Da notare che la situazione non è affatto migliore per il 2013. Dall'inizio dell'anno, infatti, la produzione è scesa del 4,7% in termini di indice grezzo. Tra i settori che vanno peggio troviamo, ancora una volta, i mezzi di trasporto. Non per niente la produzione nel settore auto ad aprile 2013 è diminuita del 14,3% rispetto allo stesso mese del 2012. L'Istat aggiunge che il dato corretto per gli effetti di calendario è più brutto: siamo a meno 18,1 per cento.
L'aumento dell'IVA a questo punto renderebbe questo quadro già allarmante di suo, disastroso.... Attualmente sono allo studio diverse ipotesi.
Alzare l'Iva, ma di mezzo punto anziché uno. E nel frattempo riordinare l'imposta, configurando in modo diverso i panieri, così che alcuni beni di largo consumo sfuggano al mini-rincaro estivo. È solo una delle ipotesi, considerata con favore dai tecnici del Tesoro, purché sia a parità di gettito. Perché nessuno a Palazzo Chigi nasconde ormai che impedire l'aumento dell'Iva dal primo luglio è arduo. Troppi dossier sul tavolo, scarse le risorse. E quelle poche, da irrobustire con innesti europei, tutte dirottate sul lavoro che non c'è. Ecco perché anche la soluzione in vista per l'Imu è la "rimodulazione" non la cancellazione, come spiegava qualche giorno fa il ministro dell'Economia Saccomanni. Ovvero, esentare la maggior parte dei proprietari di prime case, ma far pagare i più benestanti.
Nella settimana che si apre oggi, gli occhi sono tuttavia puntati sul quadrangolare di venerdì a Roma tra i ministri di economia e lavoro di Italia, Francia, Germania e Spagna, per fare un primo punto sulla vera emergenza, l'occupazione dei giovani, in vista del Consiglio europeo del 27-28 giugno. Il ministro Giovannini si è impegnato a presentare entro quella data il pacchetto italiano, forte anche dell'efficacia che i bonus giovani e donne dell'era Monti-Fornero hanno nel frattempo registrato. Oggi saranno presentati i dati Inps definitivi (232 milioni stanziati per sconti di 12 mila euro a chi assumeva a tempo indeterminato under 30 o donne). A quanto pare, questi incentivi "stanno funzionando".
Tra oggi e domani poi, anche il ministro per la Coesione territoriale Trigilia diffonderà il monitoraggio sui fondi europei e regionali, rivelando quanti denari non spesi si possono rimettere in pista, riconvertendoli (con l'assenso di Bruxelles) alla causa del lavoro. Cifre chiave per capire come giocare la partita dei 650 mila giovani italiani disposti a lavorare, ma senza occasioni. L'ha ricordato ieri anche il cardinale Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani (Cei): "Il lavoro vecchio o nuovo che sia è sicuramente la priorità per l'intero Paese" perché "brucia nella carne della gente".
Nel Consiglio dei ministri di metà settimana potrebbe poi arrivare il pacchetto semplificazioni (è il ddl Patroni Griffi della scorsa legislatura: dichiarazione inizio attività, Durc, etc), condito da qualche novità per disboscare inutili complicazioni che vessano le imprese. E forse inserito nella cornice più ampia di un "decreto crescita" (a costo zero), con annesse liberalizzazioni dell'era Passera da implementare come Rc auto (contratto base, contrassegno digitale, plurimandato) ed energia (si punta ad abbassare la bolletta del gas del 6-7% da qui a fine anno). Sullo sfondo, il passaggio più difficile di questo mese di giugno: l'Iva. Quattro le ipotesi, tutte ancora possibili. Primo, lasciarla andare il primo luglio dal 21 al 22% (che il governo vorrebbe evitare). Secondo, farla salire solo della metà (con revisione del paniere, a favore delle aliquote del 4 e del 10%). Terzo, sterilizzarla fino ad ottobre (costo un miliardo). Quarto, fino a gennaio (due miliardi).
Ipotesi aumento IVA, possiamo permettercelo?
Alla luce di dati così preoccupanti per evitare ulteriori cali della produzione industriale e dei consumi, che avrebbero pesanti ripercussioni anche sui livelli occupazionali, la domanda è: ci possiamo permettere un ulteriore aumento dell'IVA? Ai saggi ed all'esecutivo l'ardua sentenza...
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Questo blog nasce proprio nell'intento di condividere opinioni, idee, esperienze, progetti, filosofie, culture, modelli di sviluppo alternativi e/o complementari che per la prima volta, forse, ci permettano di sentirci un POPOLO unito che ha la consapevolezza, la forza e la capacità di scegliere il proprio futuro per sè e per le generazioni a venire. Un popolo che urla la propria indignazione verso quella classe politica cinica ed autoreferenziale che interpretando la politica come mezzo ad uso esclusivo proprio e dei propri affini a vantaggio personale e clientelare ha spezzato la catena di congiunzione con l'elettorato attivo, non fornendo risposte, non risolvendo problemi. Non resta che rimboccarci le maniche, fare politica attiva, dare il proprio contributo! ciascuno di noi, nel proprio piccolo, può fare grande l'italia! Che ognuno di noi possa interpretare nel proprio quotidiano, con il proorio lavoro, le proprie aspirazioni, i propri sogni il CAMBIAMENTO che vorremmo vedere nella nostra bella ITALIA!
La più grande difficoltà sta nell'interpretare la politica come un mezzo al servizio della collettività, della giustizia sociale, uno strumento utile a migliorare la qualità della vita di tutti noi. gli anni trascorsi dal '94 ad oggi hanno segnato le menti, le coscienze ed i cuori, riempendoli di scontri verbali, contrapposizioni ideologiche, dietrologie politiche, lotte di classe. Tutto ciò fa gioco alla oligarchia classista avida di potere che detiene non soltanto il potere politco, ma soprattutto, il potere economico e finaziario di questo paese. In realtà "gli affari" vengono fatti con l'accordo di tutti trasversalmente ad ogni "finta ideologia" politica. La politica degli opposti schieramenti, delle tifoserie selvagge, della contrapposizione liberista-comunista è nella realtà odierna una assurda amenità anacronistica utile soltanto al conservatorismo liberista finto riformista che così continua a tenere sotto scacco le capacità imprenditoriali, i talenti intellettuali, la voglia di "cambiamento" di questo paese. Facciamo che queste eccellenze non rimangano inespresse: lottiamo "insieme" senza inutili contrapposizioni ideologiche. Una cosa ci accomuna tutti: l'amore per il nostro paese. lottiamo insieme per costruire un futuro migliore per tutti!
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