nuovo Segre. Pur essendo fuori dall'euro, è anch'essa una risposta alle pressioni per combattere la deflazione.
Quanto alle ripercussioni per gli investitori, ottime nuove per chi ha in portafoglio asset in franchi svizzeri o conti al riparo delle Alpi, visto il rafforzamento della divisa elvetica. Un 'gioco' che vale anche per chi si appresta a rimpatriare capitali, sfruttando la voluntary disclosure, ora rivalutati rispetto all'euro. Non mancano le corse ai cambiavalute, soprattutto in prossimità con l'Eurozona. Per chi ha franchi, cambiare in euro e venire a fare shopping in Italia è ora un gran vantaggio, considerando pure la stagione dei saldi. Buone nuove anche per i frontalieri, che hanno uno stipendio in valuta elvetica ma vivono in Italia, o Francia o Germania. Segnalato invece il panico in alcuni Paesi dell'est Europa, dove all'inizio degli anni 2000 molti hanno contratto mutui per la casa in franchi svizzeri quando era molto vantaggioso e vedono ora aumentare il peso del loro debito. In Croazia, segnala Radiocor, la kuna ha perso il 17% verso il franco e la situazione riguarderebbe circa 60.000 mutui, con ripercussioni su 300mila persone. In Polonia, ad essere colpite sarebbero 700mila famiglie, dopo che lo zloty è arretrato del 20% contro il franco. A perdere, in questo caso, sono anche i colossi svizzeri: i titoli di giganti quali Lindt o Swatch hanno subito una vera e propria batosta, con i manager in fila per rilasciare dichiarazioni di sgomento che poco si addicono alla solita compostezza svizzera.
Sorpresa dalla Svizzera: la Banca centrale sgancia il franco da quota 1,2 sull'euro
Renzi offre la GRAZIA al caimano: l'asse Renzino-Berlu che affonderà l'Italia
La norma infilata da Palazzo Chigi nel decreto di attuazione della delega fiscale permetterà a B., condannato a quattro anni e due di interdizione dai pubblici uffici nel processo per i diritti tv Mediaset, di chiedere al giudice di far decadere la sentenza perché il reato si è estinto!!!!
Niente grazia, non serve. Questione di tempi e dettagli. Mettiamoli in fila: elezioni per il Quirinale alle porte, un provvedimento approvato alla vigilia di Natale, un articolo infilato in extremis, cinque righe di testo, e il patto del Nazareno si sublima: la riabilitazione di Silvio Berlusconi. Tecnicismi a parte è questo il possibile risultato della norma infilata da Palazzo Chigi nel decreto di attuazione della delega fiscale approvato lo scorso 24 dicembre.
Nei giorni scorsi il Fatto ha raccontato l’incredibile genesi di una modifica che non figurava nel testo uscito dal ministero dell’Economia (che l’aveva bocciata) e che – all’ultimo giro di boa – è comparsa poco prima di entrare nel Consiglio dei Ministri: di fatto permetterà al fu Cavaliere di tornare in campo, libero, cancellando con un tratto di penna la condanna a 4 anni – e due di interdizione dai pubblici uffici – per frode fiscale nel processo per i diritti tv Mediaset. Quella che lo ha fatto decadere da Senatore per effetto della legge Severino. La norma è l’articolo 19-bis. Questo stabilisce chiaramente che non si viene più puniti se Iva oimposte sui redditi evase “non sono superiori al 3%rispettivamente dell’imposta sul valore aggiunto o dell’imponibile dichiarato”. In pratica non c’è nessun limite, ma solo unaproporzione, sotto la quale il reato penale scompare: quella che in gergo tecnico si chiama “soglia parametrata” e che ha fatto infuriare l’ex ministro delle Finanze Vincenzo Visco e – stando a quanto appurato dal Fatto – preoccupa anche i vertici dell’Agenzia delle Entrate, a partire dalla neo direttrice Raffaella Orlandi, allieva di Visco. L’intervento avrà effetto non solo per il futuro, ma anche per i processi in corso e quelli ormai conclusi per effetto del“favor rei”, per cui le disposizioni penali favorevoli valgono anche per il passato. Non solo, la norma è stata scritta in modo da sanare non solo i reati di infedeltà fiscale, come l’evasione, ma anche la frode fiscale. Su un miliardo di reddito si può evadere o frodare il fisco fino a 30 milioni di euro.
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E qui entra in gioco Berlusconi. L’altro contraente del patto del Nazareno (oltre Renzi, s’intende) è stato condannato per aver evaso il fisco, negli anni 2002 e 2003, per circa 7 milioni di euro, attraverso ammortamenti gonfiati dei diritti televisivi acquistati. È il residuo di una somma ben maggiore – i pm di MilanoFabio De Pasquale e Sergio Spadaro avevano calcolato in 368 milioni di dollari la cifra gonfiata ai fini dell’evasione fiscale – via via erosa dai tempi della prescrizione. Stando alla sentenza, nel 2002 l’importo evaso è di 4,9 milioni di euro su un reddito dichiarato di 397 milioni: l’1,2%. Sul 2003 si tratta invece di 2,4 su 312 milioni di euro: lo 0,7%. In entrambi gli anni la soglia del 3% non viene raggiunta. La percentuale è ancora più bassa se calcolata sul reddito vero (e non dichiarato), che per entrambi gli anni è superiore di qualche milione di euro. In questo modo il reato di frode non sussiste, e si paga solo la sanzione amministrativa. Cosa comporta? In gergo tecnico si chiama “incidente di esecuzione”: vista l’estinzione del reato, il condannato fa richiesta al tribunale, e il giudice fa decadere la sentenza di condanna. E con essa, in questo caso, non solo i servizi sociali – cui Berlusconi è stato assegnato – ma anche la pena accessoria, cioè l’interdizione (e quindi la decadenza da Senatore). È già successo ad altri condannati illustri, grazie proprio alle riforme berlusconiane (come quella sul falso in bilancio). Se così fosse, l’“agibilità politica ” per l’ex Cavaliere auspicata ieri da una fedelissima di Arcore come Stefania Prestigiacomo (Fi) come primo atto del prossimo inquilino del Colle sarebbe invece un dato già acquisito: “Serve un pacificatore”, ha spiegato. E invece è arrivata una manina in extremis. A poche settimane dall’inizio del round che porterà all’elezione del prossimo Presidente della Repubblica, dopo le dimissioni di Giorgio Napolitano non è un dettaglio da poco. Tramontata definitivamente l’ipotesi di una convergenza con il M5S, i voti di Fi saranno decisivi per evitare una nuova empasse.
La manina risolve molti problemi. Ed è orfana. Come confermato da più fonti, e ieri dal sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti(Sc), la norma è stata infatti inserita all’ultimo da Palazzo Chigi dopo che il Tesoro l’aveva bocciata. E anche nella forma peggiore. Per intenderci: quella cassata dal Mef prevedeva l’applicazione solo per l’evasione, non per la frode. La modifica è comunque passata al vaglio del dipartimento affari giuridici della Presidenza del Consiglio, guidato dalla renzianissima Antonella Manzione, ex capo dei vigili urbani di Firenze. Secondo Visco la norma è un “enorme regalo ai grandi evasori”. A cui si aggiunge anche la triplicazione delle soglie di punibilità (da 50 a 150 mila euro) che – secondo Il Sole 24 Ore – “farà saltare un processo su tre”. Zanetti ha auspicato una modifica (almeno per la frode). Tocca però a Matteo Renzi disporla.
Mentre il popolo Italiota continua a barcamenarsi per sopravvivere tra IMU, Tasi, Tarsi e retribuzioni non indicizzate ormai da un paio di lustri, l'asse Renzino-Caimano disegna una Italia sempre uguale a sé stessa: tra corruzioni, malaffare e clientelismi, i centri di potere non cedono il passo al processo riformistico anzi, resistono a costo di affondare inesorabilmente il
traghetto Italia, perso in alto mare ed avvilluppato dalle fiamme di una crisi senza fine. Si salvi chi può !
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Questo blog nasce proprio nell'intento di condividere opinioni, idee, esperienze, progetti, filosofie, culture, modelli di sviluppo alternativi e/o complementari che per la prima volta, forse, ci permettano di sentirci un POPOLO unito che ha la consapevolezza, la forza e la capacità di scegliere il proprio futuro per sè e per le generazioni a venire. Un popolo che urla la propria indignazione verso quella classe politica cinica ed autoreferenziale che interpretando la politica come mezzo ad uso esclusivo proprio e dei propri affini a vantaggio personale e clientelare ha spezzato la catena di congiunzione con l'elettorato attivo, non fornendo risposte, non risolvendo problemi. Non resta che rimboccarci le maniche, fare politica attiva, dare il proprio contributo! ciascuno di noi, nel proprio piccolo, può fare grande l'italia! Che ognuno di noi possa interpretare nel proprio quotidiano, con il proorio lavoro, le proprie aspirazioni, i propri sogni il CAMBIAMENTO che vorremmo vedere nella nostra bella ITALIA!
La più grande difficoltà sta nell'interpretare la politica come un mezzo al servizio della collettività, della giustizia sociale, uno strumento utile a migliorare la qualità della vita di tutti noi. gli anni trascorsi dal '94 ad oggi hanno segnato le menti, le coscienze ed i cuori, riempendoli di scontri verbali, contrapposizioni ideologiche, dietrologie politiche, lotte di classe. Tutto ciò fa gioco alla oligarchia classista avida di potere che detiene non soltanto il potere politco, ma soprattutto, il potere economico e finaziario di questo paese. In realtà "gli affari" vengono fatti con l'accordo di tutti trasversalmente ad ogni "finta ideologia" politica. La politica degli opposti schieramenti, delle tifoserie selvagge, della contrapposizione liberista-comunista è nella realtà odierna una assurda amenità anacronistica utile soltanto al conservatorismo liberista finto riformista che così continua a tenere sotto scacco le capacità imprenditoriali, i talenti intellettuali, la voglia di "cambiamento" di questo paese. Facciamo che queste eccellenze non rimangano inespresse: lottiamo "insieme" senza inutili contrapposizioni ideologiche. Una cosa ci accomuna tutti: l'amore per il nostro paese. lottiamo insieme per costruire un futuro migliore per tutti!
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