Rimangono però i vincoli per i correntisti: i pagamenti e i trasferimenti all’estero restano limitati a 5000 euro al mese e chi lascia l’isola non può portare con se più di 1.000 euro in contanti. Non saranno poi cambiati gli assegni, anche se
potranno essere incassati. E le restrizioni resteranno per almeno un altro mese come ha annunciato il ministro degli esteri cipriota Kasoulides: “Fra un mese, secondo i calcoli della banca centrale, e secondo gli sviluppi le restrizioni verranno tolte”.
Il governo cipriota ha infine varato una commissione d’inchiesta sulla crisi del sistema bancario, mentre il presidente della Repubblica, Nicos Anastasiades, ha deciso di autoridursi del 25% lo stipendio mensile, ma della rabbia dei ciprioti qualcuno potrebbe aprofittarne. A Nicosia 150 membri del partito di estrema destra Fronte Popolare Nazionale hanno sfilato indisturbati nelle vie di Nicosia. La polizia non ha fatto che controllare discretamente la manifestazione.
Cipro non ha nessuna intenzione di staccarsi dall'unione monetaria, e la situazione nell'isola, nel secondo giorno di riapertura delle banche dopo l'approvazione del piano di salvataggio, appare «contenuta». Lo ha affermato il presidente cipriota, Nicos Anastasiades durante una conferenza. «Non abbiamo intenzione di lasciare l'euro», ha dichiarato Anastasiades, «non faremo alcun esperimento con il futuro del nostro Paese».
Secondo giorno di apertura, questa volta dalle 8.30 alle 13, per le banche cipriote, dopo la serrata di oltre una settimana decisa per evitare fughe di capitali durante la difficile trattativa per il salvataggio di Nicosia.
Come ieri, non si stanno registrando tensioni agli sportelli degli istituti di credito, con piccole file di clienti che attendono tranquilli di ritirare i loro liquidi, con un prelievo massimo quotidiano fissato dalle autorità a 300 euro al giorno per evitare una corsa dei correntisti a svuotare i depositi, dopo il prelievo forzoso imposto sui conti superiori ai 100 mila euro, che avrebbe messo le banche in ginocchio.
Cipro, il presidente Anastasiades: «Non usciremo dall'euro»
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Questo blog nasce proprio nell'intento di condividere opinioni, idee, esperienze, progetti, filosofie, culture, modelli di sviluppo alternativi e/o complementari che per la prima volta, forse, ci permettano di sentirci un POPOLO unito che ha la consapevolezza, la forza e la capacità di scegliere il proprio futuro per sè e per le generazioni a venire. Un popolo che urla la propria indignazione verso quella classe politica cinica ed autoreferenziale che interpretando la politica come mezzo ad uso esclusivo proprio e dei propri affini a vantaggio personale e clientelare ha spezzato la catena di congiunzione con l'elettorato attivo, non fornendo risposte, non risolvendo problemi. Non resta che rimboccarci le maniche, fare politica attiva, dare il proprio contributo! ciascuno di noi, nel proprio piccolo, può fare grande l'italia! Che ognuno di noi possa interpretare nel proprio quotidiano, con il proorio lavoro, le proprie aspirazioni, i propri sogni il CAMBIAMENTO che vorremmo vedere nella nostra bella ITALIA!
La più grande difficoltà sta nell'interpretare la politica come un mezzo al servizio della collettività, della giustizia sociale, uno strumento utile a migliorare la qualità della vita di tutti noi. gli anni trascorsi dal '94 ad oggi hanno segnato le menti, le coscienze ed i cuori, riempendoli di scontri verbali, contrapposizioni ideologiche, dietrologie politiche, lotte di classe. Tutto ciò fa gioco alla oligarchia classista avida di potere che detiene non soltanto il potere politco, ma soprattutto, il potere economico e finaziario di questo paese. In realtà "gli affari" vengono fatti con l'accordo di tutti trasversalmente ad ogni "finta ideologia" politica. La politica degli opposti schieramenti, delle tifoserie selvagge, della contrapposizione liberista-comunista è nella realtà odierna una assurda amenità anacronistica utile soltanto al conservatorismo liberista finto riformista che così continua a tenere sotto scacco le capacità imprenditoriali, i talenti intellettuali, la voglia di "cambiamento" di questo paese. Facciamo che queste eccellenze non rimangano inespresse: lottiamo "insieme" senza inutili contrapposizioni ideologiche. Una cosa ci accomuna tutti: l'amore per il nostro paese. lottiamo insieme per costruire un futuro migliore per tutti!
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