Occhi puntati sul Quirinale. Le consultazioni sono partite ieri, ma oggi è la giornata clou con le audizioni di Beppe Grillo (senza Gianroberto Casaleggio colpito da un’influenza), Pdl-Lega e Pierluigi Bersani.
«È permesso?». Beppe Grillo, abito scuro con cravatta d’ordinanza, entra così nello studio “alla vetrata” del presidente Napolitano dove si svolgono le consultazioni all’interno del Quirinale. Seguito dai capigruppo di M5S, Vito Crimi e Roberta Lombardi, il leader del movimento è stato salutato militarmente dall’addetto militare in alta uniforme. Grillo, un po’ sorpreso, ha risposto portandosi la mano alla fronte ed è entrato.
«L’Italia ha bisogno di una grande coalizione, che sappia far fronte ai problemi degli italiani. Qualsiasi altra soluzione ci vedrà contrari». Lo ha detto il capogruppo Pdl alla Camera, Renato Brunetta intervenendo a La telefonata su Canale5, in vista dell’incontro al Quirinale con il Presidente Napolitano per le consultazioni.
«L’Italia ha bisogno di una grande coalizione, che sappia far fronte ai problemi degli italiani. Qualsiasi altra soluzione ci vedrà contrari». Lo ha detto il capogruppo Pdl alla Camera, Renato Brunetta intervenendo a La telefonata su Canale5, in vista dell’incontro al Quirinale con il Presidente Napolitano per le consultazioni.
Beppe Grillo è arrivato al Colle con qualche minuto d’anticipo con la sua automobile privata, accompagnato dai capigruppo di Camera e Senato, Vito Crimi e Roberta Lombardi. I tre hanno tenuto una riunione preparatoria per l’incontro con Napolitano presso l’hotel Forum, dove Grillo ha alloggiato. Si tratta dello stesso albergo scelto da Mario Monti nel 2011 quando ha ricevuto l’incarico. «Sono arrivato?» ha detto Beppe Grillo all’uomo di guardia all’ingresso del Quirinale abbassando il finestrino . E l’uomo conferma che «sì, è arrivato». Grillo: «Devo andare dal signor presidente», e qui aggiunge l’universale gesto del pollice che scorre sui polpastrelli delle altre dita: quello che si fa per riferirsi ai soldi, insomma.
«Ci aspettiamo che sia possibile fare un governo che si concentri sui problemi dell’economia reale. Tutti gli altri dibattiti non sono prioritari»: lo ha detto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi a Radio anch’io. Per Confindustria il provvedimento prioritario è il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione. Per Squinzi sarebbe necessario pagarne almeno due terzi (48 miliardi su 719. «Dovrebbe - dice - essere immediato. Sarebbe un segnale fortissimo per le imprese che sono alla disperazione».
«Ci aspettiamo che sia possibile fare un governo che si concentri sui problemi dell’economia reale. Tutti gli altri dibattiti non sono prioritari»: lo ha detto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi a Radio anch’io. Per Confindustria il provvedimento prioritario è il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione. Per Squinzi sarebbe necessario pagarne almeno due terzi (48 miliardi su 719. «Dovrebbe - dice - essere immediato. Sarebbe un segnale fortissimo per le imprese che sono alla disperazione».
Giorgio Napolitano intende fare presto e vuole numeri certi in Parlamento per conferire il mandato esplorativo al Pd, che alle elezioni ha ottenuto la maggioranza assoluta solo alla Camera. In vista c’è un incarico lampo per Bersani, ma non si esclude l’opzione di un esecutivo di responsabilità nazionale, il cosiddetto “piano B” di cui si parla da giorni, gradito ai montiani e al Pdl. Dopo l’incontro con la delegazione M5S saliranno al Colle le delegazioni del Pdl e della Lega Nord che hanno deciso di presentarsi insieme per dare alla coalizione di centrodestra un segnale di compattezza. Alle 15,15 è previsto l’incontro tra il presidente Giorgio Napolitano e il presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi. Alle 18, infine, sarà sul Colle la delegazione del Pd guidata dal segretario Pier Luigi Bersani. Difficilmente l’incarico ’”esplorativo’’ o “pieno” verrà assegnato da Napolitano questa sera. E’ più probabile che arrivi domani.
Se Bersani non dovesse ricevere neppure un incarico “esplorativo’’, potrebbero esserci immediate conseguenze nel dibattito interno al Pd dove alcune aree - renziani, ex popolari, veltroniani - hanno più volte manifestato perplessità verso l’idea del segretario di voler perseguire a tutti i costi l’idea di una possibile collaborazione di governo con il M5S. In vista di elezioni anticipate in tempi ravvicinati, subirebbe probabilmente un’accelerazione la decisione di scegliere il nuovo leader del centrosinistra. La scelta di Napolitano potrebbe in ogni caso cadere su personalità che fin dall’ inizio possono avere più chance di successo di Bersani. Da qui l’ipotesi che il primo incarico possa andare a Piero Grasso, presidente del Senato, personalità ritenuta super partes per il suo incarico istituzionale. Altra ipotesi ancora, per dare un segnale della gravità della situazione economica e delle emergenze da affrontare, è che il candidato premier possa essere un tecnico proveniente dalla Banca d’Italia (Fabrizio Saccomanni?). Non si esclude infine che per segnalare ancora di più la natura di un eventuale “governo del presidente’’ la scelta possa cadere su Anna Maria Cancellieri, ministro degli Interni. .
Quel che è certo dopo la prima giornata di consultazioni è che tutti ormai chiedono un Governo per fronteggiare la crisi e nessuno, proprio nessuno, vuole le elezioni anticipate. Neanche la costola sinistra del Pd: Sel è stato chiarissimo nel dire, attraverso Nichi Vendola, che non si può andare avanti con «una infinita campagna elettorale». La netta contrarietà del ritorno alle urne è stata registrata dal Quirinale che da sempre lavora per assicurare un governo al Paese. Giorgio Napolitano - che non ha mai nascosto la propria preoccupazione per i dati economici e per questo ha voluto che Mario Monti restasse a vigilare palazzo Chigi - la considera una buona base sulla quale lavorare in attesa dei colloqui di domani con Pdl, Lega e M5s. Per questo dal Quirinale si consiglia di non dare troppo peso alla ridda di nomi che fioriscono sulla stampa e che spesso vengono lanciati dagli stessi partiti per vedere che effetto che fa. Almeno per ora. Il presidente è comunque intenzionato a chiudere in fretta questo round - che potrebbe non essere l’unico - e l’incarico sarà assegnato già venerdì. In queste ore la palla sembra essere più nelle mani del segretario del Pd che del presidente. Determinante saranno le richieste - o le proposte - che Bersani domani porterà con sé. Ed anche le virgole delle indicazioni che usciranno dall’attesissima delegazione di M5S che sarà guidata da Beppe Grillo.
Se Bersani non dovesse ricevere neppure un incarico “esplorativo’’, potrebbero esserci immediate conseguenze nel dibattito interno al Pd dove alcune aree - renziani, ex popolari, veltroniani - hanno più volte manifestato perplessità verso l’idea del segretario di voler perseguire a tutti i costi l’idea di una possibile collaborazione di governo con il M5S. In vista di elezioni anticipate in tempi ravvicinati, subirebbe probabilmente un’accelerazione la decisione di scegliere il nuovo leader del centrosinistra. La scelta di Napolitano potrebbe in ogni caso cadere su personalità che fin dall’ inizio possono avere più chance di successo di Bersani. Da qui l’ipotesi che il primo incarico possa andare a Piero Grasso, presidente del Senato, personalità ritenuta super partes per il suo incarico istituzionale. Altra ipotesi ancora, per dare un segnale della gravità della situazione economica e delle emergenze da affrontare, è che il candidato premier possa essere un tecnico proveniente dalla Banca d’Italia (Fabrizio Saccomanni?). Non si esclude infine che per segnalare ancora di più la natura di un eventuale “governo del presidente’’ la scelta possa cadere su Anna Maria Cancellieri, ministro degli Interni. .
Quel che è certo dopo la prima giornata di consultazioni è che tutti ormai chiedono un Governo per fronteggiare la crisi e nessuno, proprio nessuno, vuole le elezioni anticipate. Neanche la costola sinistra del Pd: Sel è stato chiarissimo nel dire, attraverso Nichi Vendola, che non si può andare avanti con «una infinita campagna elettorale». La netta contrarietà del ritorno alle urne è stata registrata dal Quirinale che da sempre lavora per assicurare un governo al Paese. Giorgio Napolitano - che non ha mai nascosto la propria preoccupazione per i dati economici e per questo ha voluto che Mario Monti restasse a vigilare palazzo Chigi - la considera una buona base sulla quale lavorare in attesa dei colloqui di domani con Pdl, Lega e M5s. Per questo dal Quirinale si consiglia di non dare troppo peso alla ridda di nomi che fioriscono sulla stampa e che spesso vengono lanciati dagli stessi partiti per vedere che effetto che fa. Almeno per ora. Il presidente è comunque intenzionato a chiudere in fretta questo round - che potrebbe non essere l’unico - e l’incarico sarà assegnato già venerdì. In queste ore la palla sembra essere più nelle mani del segretario del Pd che del presidente. Determinante saranno le richieste - o le proposte - che Bersani domani porterà con sé. Ed anche le virgole delle indicazioni che usciranno dall’attesissima delegazione di M5S che sarà guidata da Beppe Grillo.
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