In Italia, ciò che chiamiamo Stato ha sempre trattato con tutti i peggiori delinquenti. Con i tagliagole qaedisti per liberare a suon di milioni giornalisti e turisti caduti in trappola. Ai tempi della Dc con i terroristi domestici per il rilascio dell’assessore campano Ciro Cirillo. Mentre sulla trattativa tra gli uomini delle istituzioni e i vertici mafiosi è in corso a Palermo un processo che dovrà accertare le responsabilità penali di fatti storici assodati. Questo per tralasciare gli inciuci sotterranei con camorra, ‘ndrangheta e altri poteri criminali.
E allora per quale motivo lo Stato che tentò di accordarsi con Totò Riina doveva rifiutare l’intesa con Genny ‘a carogna? Certo, tra le due vicende non c’è partita, ma questo oggi passa il convento. Perciò i reiterati tentativi da parte di ministri, questori, prefetti pervicacemente impegnati a negare l’ovvio appaiono ancora più patetici visto che il negoziato pallonaro è stato seguito in diretta televisiva da quasi nove milioni di italiani e da un numero imprecisato di spettatori nei 75 paesi collegati. In questo caso, la prova tv non poteva essere più schiacciante.
Ancora più ridicola la trombonata secondo cui lo Stato non tratta con gli ultras delle curve quando sabato sera allo stadio Olimpico è apparso a tutti chiaro chi aveva il coltello dalla parte del manico. Certo, non la tribuna autorità, dove abbiamo visto i rappresentati del cosiddetto Stato o in versione catatonica (lo sguardo smarrito di Matteo Renzi faceva male al cuore) o comportarsi da formiche impazzite che correvano qua e là non sapendo a chi diavolo affidarsi. Era lo Stato quello o una congrega di dignitari, boss del calcio e membri di confraternite varie, tutti vogliosi di lavarsene le mani e di vedersi in santa pace la partita?
Forse si deve allora alla clemenza del Carogna, che avrebbe potuto benissimo dire: io con questo Stato non ci tratto se la curva napoletana, compatta come falange catafratta, a un suo cenno abbia deposto le armi, intese in senso stretto dopo la pioggia di razzi che aveva accolto la delegazione guidata dal povero Hamsik. Ciò detto, quello dell’Alfano elettorale che minaccia l’adozione diDaspo vitalizi, che solo giovano al carisma dei carogna, sembra il classico ruggito del coniglio. Come fu con la demenziale norma sulla discriminazione territoriale che ha dato agli ultrà un enorme potere di ricatto: far chiudere una curva e magari uno stadio intero con un coretto scemo. E amen.
Se lo Stato è a "carogna"
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La più grande difficoltà sta nell'interpretare la politica come un mezzo al servizio della collettività, della giustizia sociale, uno strumento utile a migliorare la qualità della vita di tutti noi. gli anni trascorsi dal '94 ad oggi hanno segnato le menti, le coscienze ed i cuori, riempendoli di scontri verbali, contrapposizioni ideologiche, dietrologie politiche, lotte di classe. Tutto ciò fa gioco alla oligarchia classista avida di potere che detiene non soltanto il potere politco, ma soprattutto, il potere economico e finaziario di questo paese. In realtà "gli affari" vengono fatti con l'accordo di tutti trasversalmente ad ogni "finta ideologia" politica. La politica degli opposti schieramenti, delle tifoserie selvagge, della contrapposizione liberista-comunista è nella realtà odierna una assurda amenità anacronistica utile soltanto al conservatorismo liberista finto riformista che così continua a tenere sotto scacco le capacità imprenditoriali, i talenti intellettuali, la voglia di "cambiamento" di questo paese. Facciamo che queste eccellenze non rimangano inespresse: lottiamo "insieme" senza inutili contrapposizioni ideologiche. Una cosa ci accomuna tutti: l'amore per il nostro paese. lottiamo insieme per costruire un futuro migliore per tutti!
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