Via libera dal Consiglio dei ministri al disegno di legge per l’abolizione del finanziamento pubblico e per la regolamentazione della contribuzione volontaria ai partiti politici. Recepita anche la direttiva 2010/31/UE che mira a dare risposta alla esigenza di favorire la riqualificazione e l’efficienza energetica del patrimonio immobiliare.
IL COMUNICATO DEL GOVERNO
Finanziamento ai partiti
Il disegno di legge prevede anche nuove regole volte ad assicurare il tasso di democrazia interna, la trasparenza dei partiti, i controlli sulle relative spese.
Contributi dei privati
Al posto del finanziamento pubblico entrerà in funzione un nuovo sistema che si fonderà sulla contribuzione volontaria da parte dei privati e che si potrà effettuare attraverso:
a) detrazioni;
b) 2 x 1000.
Chi potrà accedere al nuovo sistema
Possono essere ammessi ad ottenere il finanziamento privato in regime fiscale agevolato i partiti politici che abbiano conseguito, nell’ultima consultazione elettorale, almeno un rappresentante eletto alla Camera dei deputati o al Senato della Repubblica o in un’assemblea regionale, o che abbiano presentato, nella stessa consultazione elettorale, candidati in almeno tre circoscrizioni per le elezioni per il rinnovo della Camera dei deputati o in almeno tre del Senato della Repubblica o delle assemblee regionali, o in almeno una circoscrizione dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia.
Le detrazioni
Le erogazioni liberali in denaro, effettuate dalle persone fisiche in favore dei partiti politici, avranno dall’imposta lorda una detrazione pari:
· al 52 per cento per importi compresi fra 50 euro e 5.000 euro annui;
· al 26 per cento (stessa percentuale di detrazione riservata per erogazioni alle Onlus) per importi tra i 5.001 e i 20.000 euro.
Il 2 x 1000: il cittadino sceglie a chi dare i soldi
I partiti politici che abbiano conseguito nell’ultima consultazione elettorale almeno un rappresentante eletto alla Camera dei deputati o al Senato della Repubblica potranno essere ammessi alla ripartizione annuale del 2 x 1000 della propria imposta sul reddito (IRE). Una decisione che assumerà il contribuente, sempre a decorrere dall’anno finanziario 2014, in fase di dichiarazione dei redditi mediante la compilazione di una scheda recante l’elenco dei soggetti aventi diritto.
Il tempo necessario perché il sistema vada a regime: le norme transitorie
Il sistema di regolamentazione della contribuzione volontaria ai partiti politici prenderà avvio nel 2014, ma andrà a regime nel 2016. Solo a giugno 2015 gli italiani saranno infatti chiamati a dichiarare i propri redditi relativi al 2014. A quel punto saranno necessari altri mesi per permettere all’Erario di stabilire l’ammontare esatto della quota del 2 x 1000 da destinare a ciascun partito politico. Fino a tale momento, e quindi in via transitoria, a tutti i partiti è riconosciuto il taglio:
· del 40 per cento nel primo esercizio successivo a quello dell’entrata in vigore del disegno di legge;
· del 50 per cento nel secondo esercizio successivo a quello dell’entrata in vigore del disegno di legge;
· del 60 per cento nel terzo esercizio successivo a quello dell’entrata in vigore del disegno di legge;
Con il quarto esercizio finanziario successivo a quello dell’entrata in vigore del disegno di legge il finanziamento cessa.
Più trasparenza
Per ottenere i contributi volontari, i partiti politici dovranno organizzarsi secondo requisiti minimi idonei a garantire la democrazia interna. Dovranno altresì assicurare la trasparenza e l’accesso a tutte informazioni relative al proprio funzionamento, anche mediante la realizzazione di un sito internet, completo nelle informazioni, chiaro nel linguaggio, facile nella consultazione. Su questo sito dovrà essere pubblicato il rendiconto di esercizio corredato dalla relazione sulla gestione e dalla nota integrativa, nonché il verbale di approvazione del rendiconto di esercizio.
Il disegno di legge comprende inoltre nuove disposizioni in materia di comunicazione politica fuori dalla campagna elettorale: i partiti politici avranno diritto ad accedere a spazi televisivi messi a disposizione a titolo gratuito dalla concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo ai fini della trasmissione di messaggi (della durata massima di un minuto) diretti a rappresentare alla cittadinanza i propri indirizzi politici.
Eco-bonus
Dopo l’esame iniziato nella scorsa seduta, il Consiglio dei ministri ha definitivamente approvato, su proposta del Presidente del Consiglio, Enrico Letta, del Ministro degli affari esteri, Emma Bonino, del Ministro dello sviluppo economico, Flavio Zanonato e del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi:
un provvedimento che recepisce la direttiva 2010/31/UE e che mira a dare un’adeguata risposta alla necessaria ed urgente esigenza di favorire la riqualificazione e l’efficienza energetica del patrimonio immobiliare italiano in conformità al diritto dell’Unione Europea e nell’approssimarsi della scadenza degli attuali benefici.
Le finalità del decreto
Il decreto legge ha l’obiettivo di:
· promuovere il miglioramento della prestazione energetica degli edifici;
· favorire lo sviluppo, la valorizzazione e l’integrazione delle fonti rinnovabili negli edifici;
· sostenere la diversificazione energetica;
· promuovere la competitività dell’industria nazionale attraverso lo sviluppo tecnologico;
· conseguire gli obiettivi nazionali in materia energetica e ambientale.
Cosa cambia per il cittadino
Con l’approvazione del decreto legge è previsto un forte potenziamento dell’attuale regime di detrazioni fiscali che passerà dal 55% per gli interventi di miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici (detrazione in scadenza il 30 giugno prossimo) al 65%, concentrando la misura sugli interventi strutturali sull’involucro edilizio, maggiormente idonei a ridurre stabilmente il fabbisogno di energia. Un’ultima conferma, e non ne sono previste successive, stabilita per dare la possibilità a quanti non lo avessero già fatto di migliorare l’efficienza energetica del proprio edificio. Così, per le spese documentate sostenute a partire dal 1° luglio 2013 fino al 31 dicembre 2013 o fino al 31 dicembre 2014 (per le ristrutturazioni importanti dell’intero edificio), spetterà la detrazione dell’imposta lorda per una quota pari al 65% degli importi rimasti a carico del contribuente, ripartita in 10 quote annuali di pari importo.
Un vantaggio per l’ambiente per l’economia
L’effetto concentrato nel tempo della proroga e l’aumento della percentuale della detrazione possono dare un forte impulso all’economia di settore e in particolare al comparto dell’edilizia specializzata, caratterizzato da una forte base occupazionale, concorrendo in questo momento di crisi al rilancio della crescita e dell’occupazione e allo sviluppo di un comparto strategico per la crescita sostenibile.
Proprio nell’ottica di recepimento della 2010/31 in materia di prestazione energetica:
· viene adottata a livello nazionale una metodologia di calcolo della prestazione energetica degli edifici che tenga conto, tra l’altro, delle caratteristiche termiche dell'edificio nonché degli impianti di climatizzazione e di produzione di acqua calda;
· vengono fissati i requisiti minimi di prestazione energetica in modo da conseguire livelli ottimali in funzione dei costi. I requisiti, da applicarsi agli edifici nuovi e a quelli sottoposti a ristrutturazioni importanti, sono riveduti ogni 5 anni;
· nasce la definizione di “edifici a energia quasi zero” e viene redatta una strategia per il loro incremento tramite l'attuazione di un Piano nazionale che comprenda l’indicazione del modo in cui si applica tale definizione, gli obiettivi intermedi di miglioramento della prestazione energetica degli edifici di nuova costruzione entro il 2015, informazioni sulle politiche e sulle misure finanziarie o di altro tipo adottate per promuovere il miglioramento della prestazione energetica degli edifici.
Entro il 31 dicembre 2020 tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a “energia quasi zero”. Gli edifici di nuova costruzione occupati dalle Amministrazioni pubbliche e di proprietà di queste ultime dovranno rispettare gli stessi criteri a partire dal 31 dicembre 2018.
Viene, infine, previsto un sistema di certificazione della prestazione energetica degli edifici che comprenda informazioni sul consumo energetico, nonché raccomandazioni per il miglioramento in funzione dei costi. La redazione dell’attestato è obbligatoria in caso di costruzione, vendita o locazione di un edificio o di un'unità immobiliare, nonché per gli edifici occupati dalla Pubblica Amministrazione.
Indicazioni nutrizionali e sulla salute su prodotti alimentari
Su proposta del Ministro per gli affari europei, Enzo Moavero Milanesi, e del Ministro della giustizia, Anna Maria Cancellieri, è stato approvato uno s chema di decreto legislativo, sul quale verranno acquisiti i pareri della Conferenza Stato-Regioni e delle Commissioni parlamentari competenti, che definisce le sanzioni per chi violi quanto previsto dal Regolamento 1924/2006 in materia di indicazioni nutrizionali e sulla salute su prodotti alimentari. Divengono comportamenti sanzionati l’impiego falso, ambiguo e fuorviante di tali indicazioni, nonché di quelle incomplete o che determinino incertezza, l’incoraggiamento al consumo eccessivo, i suggerimenti contrari alle regole della salute, lo sfruttamento di timori del consumatore. Al fine di non compromettere le politiche nutrizionali mirate a limitare il consumo di bevande alcooliche viene previsto che queste non potranno recare indicazioni che riguardino la salute. L’etichettatura nutrizionale e riguardante la salute dei consumatori, oggi facoltativa, diverrà obbligatoria dal 13 dicembre 2016; tuttavia per chi decida di adottarla nel frattempo varrà fin da ora l’obbligo di conformarsi alle nuove regole sancite dal Regolamento europeo, più stringenti e rigorose rispetto a quelle già vigenti.
Il Consiglio ha preso atto che i lavori delle conferenze di servizi appositamente convocate hanno consentito di superare le difficoltà amministrative emerse nel corso dell’istruttoria di autorizzazione di due impianti idroelettrici nella provincia di Belluno, in particolare quello sul torrente Mis, da realizzare nel Comune di Gosaldo e quello sul torrente Rio Costeana, nel Comune di Cortina d’Ampezzo; i due progetti verranno pertanto realizzati. L’autorizzazione alla realizzazione è stata invece negata, a seguito di analoghe istruttorie, a tre impianti la cui realizzazione arrecherebbe danno al paesaggio nei Comuni di Acquapendente (Viterbo), San Giuliano di Puglia e Santa Croce di Magliano (Campobasso). Nella medesima provincia, in particolare nel Comune di Rotello, sarà invece realizzato il progetto di costruzione di una stazione elettrica.
CDM: Via libera al Ddl sull’abolizione (dilazionata) del finanziamento ai partiti
Legge elettorale, il Pd si spacca alla Camera Renzi: “Da larghe intese a lunghe attese”
La reazione del Pdl è affidata al commento di Fabrizio Cicchitto, secondo cui il sindaco "vuole liquidare in fretta l'esecutivo". Un'impressione condivisa anche in ambiente Pd, fronte pro-Letta.
Slot machine, una voragine di nero: 96 miliardi in nero. Come quattro finanziarie
La storia è talmente gigantesca e trascurata che molti, ancora oggi, si chiedono se sia vera e non si tratti, piuttosto, dell’ennesima bufala del web. Purtroppo, la storia dei 98 miliardi di euro che i concessionari delle slot machine devono al nostro Stato è verissima.
Il vero vincitore è l'astensionismo
Ballottaggio era previsto e ballottaggio sarà. Come dire, hanno perso tutti. L’unico vero vincitore è stato l’imprevisto e grave astensionismo. Dati sconfortanti in tutte le città in cui sono stati rinnovati i consigli comunali ma soprattutto nella Capitale un romano su due (e il sindaco Alemanno sostiene che siano soprattutto i giovani) non è andato a votare. I cittadini hanno espresso così il loro rifiuto categorico alla politica, a quella cattiva politica che coinvolge tutti anche chi pensa di essere meglio degli altri. Gianni Alemanno, sindaco uscente, conquista un deludente 30% (voto più voto meno), Ignazio Marino, lo sfidante, va oltre il 40%: una forbice ampia, più ampia di quanto si immaginasse. Con il ballottaggio del 9 e 10 giugno Roma, e non solo, torna al bipolarismo contrariamente al tripolarismo nazionale.
Il centrodestra proprio a Roma non è riuscito a capitalizzare i voti che sembravano garantiti. Il centrosinistra benché stordito tira un sospiro di sollievo, forse perché sul cavallo Marino non avrebbero scommesso né al Nazareno, né a Palazzo Chigi anche se con l’ex senatore che vota Rodotà e boccia Letta si salvano pure le larghe intese. Torna dunque il confronto tra Pdl e Pd avendo fatto flop, con il suo 12%, il candidato del Movimento 5 Stelle, Marcello De Vito, che prova a difendere il risultato confrontandolo con quello regionale e non con quello nazionale (a Roma impressionante), ma soprattutto attaccando i giornali e le tv che non gli avrebbero dato lo stesso spazio degli altri concorrenti. Ma non erano proprio gli M5S a detestare i media? La linea politica grillina dello scontro e degli scontrini non ha pagato. Due mesi fa la delusione, la sfiducia e la vendetta verso i partiti aveva indotto gli italiani a dare un voto di protesta, ben incarnata dalle urla e dalle promesse impossibili del comico genovese. Domenica gli italiani hanno dimostrato che sono stufi di chiacchiere e promesse fatte e rimandate. Da chi dovrà «abitare» in Campidoglio vogliono fatti concreti, più di quelli visti finora ancor di più di quelli promessi da chi non sa bene la differenza di gestione tra un ospedale e un Comune. Da oggi è di nuovo campagna elettorale. Al ballottaggio si riparte da zero a zero. Provando a portare alle urne l’altra metà della Capitale.
Nel crollo della partecipazione al voto -che segnala una malattia del sistema democratico- è la destra a pagare il prezzo più alto. Ignazio Marino conquista un bellissimo risultato a Roma e ratifica la disfatta della giunta Alemanno, punita dai cittadini dopo il suo primo mandato. Non credo che stavolta Grillo e il M5S potrà dichiarare indifferenza fra il medico laico esponente di una sinistra critica com’è Marino, e il post-fascista Alemanno appoggiato da un Pdl che fatica a raggiungere il 20% dei voti. Ma sono ottime le notizie che giungono anche dal Nord: a Brescia il sindaco uscente, ciellino del Pdl, che cinque anni fa aveva vinto al primo turno, stavolta è quasi affiancato dal rivale di centrosinistra. Al ballottaggio le liste civiche e il M5S potrebbero ribaltare un risultato che rimane apertissimo. Ancora migliore la notizia che giunge da Treviso, dove l’ottantaquattrenne leghista Gentilini viene lasciato al palo dal candidato dei centrosinistra che affronterà da favorito il ballottaggio. Complessivamente la sinistra in crisi si conferma però la forza politica più credibile quando si tratta di decidere sull’amministrazione delle città. L’8 e 9 giugno è possibile, addirittura probabile, che si determini una situazione per cui nessuna delle grandi città italiane abbia più un sindaco di destra.
Alle politiche di febbraio l’Italia aveva scoperto di essere divisa in tre poli di simile peso elettorale: centrosinistra e centrodestra poco sotto il 30%, MoVimento 5 Stelle sopra il 25%. A tre mesi di distanza alle amministrative l’Italia ritorna al più classico bipolarismo destra sinistra che l’ha contraddistinta negli ultimi decenni, un processo favorito sia dalla legge elettorale che dalla deludente performance della formazione vincitrice delle elezioni nazionali. Il Movimento 5 Stelle infatti non dovrebbe conquistare nessun ballottaggio nei capoluoghi di provincia che andranno al secondo turno. Al momento dovrebbero essere 13, visto che a Vicenza, Massa Carrara e Pisa il centrosinistra dovrebbe farcela al primo turno.
Il Movimento 5 Stelle ottiene infatti risultati molto deludenti nelle maggiori città che hanno rinnovato le loro amministrazioni. Oltre alla sfida più importante di Roma, dove il candidato De Vito è collocato intorno ad un buon 12%, un dato più che dimezzato rispetto al risultato delle politiche, la formazione guidata da Grillo è stata incapace di cogliere risultati importanti anche nei comuni dove alle politiche era andata al di sopra di ogni aspettativa. Nel capoluogo delle Marche dove il M5S è diventato il primo partito della regione, Ancona, il candidato a 5 Stelle ha strappato sì uno dei migliori risultati del Movimento, un buon 15%, che però non gli consentirà di andare al ballottaggio, dove si affronteranno il Pd ed il Pdl. In Veneto, regione dove il M5S era appaiato al centrosinistra al 25% alle politiche, il Movimento affonda a Treviso e Vicenza. Nei due capoluoghi veneti il M5S aveva ottenuto percentuali superiori al 20%, mentre ora fa fatica a superare il 5%, favorendo così i brillanti, e sorprendenti, risultati del centrosinistra. Nelle grandi e medie città che andavano al voto solo la ex roccaforte rossa Imola vede un buon risultato del Movimento, capace di superare il 20%.
Le brutte notizie per il M5S arrivano anche dal Sud, territorio di conquista sorprendente alle politiche. Lo scrutinio è ancora molto arretrato a Barletta ed Avellino, ma in questi due capoluoghi di provincia meridionale la formazione grillina è molto distante dai valori delle politiche, che avevano superato o sfiorato il 20%. La città forse simbolo di questa tornata amministrativa è Siena. Nonostante lo scandalo che ha travolto il Monte dei Paschi, il centrosinistra è nettamente in testa al primo turno, mentre il Movimento 5 Stelle è stato superato perfino dalla sinistra radicale. Il Partito democratico è, a sorpresa, il partito uscito meglio da questa tornata amministrativa. Arrivato in testa al primo turno di Roma, il Pd potrebbe esprimere la maggior parte dei sindaci delle grandi città alla fine dei ballottaggi, e per ora solo il centrosinistra appare capace di vincere al primo turno.
Fabiana, vittima di una bestialità inumana
Ha combattuto con tutte le forze. Fabiana Luzzi, la sedicenne uccisa dal fidanzato di un anno più grande a Corigliano Calabro, prima di morire bruciata ha tentato di togliere di mano al suo omicida la tanica di benzina con la quale intendeva darle fuoco. A raccontarlo è stato lo stesso ragazzo nel corso dell'interrogatorio. Dopo essere stata ferita da diverse coltellate quando si è resa conto che il ragazzo intendeva bruciarla, si è alzata e gli si è buttata addosso, cercando di versare per terra il contenuto della tanica. Poi, indebolita dalle ferite, è ricaduta a terra e lui le ha dato fuoco.
L'altra faccia della medaglia, in questa terribile storia di brutale violenza, sono le parole della mamma di Fabiana che, seppur distrutta dal dolore, ha la forza di guardare oltre il desiderio più naturale e immediato: giustizia, vendetta. "Anche lui è una povera vittima" ha detto la donna, riferendosi all'assassino 17enne di sua figlia, nel corso dell'incontro con l'arcivescovo di Rossano-Cariati, monsignor Santo Marcianò. L'arcivescovo, conversando con la mamma della ragazza, ha parlato di un possibile recupero dell'omicida.
Secondo la confessione del diciassettenne, dopo una lite per gelosia durante la quale Fabiana Luzzi l'avrebbe "aggredito", lui ha reagito accoltellandola. Più volte. Poi è andato a procurarsi la benzina, quindi è tornato indietro per bruciare i resti della ragazza. Che, ha raccontato, "era ancora viva quando le ho dato fuoco". Con le forze rimaste, poche per il sangue perso, l'ultimo tentativo di Fabiana Luzzi è stato quello di togliergli dalle mani la tanica. Ma è ricaduta indietro, e non si è più rialzata.
"Mia figlia ha il diritto di avere giustizia", ha detto la mamma di Fabiana Luzzi parlando con l'arcivescovo di Rossano-Cariati, mons. Santo Marcianò. L'arcivescovo si è recato a casa dei genitori della sedicenne, dove ha incontrato il padre e la madre.
Questa mattina a Corigliano Calabro le scuole sono chiuse in segno di lutto. Gli studenti, tra cui i compagni di Fabiana, hanno organizzato un corteo per la città che si concluderà sotto la casa della famiglia. I ragazzi indossano un nastro rosso. Il colore "dell'amore, che vogliamo portare per ricordare Fabiana", hanno detto. In testa al corteo uno striscione con la scritta "16 anni per sempre. Riposa in pace piccolo angelo". "La tua storia meritava più ascolto", c'è scritto sullo stesso striscione. E ancora: "Puoi raggiungere solo adesso la tua meta, quel mondo diverso che non trovavi mai. Solo che non doveva andare così, solo che ora siamo tutti un po' più soli".
L'ennesimo episodio di femminicidio esplode in una dimensione drammatica, fatale, inspiegabile. La donna vista come un oggetto di cui rivendicare la proprietà, un vanto da esporre, un soprammobile da mostrare ad amici e conoscenti. Non una persona della quale ammirare l'intelligenza, l'arguzia, la sensibilità ma solo un corpo senza vita, senza intelletto, senza anima. Un cuore inutile. Tanto inutile da poterne decretare il termine della vita in maniera inumana e bestiale, senza l'umana pietà che dovrebbe appartenere ad ogni essere umano. Sono questi i momenti in cui la rabbia ed il dolore riempiono il cuore, sono questi i momenti in cui mi vergogno di essere uomo.
Per colpa di chi? Confindustria e di B.
Confindustria aveva rinnovato l'invito a Berlusconi a Parma il 10 aprile 2010, davanti a 6000 imprenditori, un record di partecipazione. Allora Silvio B. - fresco vincitore del voto del 2008 - le aveva sparate grosse. «Non siamo un paese in declino» e i conti pubblici italiani «sono in ordine grazie a Tremonti». L'anno prima, nel 2009, la recessione aveva tagliato il Pil italiano del 5,1%, ma gli industriali avevano applaudito Silvio B. che annunciava che non dobbiamo «farci toccare dal pessimismo e dal catastrofismo».
Ora il catastrofista siede al vertice di Confindustria, si chiama Giorgio Squinzi e ieri ha dichiarato che «il Nord è sull'orlo di un baratro» - il Sud vi è precipitato da decenni, ma questo allarma assai meno l'assemblea degli industriali. Lacrime di coccodrillo o retorica dell'emergenza? «Ci aspetta un grande impegno comune: fare una nuova Italia, europea, moderna aperta», una grande alleanza col governo delle già larghissime intese. Ma contro chi? Contro il fisco, le banche che non danno soldi, il costo del lavoro (proprio così) a livelli insostenibili. Concorda il presidente del consiglio Enrico Letta, che dichiara di essere «dalla stessa parte» delle aziende. Soddisfatti i sindacati.
È possibile che i fatti - per non parlare delle responsabilità per le politiche passate - siano così completamente rimossi dai discorsi dell'élite economica e politica di questo paese? Dall'inizio della crisi nel 2008 al 2012 il Pil italiano è crollato dell'8%, la produzione industriale - quella che interessa a Squinzi - di oltre il 20%, gli investimenti - quelli che dovrebbero fare i suoi associati - del 17%.
L'Italia è passata nella serie B del sistema produttivo europeo per effetto delle politiche dei governi di centro-destra e di larghe intese e per effetto delle scelte delle imprese italiane di arricchirsi con la finanza, abbandonare innovazione e ricerca, vendere e chiudere gli impianti. Solo in Svizzera ci sono 150 miliardi di euro di capitali italiani trasferiti clandestinamente; se solo il 10% rientrasse in Italia per essere investito dagli associati di Confindustria, la ripresa invocata da Squinzi sarebbe immediata.
È tragico che non ci sia un ministro, un politico, un sindacalista che offra questa replica, mentre un italiano su sei non trova - o sta perdendo - il lavoro.
La sfida di Renzi al M5s
"Vorrei fare un bel confronto con Grillo. Via streaming, via facebook, ma per adesso non ho mai visto Grillo confrontarsi. E' un Grillo che scappa". Punge il Movimento 5 Stelle, il sindaco di Firenze, intervistato questa mattina da Radio Capital. "Facciamo il
confronto di idee. Ma chi ha votato il Movimento 5 Stelle oggi è contento?".
Glasnost
"Io ho tagliato le auto blu - dice Renzi - ho messo on line spese del Comune, la trasparenza non è girare con la telecamerina in testa. La trasparenza è dire tutto". Anche dire se si hanno capitali all'estero? "Lasciamo stare la polemica con Grillo - ribatte Renzi - non avete chiesto alla persona giusta, dovete chiedere a Beppe
Grillo. La domanda è: gli elettori del 5 Stelle sono contenti?"
Crimi: da lui non prensiamo lezioni
"Io non prendo lezioni da chi è stato eletto per fare il sindaco e invece fa campagna elettorale permanente da due anni", replica a Radio 24 Vito Crimi, capogruppo dei senatori del M5S, quando gli vengono ricordate le parole di Renzi sull'attitudine del movimento di occuparsi soltanto "di scontrini". "Vada a fare il sindaco - ha aggiunto - io lezioncine da lui non ne prendo". Renzi, dovrebbe "informarsi in modo diverso" sulle attivita dei deputati e dei senatori a 5 Stelle, ha spiegato Crimi, e invece "di leggere solo i giornali" dovrebbe guardare anche "i siti istituzionali di Camera e Senato" dove sono rendicontate tutte le attivita quotidiane.
Renzi: Letta sta facendo bene
"Le polemiche nei confronti di Enrico Letta mi sembrano ingenerose e fuori luogo", dice Renzi, aggiungendo che il premier "sta cercando di fare del suo meglio". Potrebbe Renzi guidare in futuro un Governo di larghe intese? "Non credo di essere molto adatto a equilibri ed equilibrismi - è la risposta - non ho le caratteristiche che ha Enrico, molto importanti, di tenere insieme tutti: non è facile, Letta lo sta
facendo molto bene".
Presidenzialismo, si può fare
"Si', assolutamente, gli italiani sono pronti a questo", dice invece Renzi circa l'elezione
diretta del presidente della Repubblica, dicendosi a favore di una repubblica semipresidenziale. "Lo si è visto nel dibattito dell'elezione del presidente - ha spiegato - la gente si è chiesta perche non si scegliesse un nome che parlava all'opinione pubblica".
Il Pd dopo il voto
"Il Pd deve capire la lezione che è arrivata dalle elezioni", ha spiegato Renzi, ribadendo
che "squalificare il M5s" con il ddl Zanda-Finocchiaro è "un errore clamoroso", e che Silvio Berlusconi è eleggibile.
I mali del Pd
"Il nostro avversario è la nostra paura", aveva detto lo stesso Renzi, ieri, a Imola, inquadrando l'attuale situazione del Partito Democratico.
"Durante la campagna per le primarie dicevo di andare a prendere il voto dei delusi del centrodestra. Oggi abbiamo scoperto - ha concluso Renzi - che era meglio andare a prendere il voto dei delusi del centrodestra che prendere i voti dei ministri del centrodestra".
Crisi, Squinzi: Italia sull'orlo del baratro. Priorità crescita e lavoro, ridurre cuneo fiscale
«L'obiettivo deve ora essere uno solo: tornare a crescere». Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi lancia l'allarme sul sistema Italia. Le priorità sono lavoro e crescita, sottolinea, incassando il pieno sostegno del governo. «Siamo dalla stessa parte», ha detto il premier Enrico Letta.
«Il nord è sull'orlo di un baratro economico che trascinerebbe tutto il nostro Paese indietro di mezzo secolo, escludendolo dal contesto europeo che conta», ha sottolineato all'assemblea dell'associazione degli industriali dopo aver parlato anche delle «debolezza strutturali» del Mezzogiorno, «una parte del Paese in cui lo sforzo per la crescita, lo sviluppo e l'occupazione assume le caratteristiche di una vera e propria sfida per la sopravvivenza». «Per tornare a produrre più benessere l'Italia deve fare leva sulla sua risorsa più importante: la vocazione industriale in tutte le sue declinazioni. Il manifatturiero è il motore del nostro sistema».
«La mancanza del lavoro è la madre di ogni male sociale», ha aggiunto. «Va affrontata in maniera strutturale e con equilibrio, intervenendo sul costo, produttività e regole». Le imprese «sono pronte a supportare l'azione del governo con investimenti e occupazione».
«Ridurre il cuneo fiscale, al 53% nel 2012, eliminando il costo del lavoro dalla base imponibile Irap e tagliando di almeno 11 punti gli oneri sociali che gravano sulle imprese manifatturiere», ha inoltre detto Squinzi. «Più della metà di quello che le imprese pagano ai lavoratori va nelle casse dello Stato».
Letta. «Siamo dalla stessa parte: la politica forse troppo tardi ha capito la lezione, ma ora deve applicare quello che ha capito«. Così il premier Enrico Letta si è rivolto alla platea di Confindustria.
IMU, Berlusconi ed un governo sotto ricatto
Insomma, il leader del Pdl sta col fiato sul collo del governo: entro "i primi di giugno" deve "vedere la luce il decreto con tutte le misure indispensabili per riavviare lo sviluppo". Quanto all'ineleggibilita', Berlusconi davanti alle telecamere sceglie la strada dell'ironia. Ma l'avvertimento al Pd e al governo c'e' tutto: "Ci sono delle ipotesi abbastanza divertenti", esordisce al Tg4. "Mi sembra che qualcuno abbia portato avanti l'ipotesi di una ineleggibilita' del sottoscritto dopo 20 anni di voti di milioni di italiani e dopo tanti Parlamenti che hanno sempre approvato la mia eleggibilita'".
Se si abbina questa proposta a quella sulla riforma dei partito per bloccare Grillo, tira le somme il Cavaliere, il risultato e' che "qualcuno e' un genio, perche' eliminato Berlusconi e il Pdl, eliminato Grillo e il M5S, il Pd correrebbe da solo". In privato, pero', i toni sono ben diversi, viene spiegato, e l'umore dell'ex premier - gia' alquanto provato dalle sue vicende giudiziarie - e' nero, tanto che l'ordine di scuderia e' chiaro: se il Pd fa asse con i grillini salta tutto. Per evitare fraintendimenti e orecchie da mercante, poi, il Pdl si premura di dichiarare pubblicamente, con Nitto Palma, che quanto puo' accadere in Giunta avra' sicure ripercussioni sulla tenuta dell'esecutivo. Il messaggio, questa mattina, e' stato fatto recapitare a palazzo Chigi e al Nazareno forte e chiaro: se anche un solo senatore del Pd vota a favore del candidato grillino alla presidenza della Giunta per le elezioni del Senato e, quindi, fa saltare la candidatura del leghista Volpi e di fatto avalla la mozione del M5S sulla ineleggibilita' di Silvio Berlusconi, il governo ha vita breve, anzi brevissima. Un avvertimento che deve essere arrivato alle orecchie giuste in extremis, tanto che a pochi minuti dalla riunione della Giunta per le elezioni e le immunita' a palazzo Madama tutto viene bloccato e rinviato sine die. Troppo alto il rischio, viene spiegato sia da fonti Pd che Pdl, che qualche franco tiratore in casa democratica con il suo voto 'fuori dal coro' possa far saltare il banco. Meglio resettare tutto, cercare le dovute garanzie dal Pd e poi riconvocare la Giunta. Ma le fibrillazioni al'interno della maggioranza riguardano vari fronti: c'e' il ddl sempre al Senato sul dimezzamento delle pene per i reati di concorso esterno mafioso - qualcuno nell'opposizione azzarda che sia una norma pro Dell'Utri - poi ritirato, c'e' l'emendamento sul condono edilizio, e soprattutto c'e' la legge elettorale, dove il Pdl tiene il punto: si' a modifiche light, no a una nuova legge prima delle riforme istituzionali e, in particolare, un no secco al ritorno al Mattarellum. Di carne al fuoco, dunque, ce ne e' molta e il Cavaliere e' consapevole che se il Pd tirera' la corda a fatica riuscira' a tenere a freno i 'falchi, sempre piu' recalcitranti. Ma per il momento la linea di Berlusconi non cambia di un millimetro: il Pdl sara' leale, non faremo cadere noi il governo. "E' dal Pd", va ripetendo nei suoi colloqui privati, "che Letta deve guardarsi". Ma, sia chiaro, seppure "io faro' di tutto per la pacificazione, per porre finalmente fine alla guerra fredda e per non sprecare questa occasione epocale", scandisce, il banco di prova saranno i nuovi provvedimenti, a partire dall'abrogazione totale dell'Imu da varare i "primi di giugno" - non piu' entro il 31 agosto - in aggiunta allo stop sull'aumento Iva e le altre misure del programma elettorale del Pdl.
Gabanelli-M5s....c'eravamo tanto amati
Il video dell'inchiesta di Sabrina Gianni
E' forse finito un amore. Quello tra il Movimento 5 Stelle e Milena Gabanelli. Infatti, nel corso dell'ultima puntata di Report, andata in onda domenica 19 maggio su Rai Tre, la trasmissione della Gabanelli, che ha vinto nelle Quirinarie, le consultazioni online del M5S per scegliere il candidato da proporre per la presidenza della repubblica, si è occupato del finanziamento pubblico dei partiti. E Report si è occupato, a modo suo, anche della trasparenza del finanziamento al M5S; cosa che non è piaciuta a tutti i militanti grillini, che hanno accusato la Gabanelli di essere "traditrice" e "ingrata".
Ci si è molto soffermati, senza grandi scoop a dire il vero, sul finanziamento dei partiti e delle fondazioni. Molto interessante, invece, la parte riguardante la fondazione in cui sono state inserite le proprietà dei DS. Una trovata che probabilmente permetterà ad Ugo Sposetti, storico tesoriere dei democratici di sinistra, di riuscire nel suo intento: ovvero preservare i beni del partito dalle fauci dei creditori. Banche in primis. I Ds hanno praticamente donato ad una fondazione i loro immobili, in modo di renderli inattaccabili ai creditori.
Ma veniamo al Movimento 5 Stelle. E' vero che i "grillini" sono stati gli unici a rifiutare i rimborsi e a finanziarsi tramite piccole donazione dei privati, proprio dal blog di Beppe Grillo. Ma la trasparenza, sembra di capire dalla puntata di Report, non la fa da padrone dalle parti del Movimento.
Ecco cosa ha detto ieri Report:
Difficile fare una stima del ricavoin pubblicità. Attendiamo l’ultimo bilancio della società di Casaleggio sperando che non sia generico come quello del 2011. Chi avrebbe potuto dirci a quanto ammontano i guadagni dell’ultimo anno, quello del boom, è proprio Casaleggio, che ha preferito non rilasciare l’intervista.
E infatti, la trasmissione mostra Casaleggio che testualmente dice "A questa domanda non voglio rispondere"
Poi si parla del logo del Movimento, di proprietà di Grillo
Grillo è titolare del blog e del simbolo del movimento. Questo è il primo caso di un movimento politico che pubblicizza sotto il proprio simbolo un prodotto commerciale, perché il blog è anche questo. Quindi potrebbe essere un sistema innovativo per finanziare la politica.
Poi, Sabrina Gianni ricorda quanto prescritto nel codice di comportamento firmato dai candidati del M5S al momento dell'accettazione della candidatura. E cioè che «i gruppi di comunicazione per i parlamentari di Camera e Senato saranno definiti da Beppe Grillo»
E aggiunge:
Così tutta la comunicazione del movimento, dal blog al Parlamento, è sotto il controllo della Casaleggio Associati. Ma lo stratega del marketing politico era già entrato nel palazzo come consulente dell’Italia dei Valori, pagato con il denaro incassato grazie al finanziamento pubblico, della cui abolizione il Movimento 5 Stelle ha fatto il suo cavallo di battaglia.
E infine, la "bordata" dell'amata Gabanelli
Bene, in assenza dei protagonisti che hanno preferito declinare l’invito, due considerazioni: la prima, il movimento è esploso in pochi mesi,nel disordine
pretendere subito ordine nei conti comprendiamo che è complesso, ma aspettiamo quanto prima la pubblicazione delle fatture promesse. Secondo l’house organ del
movimento di fatto è il blog, la voce politica passa da lì, i proventi vanno anche al movimento oppure no? Domanda semplice, trasparenza esige risposta, anche se la
legge non vi obbliga. Ciò detto, con 3 milioni di disoccupati smettete di parlare dei scontrini, e il vostro 25% di voti tiri fuori tutte le idee che ha. Nessuno di noi, nessuno
al mondo pensa che la politica viva d’aria, e per garantire, affinché garantisca l’interesse generale e non venga fatta solo dai ricchi, in tutta Europa è finanziata dal
pubblico, l’imperativo è non buttare i soldi dalla finestra, come è stato fatto fino ad adesso. Si potrebbe addirittura anche ipotizzare delle proposte alternative: quella peresempio di dare la possibilità alle persone fisiche - non alle imprese, perché possono avere dei conflitti di interesse - di dare, di destinare ciò che vogliono a chi vogliono,
interamente detraibile. Potrebbe anche essere un modo per premiare i risultati e renderci tutti più partecipi e responsabili. Nonché vigili.
L'attacco della Gabanelli non è piaciuto proprio, come dicevamo, ad una parte dei militanti del M5S. Che, anche sul blog del comico genovese, se la prendono con la loro ex eroina.
Un esempio, eccolo qui, abbastanza esplicativo:
«Cara gabanelli, dicci TU INVECE chi ti ha costretto a fare quel servizio SU REPORT SENZA CONTRADDITTORIO perchè, altrimenti, sei anche tu della stessa "ciruma" di quei giornalisti di MERDA, PAGATI E SERVI DEI LORO SPONSOR POLITICI.
grazie e per adesso vaffanculo!» scrive un certo maxrocco. (notare le maiuscole, eh)...
E via ancora: «Mi sembra che il programma della Gabanelli sia stato realizzato su commissione per depotenziare e screditare il movimento e il suo progetto di democrazia diretta»
E, addirittura, la conduttrice di Report diventa «giornalista di regime», per Ottaviano Augusto: «il segretario politico del pd e' silvio berlusconi
gabanelli e' la giornalista di regime....attacca chi puo' distruggere la porcilaia partitocratica berlusconiana»
Ma non è - ci chiediamo in maniera retorica - che la Gabanelli, come per molti altri politici, è una grande giornalista fino a quando non viene a fare domande a casa nostra?
7 anni di PORCELLUM INCOSTITUZIONALE
Il premio di maggioranza previsto dalla legge elettorale del 2005, detta “porcellum”, viene ‘bocciato’ dalla Corte di Cassazione che nell’ordinanza depositata lo scorso 17 maggio ha disposto la trasmissione degli atti alla Consulta. I giudici di piazza Cavour sul premio di maggioranza previsto per la Camera ritengono che sia “un meccanismo premiale che da un lato, incentivando il raggiungimento di accordi tra le liste al fine di accedere al premio, contraddice l’esigenza di assicurare governabilità e, dall’altro, provoca una alterazione degli equilibri istituzionali, tenuto conto che la maggioranza beneficiaria del premio e’ in grado di eleggere gli organi di garanzia che restano in carica per un tempo più lungo della legislatura”.
La Cassazione bacchetta i giudici della Corte d’Appello di Milano che, nell’aprile 2012, avevano giudicato “manifestamente infondate le questioni di costituzionalità” sollevate sul ‘Porcellum’. Piazza Cavour, sempre in riferimento al premio di maggioranza, fa notare che “la distorsione provocata dall’attribuzione del premio costituisce non già un mero inconveniente di fatto (che può riscontrarsi in vari sistemi elettorali), ma il risultato di un meccanismo che è irrazionale perché normativamente programmato per tale esito”. Ecco perché, secondo la Cassazione, correttamente i 27 ricorrenti capitanati da Aldo Bozzi “invocano come norma-parametro anche l’art. 48 comma 2 della Costituzione poiché ad essere compromessa è proprio la parità di condizione dei cittadini nel momento in cui il voto viene espresso nella quale l’uguaglianza del voto consiste”.
Secondo la Cassazione poi “il dubbio di legittimità costituzionale del premio per il Senato, oltreché per la mancanza di una soglia minima di voti e/o di seggi, sorge per l’ulteriore profilo di irrazionalità intrinseco in un meccanismo che di fatto contraddice lo scopo che dichiara di voler perseguire (quello di assicurare la governabilità)”. E infatti, è il ragionamento della Cassazione, “essendo il premio diverso per ogni regione, il risultato è una sommatoria casuale dei premi regionali che finiscono per elidersi tra loro e possono addirittura rovesciare il risultato ottenuto dalle liste e coalizioni di lista su base nazionale. Le diverse maggioranze regionali non avranno mai modo di esprimersi e di contare, perché il Senato è un’assemblea unitaria e il governo è nazionale”.
In questo modo, annota la Corte Suprema, “si favorisce la formazione di maggioranze parlamentari non coincidenti, pur in presenza di una distribuzione del voto sostanzialmente omogenea tra i due rami del Parlamento, e si compromette sia il funzionamento della nostra forma di governo parlamentare nella quale, secondo i dettami del bicameralismo perfetto, il governo deve avere la fiducia delle due Camere, sia l’esercizio della funzione legislativa che l’art. 70 della Costituzione attribuisce paritariamente alla Camera e al Senato”. La violazione “dei principi di ragionevolezza e uguaglianza del voto è per il Senato ancora più evidente se si considera che l’entità del premio, in favore della lista o coalizione che ha ottenuto più voti, varia regione per regione ed è maggiore nelle regioni più grandi e popolose, con l’effetto che il peso del voto (che dovrebbe essere uguale e contare allo stesso modo ai fini della traduzione in seggi) è diverso a seconda della collocazione geografica dei cittadini elettori”.E così in un’anonima mattina di maggio del 2013 l’Italia apprende da Repubblica che per sette anni potrebbe aver vissuto in un regime anticostituzionale. Legge, sulle pagine già riprese dai quotidiani online, che la Consulta ha accolto il ricorso di un avvocato milanese contro il Porcellum, «una legge vergognosa, un imbroglio pazzesco, che produce un Parlamento di “nominati” e non di eletti», quindi di fatto «contro la Costituzione», perché gli italiani «non eleggono i loro rappresentanti». Peccato che con il Porcellum gli italiani abbiano votato per ben tre tornate elettorali. E che quella legge sia responsabile dello stallo politico in cui il Paese si trova. Buongiorno Corte costituzionale.
Il caimano mistificatore tra IVA ed EQUITALIA....
Imu sospesa e Cig rifinanziata. Al termine di un Consiglio dei ministri durato un mattino, il premier Enrico Letta annunicia lo stop al pagamento della rata di giugno dell’Imu sulla prima casa e gli alloggi popolari fino al 16 settembre. Non è certo la restituzione del già pagato, ma una prima boccata d’ossigeno per quella che lo stesso Letta chiama una pausa di 100 giorni «per riformare» la tassa. Insieme al miliardo di euro stanziati per il rifinanziamento della Cig ora si può «dare fiducia, prestare attenzione alle famiglie e far calare la pressione fiscale». Ma per rilanciare l’economia serve qualcosa di più, «uno stimolo all’economia reale».
Lo stesso Renato Brunetta, che ieri aveva indicato agosto come termine ultimo per una soluzione della questione Imu, oggi parla di «grande soddisfazione per il decreto approvato oggi in Consiglio dei ministri». Ancora più ottimista Angelino Alfano: «il superamento dell’Imu è a portata di mano e darà una boccata di ossigeno a famiglie e imprese». Nel pomeriggio anche Silvio Berlusconi rivendica la misure varate oggi dal governo: «E’ intanto il nostro primo successo perché già a giugno non dovremo più pagarla - annuncia in un videomessaggio su Facebook -. La sinistra era sicura di vincere ed invece deve fare i conti con il nostro programma».
La sospensione del pagamento riguarderà la prima casa ma non le ville, i castelli, e gli immobili signorili e di pregio. Niente pagamento anche per gli immobili usati da famiglie a basso reddito come abitazioni principali, gli alloggi regolarmente assegnati dagli Istituti autonomi per le case popolari (Iacp) o da enti di edilizia con le stesse finalità.
Sempre Alfano spiega: i soldi necessari«provengono al 100% da tagli e non ci sono nuove tasse», e questo vale anche per la Cig. Ancora Letta ci tiene a precisare che parte della copertura di un miliardo di euro per rifinanziare la cassa integrazione in deroga arriva dai fondi per la produttività che «a legislazione vigente e per la situazione attuale del nostro bilancio quest’anno non si sarebbero potuti utilizzare e vengono usati come copertura temporanea con l’impegno a rimettere queste risorse nel momento in cui faremo l’operazione complessiva». Insomma, ci si tiene a sottolineare che i saldi restano quelli di prima. Sarà invece rinviata al 31 dicembre 2013 la scadenza dei contratti dei precari della pubblica amministrazione prevista per luglio. Stop pure al doppio stipendio per i ministri-deputati «anche per il futuro», ha spiegato il presidente del Consiglio evidenziando che il provvedimento «dà prime risposte a famiglie, imprese e lavoratori» ed auspicando che «l’Ue coglierà gli sforzi dell’Italia per rimanere virtuosa».
Il decreto varato oggi dal governo «va nella giusta direzione» ed è «un primo passo», commenta l segretario del Pd Guglielmo Epifani che ha invitato a non mettere «mine ed ostacoli» sulla strada intrapresa dall’Esecutivo. Sulla Cig in deroga, ha sottolineato Epifani, «è stata posta una cifra importante che va a beneficio dei lavoratori e delle piccole imprese». Positivo anche lo slittamento a fine anno della validità dei contratti dei precari della Pubblica Amministrazione, così come la sospensione dell’imu «sulla quale si preannuncia una riforma complessiva come noi avevamo chiesto». Infine, rimprovera Berlusconi, colpevole di intestarsi «meriti non suoi».
Polemico invece il Movimento 5 Stelle: «Letta aveva detto che non sarebbe stato il decreto dei miracoli, ma non pensavamo certo che si sarebbe trasformato nel decreto degli struzzi». Su questioni di importanza vitale per famiglie, lavoratori e imprese, spiega, il governo fa come i grandi uccelli che non volano: «infila la testa sotto la sabbia e rinvia la soluzione a data da destinarsi».
Anche il segretario della Cgil Susanna Camusso non è pienamente convinta del rifinanziamento Cig: «Se da un lato c’è il riconoscimento che le risorse necessarie erano molte di più di quelle di cui il Governo parlava in questi giorni, permane la scelta di prenderli dal lavoro, si sottraggono da altre fonti che in questo momento sono essenziali». Sul tema, precisa, «bisogna vedere concretamente le tabelle. Non si possono però cercare risorse nella formazione professionale che è uno degli strumenti per le politiche attive del lavoro. Non si capisce perché una delle poche fonti di decontribuzione che permette di alzare un po’ le retribuzioni venga passata al finanziamento degli ammortizzatori».
Strano il commento di Berlusconi sul previsto aumento dell'IVA dal primo luglio e su Equitalia: "L’Iva è una tassa che deprime i consumi e non deve aumentare e bisogna tagliare le unghie a quel mostro di Equitalia; bisogna detassare completamente le nuove assunzioni per creare lavoro; dare una scossa all’attività delle imprese superando il sistema delle autorizzazioni preventive".
Il manifesto Hollande «Governo economico per i Paesi dell'euro» Nell'arco di due anni si dovrebbe realizzare anche l'Unione politica: gli Stati Uniti d'Europa
Nella conferenza stampa semestrale all'Eliseo, davanti a 400 giornalisti, François Hollande stila il bilancio non facile del primo anno di presidenza e soprattutto annuncia la svolta dell'anno II, quello della fase «offensiva»: innanzitutto con una nuova iniziativa europea che prevede «unione politica entro due anni» e un «governo economico europeo».
È un cambiamento radicale nella politica della Francia. Rinnovando una tradizione nazionale osservata da De Gaulle in poi, Hollande finora si era sempre dimostrato restio a seguire la Germania nelle sue proposte di rafforzamento europeo a livello politico: i collaboratori dell'Eliseo spiegavano che c'erano prima da prendere misure urgenti per salvare l'euro, e che i solenni discorsi tedeschi sugli Stati Uniti d'Europa sembravano più che altro un modo per evitare questioni più concrete (dagli eurobond all'unione bancaria). La formula «unione politica» era sempre stata bandita dai discorsi di Hollande, a vantaggio di una più fumosa «integrazione solidale».
Stavolta invece la Francia sembra voler vedere le carte della Germania: davvero siete pronti all'Unione politica? Anche noi. In apertura del suo discorso, Hollande ha detto che «il mio dovere è fare uscire l'Europa dal suo stato di prostrazione e ridurre la disaffezione dei popoli, che non può che compromettere il futuro stesso dell'Unione europea». Vedremo nei prossimi giorni quali conseguenze avrà il suo annuncio, e se davvero erano le reticenze francesi a frenare il processo di integrazione.
Rai, guarda chi si rivede: il conflitto d’interessi
Povera Italia...ricordo quando eri il "bel paese"...
Sei anni di reclusione e interdizione perpetua dai pubblici uffici. E' questa la dura condanna chiesta per Silvio Berlusconi dal pubblico ministero Ilda Boccassini al termine della sua requisitoria al processo per il caso Ruby. Secondo la pubblica accusa, l'ex premier, che deve rispondere dei reati di concussione e prostituzione minorile, vista "la gravità dei reati commessi", non merita neppure la attenuanti generiche. "Nonostante gli attacchi che possiamo ricevere - ha proseguito il pm - siamo consapevoli che il nostro lavoro e il nostro rigore processionale emergono dalle carte processuali, come è giusto che sia". Un affondo al quale Berlusconi ha replicato così in una breve nota: "Non mi è stato possibile ascoltare la requisitoria. Ho letto le agenzie. Che devo dire? Teoremi, illazioni, forzature, falsità ispirate dal pregiudizio e dall'odio, tutto contro l'evidenza, al di là dell'immaginabile e del ridicolo. Ma tutto è consentito sotto lo scudo di una toga. Povera italia!". "La procura ritiene che è stato provato che l'imputato non solo era a conoscenza della minore età, ma ha fatto sesso con una minorenne", ha spiegato la Boccassini, che nel passaggio finale della suo intervento in aula ha anche rievocato il giorno della contestazione dei parlamentari del Pdl al Tribunale di Milano. "Il giorno in cui sono uscita dal Palazzo di Giustizia e ho visto un assembramento di persone che fanno parte delle istituzioni che volevano entrare nell'Aula del processo mi sono rifiutata di fare aprire la porta in attesa che il Collegio arrivasse e mi sono sentita smarrita perché non capivo le ragioni per le quali questi rappresentanti delle istituzioni avevano invaso il palazzo", ha ricordato. Se la condanna chiesta per il Cavaliere dalla procura di Milano è durissima, non meno pesante è la ricostruzione della vicenda processuale esposta in aula dalla pubblica accusa nel corso di una requistoria durata oltre quattro ore ed iniziata con un ritratto della giovane marocchina e delle altre partecipanti alle feste di Arcore (e in particolare Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti), la ricostruzione della notte di Ruby in Questura e la "bufala grossolana" sulla nipote di Mubarak. In poche parole, per Boccassini, le vicende emerse nel corso dell'inchiesta prima e del processo poi, rappresentano con ogni evenienza l'esistenza di "un sistema prostitutivo per il soddisfacimento dell'ex premier". Berlusconi, ricostruisce il pm, non poteva non sapere che Karima fosse minorenne, dal momento che Fede ne era a conoscenza: "Possiamo immaginare che una persona con cui aveva un rapporto di fedeltà come Fede non avesse detto a Berlusconi che aveva introdotto ad Arcore una minorenne?". E ancora, per il pm "non c'è dubbio che Ruby avesse fatto sesso con l'imputato e ne aveva ricevuto benefici". La ragazza, dal canto suo, è stata "vittima del sogno italiano" in negativo, quello che hanno "le ragazze delle ultime generazioni" i cui unici obiettivi sono "entrare nel mondo dello spettacolo e fare soldi". "Difficile poter credere che una ragazza possa avere mille euro in tasca facendo animazione, che vuole dire far ridere clienti stupidi". Ruby, secondo Ilda Boccassini, "è una giovane di furbizia orientale", "non ha come obiettivo il lavoro, la fatica, lo studio ma accedere a meccanismi che consentano di andare nel mondo dello spettacolo, nel cinema". Al centro del "sistema" Arcore tre organizzatori: Fede, Mora e Minetti. Quest'ultima si barcamenava in "un doppio lavoro". "Siamo di fronte a una rappresentante delle istituzioni che aveva un doppio lavoro - dice ancora il pm - consigliera regionale alla luce del sole e, non alla luce del sole, gestire le case delle 'olgettine'". Dalla ormai famosa notte di Ruby in Questura deriva quindi per Berlusconi l'accusa di concussione "perchè abusando della sua qualità ha fatto in modo che la minore ricevesse un indebito vantaggio non patrimoniale consistente nella sua fuoriuscita dalla sfera di controllo della polizia e per sé che non si disvelasse quanto accadeva nelle serate di Arcore". "C'era una batteria, quasi un apparato militare per proteggerla", ha ricostruito la Boccasini riferendosi ai funzionari di ps intervenuti, dopo la telefonata dell'ex premier, per rilasciare la giovane. "Possiamo credere a queste risibili dichiarazioni che tutto ciò è stato fatto per proteggere una povera ragazza?", ha chiesto retoricamente il pm. "A fronte di tutte le circostanze elencate", ha insistito, una persona non "si attiva in questo modo per una ragazzina conosciuta saltuariamente". Le telefonate dell'ex presidente del Consiglio in Questura, di conseguenza, sono servite, secondo il magistrato, a "coprire quello che accadeva durante le cene di Arcore" e la stessa concussione deriverebbe, secondo l'accusa, da questo intento. Nella notte tra il 27 e il 28 maggio "il pm Annamaria Fiorillo aveva autorizzato a trattenere Karima (vero nome di Ruby, ndr) in Questura fino al mattino successivo", sostiene ancora Ilda Boccassini ripercorrendo nella sua requisitoria le telefonate intercorse tra il magistrato di turno del Tribunale dei Minori e la funzionaria della questura Giorgia Iafrate. Le "pressioni" dell'imputato Silvio Berlusconi avrebbero poi costretto i funzionari della Questura ad agire diversamente, affidando Ruby a Nicole Minetti. "Avvilenti - prosegue Boccassini - le dichiarazioni della Iafrate che afferma che Fiorillo le aveva dato il suo consenso". E' invece "evidente e oltre ogni ragionevole dubbio che quella notte, a dispetto delle disposizioni di Fiorillo, la minore è stata consegnata a una prostituta tramite la Minetti, un rappresentante delle istituzioni". Una requisitoria fiume, quella pronunciata dalla Boccassini, non senza momenti di tensione. Come ad esempio quando afferma che alcuni testimoni "sono stati costretti a mentire", facendo scoppiare un battibecco con il difensore di Berlusconi Piero Longo. "Le persone che sono state sentite - ha insitito il pm - sono a libro paga di Silvio Berlusconi" e "sono state prostitute" e a differenza di ciò che sostiene Berlusconi, non sono state danneggiate dalle indagini. Silvio Berlusconi, secondo quanto ricostruito dall'accusa con le intercettazioni telefoniche, un biglietto sequestrato alla giovane marocchina e i prelievi fatti dall'ex premier su uno dei suoi conti, avrebbe versato poi oltre 4,5 milioni di euro a Ruby. La durezza della requisitoria di Ilda Boccassini sembra aver sopreso anche la difesa. Una richiesta di condanna "altissima per il fatto storico contestato", la definisce Nicolò Ghedini, il legale di Berlusconi. Il procuratore della Repubblica di Milano, Edmondo Bruti Liberati, rispondendo agli attacchi di Berlusconi e di altri esponenti del Pdl, in serata ha diffuso una nota spiegando che la Procura "non è intervenuta e non interverrà" su polemiche definite "pretestuose". "Il luogo del processo, come vuole il codice e la regola di civiltà e democrazia - si legge ancora - è l'Aula di giustizia nella dialettica tra accusa e difesa davanti al giudice".
Povera Italia schiacciata dal debito pubblico, soffocata dalla corruzione, dal malaffare, compromessa dalla disoccupazione e oppressa dal ventennio di reggenza di sua "sessuità" Berlusconi. Il quale da giorni con i suoi sodali si permette anche il lusso di propinarci la sua versione a reti unificate rilasciando dichiarazioni martellanti contro i giudici, esercitando così la solita pressione psicologica, arrivando addirittura a trasmettere, ancor prima della requisitoria, uno speciale televisivo per inculcare all’opinione pubblica una versione falsata dei fatti. La nostra Costituzione garantisce l’indipendenza della magistratura, purtroppo non quella dei mass media. Ed intanto, ogni giorno di più il "Bel Paese" diventa soltanto un ricordo...
Bunga Bunga: ma ci interessa la verità?
Era prevedibile. Era prevedibile che lo speciale di Canale 5"La guerra dei 20 anni. Ruby ultimo atto"dedicato alle vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi e trasmesso in prima serata alla vigilia della richiesta di condanna del procuratore aggiunto Ilda Boccassini scatenasse un mare di polemiche. Uno speciale, con tanto di intervista a Ruby e allo stesso Cavaliere, in cui sostanzialmente si è cercato di smontare punto per punto l'impianto accusatorio che vede Silvio accusato di concussione e prostituzione minorile. Ma mentre lo speciale andava in onda, sul web impazzivano critiche, ironie, attacchi, battute del popolo anti-Cav.La
"Mi dicevano che la ragazza piangeva e quando l’ho sentito per me è abituale correre in soccorso di chi in è in difficoltà". Ecco perchè in qualche modo Silvio Berlusconi si interessò del famoso affidamento di Ruby a Nicole Minetti. Nel corso dello speciale su Canale5, il leader Pdl non nasconde che "un pò mi sentivo preso in giro, perché ci aveva detto di essere parente di Mubarak e per l’eta che dichiarava essere di 24 anni. Io non avevo mai avuto dubbi che queste cose fossero vere, anche per quello che mi aveva detto Mubarak". A proposito dell’allora Rais egiziano, Berlusconi osserva tra l'altro che "pensavo che Mubarak potesse dirmi bell'amico che sei, mi chiedi notizie di una persona che dice di fare parte della mia cerchia familiare e poi trovo che è finita in Questura?". Insomma, ribadisce Berlusconi, il timore era che "finisse in un incidente diplomatico come era accaduto con la Svizzera per il caso di Hannibal Gheddafi". Così, entrò in campo quella Nicole Minetti, allora consigliera regionale Pdl che, rileva oggi Berlusconi, "era ancora la Minetti di Don Verzè, con le treccine, non quella 'splosiva che si sarebbe appalesata qualche tempo dopo".
C'è chi ironizza sull'autoassoluzione di Silvio fatta tramite le telecamere della sua televisione, con giornalisti di fatto suoi dipendenti. Concita De Gregorio su Repubblica scrive: " C'è poco da scherzare sul format di Canale 5, un ibrido tra un giorno in pretura, una versione made in Arcore di Report e una versione soap della Piccola fiammiferaia dove una povera ragazza marocchina che non induce nessun sentimento diverso dalla commiserazione, dice Berusconi, racconta una storia terribile mostrando cicatrici sul suo corpo e chiede 57 mila euro per aprire un centro estetico in via della Spiga". Sul desiderio di Ruby di ricominciare aprendo un centro estetivo in via della Spiga, abbondano commenti e battutine. Per non parlare della famosa sala tv, quella che è stata definita del "bunga bunga", con poltroncine bianche in pelle e bandiere di Forza italia sullo sfondo."L'apologia dell'imputato va in onda sulla tv dell'imputato" ha twittato Beppe Severgnini. E' l'apoteosi del conflitto di interesse, urlano scandalizzati gli anti-Cav.
Una volta, nelle scuole di giornalismo, s'insegnava a mettere la notizia nelle prime righe. Ieri, lo speciale di Canale 5, "La guerra dei vent'anni, Ruby ultimo atto", non ha seguito quell'antico precetto, e questa scelta la dice lunga: notizie non ce n'erano, c'era invece l'autoassoluzione del Cavaliere a mezzo tv, il suo "Mai fatto sesso con Ruby", come se il processo si potesse spostare dalla sua sede e celebrare in un altro modo. Ma soprattutto tacendo particolari importantissimi che renderebbero il quadro più verosimile e confacente la realtà. Ma l'obiettivo è l'assoluzione mediatica non la restituzione della verità storica così ecco Elisa Toti. Per la tv dell'imputato narra di "una cena al piano di sotto e basta". In realtà, nell'aula del processo - che i giornalisti hanno seguito - Toti, fedelissima di Arcore, aggiunge che nella sala del bunga bunga le ragazze si spogliavano "rimanendo in intimo, cioè reggiseno e mutande, ma "carino"".
Questa parte, così importante, è sparita. Infatti parlano la parlamentare e segretaria di Berlusconi Maria Rosaria Rossi, parlano camerieri ancora in servizio ad Arcore, parlano ragazze che sono attualmente stipendiate da Berlusconi e parla anche Carlo Rossella, il quale non ha "l'impressione - dice - che si sia andati oltre un rapporto gioviale". Ma sparisce, guarda caso, Melania Tumini, due lauree, che Nicole Minetti invitò il 19 settembre a una festa, avvisandola che avrebbe trovato "disperate delle favelas e zoccole". La signora Tumini racconta che già tra un piatto e l'altro, a cena, "partirono dei trenini" con le ragazze che "iniziarono a scoprire i seni ed il fondoschiena". Ricorda quanto Berlusconi gioisse, finché qualcuno disse "scendiamo al bunga bunga" e in questa seconda fase Nicole Minetti rimase in coulotte e camicia da uomo, si spostò dal palo della dance per farsi toccare "lascivamente" da Berlusconi, con "baci ... palpeggiamenti sul sedere e sul seno". Anche le altre ragazze mimavano anche "contatti omosessuali" e Carlo Rossella, ricorda Melania Tumini, c'era. Avrà dimenticato? Chissà.
Dal Tg 5 spiegano che altre ragazze smentiscono queste versioni, ma il problema è che sono le intercettazioni telefoniche ad aiutare a capire chi mente e chi dice il vero. Per esempio un sms. Due ragazze si dicono in quale modo conviene attrarre Berlusconi: "Domani se è aperto vado in un sexy shop e prendo un po' di cose.. Per me e te, più troie siamo più bene ci vorrà". Oppure, altre due criticano un'amica: l'hai vista "con quel corpetto e il reggicalze, come mi ero vestita io...". Spesso si parla di compensi, e di quella ragazza che "voleva dormire con lui per spillargli qualcosa la mattina".
Nello speciale Silvio Berlusconi parla moltissimo, quasi si commuove spiegando quanto sia stato buono con Ruby, ma a chi parla? Ai suoi elettori, su lui dice che si è "favoleggiato" e "ironizzato", ripete il disco rotto della storia tragica di Ruby, e qui e là, da parte dei cronisti Mediaset, si criticano le "domande morbose del pubblico ministero" Antonio Sangermano. È come se non sapessero che le udienze vengono registrate e trascritte. È tutto nero su bianco, quello che è accaduto al processo, compresa la parte delle telefonate del presidente del Consiglio per far liberare Ruby, minorenne marocchina spacciata per nipote di Moubarak: nei rapporti di polizia spariscono sia il nome di Berlusconi, sia quello del presidente egiziano, e resta solo quello della povera Minetti. La quale, al telefono, di Silvio parlava così: "È soltanto un pezzo di merda. Perché lui m'ha tirato nei casini (...) Io sono una brava persona e posso prendere qualche multa (...) ma di lì ad arrivare a commettere un reato, ti assicuro che c'è di mezzo un mare. Quindi, io gli ho parato il culo, perché la verità è che gli ho parato... e gli sto parando il culo". E non è la sola, pare. Oggi la requisitoria di Ilda Boccassini è davvero tutta da ascoltare, se possibile in diretta: prima che sia taroccata dai media in un altro speciale-flop.
Ma a parte la verità sul bunga bunga il male all'Italia Silvio Berlusconi l'ha prodotto nei suoi anni di NON governo: non accorgendosi dell'arrivo di una crisi economica epocale, attuando una politica nazionale ed internazionale volta al perseguimento di interessi, favori e visibilità personali e non di carattere squisitamente nazionale (vedi accordi sul gas con Putin. Oggi che i prezzi sono crollati obbligano ENI ad ingenti perdite scaricate prontamente sui consumatori, naturalmente), per non parlare della scuola, della ricerca scientifica, del turismo, delle infrastrutture, del sostegno alle PMI, degli interventi economici che avrebbero potuto dare respiro e permesso di limitare i danni.... Tutto ciò che si sarebbe dovuto fare e che non è stato fatto causa la sua negligenza ed incapacità politica... D'altronde portando in dote a consigli regionali e parlamento, igieniste dentali e starlette da B-movies, cosa potevamo aspettarci? Alla luce di quanto accaduto e dei sacrifici che come popolo italiano stiamo affrontando importa davvero a qualcuno come siano andate le cose nelle eleganti cene di Arcore?
Secondo il mio modestissimo punto di vista le responsabilità gravi di Berlusconi sono ben altre e sotto gli occhi di tutti....
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