“Arriveranno a tassarci anche l’aria che respiriamo”, ha affermato un commerciante di Cagliari dopo essersi visto recapitare la nuova tassa sull’ombra.
Ai commercianti di Cagliari è stato infatti richiesto dall’Aipa, l’agenzia di riscossione di alcune imposte comunali, un tributo per l’ombra proiettata sul marciapiede dalle insegne dei negozi. Qualcuno aprendo la lettera ha sorriso pensando ad uno scherzo, ma non era così.
Non si tratta di una novità. In realtà la tassa sull’ombra è stata istituita per decreto nel lontano 1997 (insieme ad altre tasse, ad esempio quella sui passi carrabili) anche se viene applicata in pochissimi comuni italiani. Il presidente della Confesercenti Roberto Bolognese ha raccolto negli ultimi giorni le lamentele di molti negozianti, indignati per questo tributo dal retrogusto borbonico. Infastidisce l’accanimento sui piccoli commercianti, soprattutto in un periodo economico così delicato e difficile.
Non si tratta di un importo alto (per un’insegna di medie dimensioni la tassa è di circa 100 euro l’anno e si scende in maniera proporzionale per insegne più piccole) ma a suscitare la reazione è una questione di principio. I negozianti si chiedono quale sia il servizio pubblico offerto che giustifica il tributo. Soprattutto considerando che l’apposizione di una insegna luminosa o di una tenda parasole, comporta già il pagamento del tributo per pubblicità. In pratica è un’estensione della Tosap, o tassa di occupazione del suolo pubblico (quella che i ristoratori pagano per mettere sul marciapiede sedie, tavolini e ombrelloni). Nel caso dell’ombra anche pochi centimetri rilevano tanto che la tassa viene applicata anche nel caso di una bacheca che sporge leggermente dalla parete proiettando ombra.
A ciò si aggiunga che sono state fatte richieste di pagamento retroattive, per gli anni 2010 e 2011 (e verosimilmente arriveranno anche le richieste per il 2012).
A Cagliari il Comune ha scaricato le proprie responsabilità sul Parlamento, unico in grado di abolire la tassa. Verissimo. Ma il Comune ha la facoltà di non applicarla quantomeno, se non ne riconosce la razionalità o l’opportunità.
Arriva la tassa sull'ombra!
Vecchi e nuovi balzelli a carico dei commercianti. Una sola esigenza di comuni e stato: fare cassa sulle spalle del lavoro dei cittadini che producono. Ecco come l'entità di "Stato" si allontana sempre di più dalle esigenze della comunità, creando un solco invalicabile. Le Pubbliche Istituzioni e la politica sono strumenti al servizio della comunità per il procacciamento di quel bene comune che fa di una pluralità di individui che occupano stabilmente uno stesso territorio uno Stato e che permette a questa comunità la crescita non soltanto individuale, ma come Paese. In Italia si è smarrito l'incipit del significato primordiale di essere uno Stato e del fare politica. La verità che vivere in Italia per noi italiani è diventato certamente un lusso che non ci possiamo più permettere.
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Questo blog nasce proprio nell'intento di condividere opinioni, idee, esperienze, progetti, filosofie, culture, modelli di sviluppo alternativi e/o complementari che per la prima volta, forse, ci permettano di sentirci un POPOLO unito che ha la consapevolezza, la forza e la capacità di scegliere il proprio futuro per sè e per le generazioni a venire. Un popolo che urla la propria indignazione verso quella classe politica cinica ed autoreferenziale che interpretando la politica come mezzo ad uso esclusivo proprio e dei propri affini a vantaggio personale e clientelare ha spezzato la catena di congiunzione con l'elettorato attivo, non fornendo risposte, non risolvendo problemi. Non resta che rimboccarci le maniche, fare politica attiva, dare il proprio contributo! ciascuno di noi, nel proprio piccolo, può fare grande l'italia! Che ognuno di noi possa interpretare nel proprio quotidiano, con il proorio lavoro, le proprie aspirazioni, i propri sogni il CAMBIAMENTO che vorremmo vedere nella nostra bella ITALIA!
La più grande difficoltà sta nell'interpretare la politica come un mezzo al servizio della collettività, della giustizia sociale, uno strumento utile a migliorare la qualità della vita di tutti noi. gli anni trascorsi dal '94 ad oggi hanno segnato le menti, le coscienze ed i cuori, riempendoli di scontri verbali, contrapposizioni ideologiche, dietrologie politiche, lotte di classe. Tutto ciò fa gioco alla oligarchia classista avida di potere che detiene non soltanto il potere politco, ma soprattutto, il potere economico e finaziario di questo paese. In realtà "gli affari" vengono fatti con l'accordo di tutti trasversalmente ad ogni "finta ideologia" politica. La politica degli opposti schieramenti, delle tifoserie selvagge, della contrapposizione liberista-comunista è nella realtà odierna una assurda amenità anacronistica utile soltanto al conservatorismo liberista finto riformista che così continua a tenere sotto scacco le capacità imprenditoriali, i talenti intellettuali, la voglia di "cambiamento" di questo paese. Facciamo che queste eccellenze non rimangano inespresse: lottiamo "insieme" senza inutili contrapposizioni ideologiche. Una cosa ci accomuna tutti: l'amore per il nostro paese. lottiamo insieme per costruire un futuro migliore per tutti!
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