Per quanto la si possa pensare in modo diametralmente opposto dalla "donna forte d'Europa", la guardiana dell'austerithy, Angela Merkel, bisogna pur riconoscere che la Cancelliera tedesca si trova in un ruolo sempre più difficile. Da una parte è una delle facce dell'Europa unita a una svolta nella propria storia, dall'altra la politica interna tedesca sembra remare contro il sogno degli "stati federali d'Europa". E se ha intenzione di ricandidarsi non può certo fare precchie da mercante rispetto le lamentale interne. Cos' Merkel, da qualche settimana, dà una botta al cerchio e una alla botte.
Stavolta la "botta" è a chi, in Germania (ma non solo) sembra fare il tifo perché l'Europa si sgretoli. "Tutti dovrebbero misurare le parole", ha detto in un'intervista alla televisione pubblica Ard "l'Europa si trova in una fase fodnamentale, e la Grecia sta facendo tutti gli sforzi possibili per mantenere i suoi imegni". Insomma, Merkel prende parola rispetto al gioco allo sfascio che semrba piacere tanto ai suoi alleati della Cdu, ma anche a qualche esponente della Spd. E pur senza tendere le mani al premier greco Samaras - "attendiamo il rapporto della torika", ha specificato Merkel - ha sostenuto gli sforzi messi n campo da Atene.
Ma non solo. Perché se cìè chi vorrebbe i "paesi poveri" dell'Europa fuori dai giochi, una partita più sottile e altrettanto importante si gioca contro la Banca centrale europea e il suo governatore Mario Draghi, il quale si trova in una situazione altrettanto difficile di quella di Angela Merkel. Draghi pensa che la Banca centrale europea dovrebbe avere la possibilità di agire - se non proprio come - almeno un po' come la Fed americana. Ma in Germania qualsiasi intervento della Bce che vada fuori dal suo ruolo (in pratica) meramente istituzionale, viene visto coem fumo negli occhi. Il capo della Bundesbank tedesca, jens Weidmann, è tornato a criticare con forza le idee di Drgahi, dicendo ad esempio che pensare di fissare un tetto ai tassi di interesse (una piccola iniziativa contro la speculazione) è "scabroso". «Non è compito della Banca centrale europea — ha incalzato — garantire la permanenza di un Paese nell’Eurozona a qualunque costo. Finanziando uno Stato in crisi si corre il rischio di creare una dipendenza come da una droga». Anche in questo caso Merkel è intervenuta per mettere un freno all'impetuoso presidete della Banca centrale tedesca: "La Bce è indipendente. Ho piena fiducia".
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