Nella conferenza stampa semestrale all'Eliseo, davanti a 400 giornalisti, François Hollande stila il bilancio non facile del primo anno di presidenza e soprattutto annuncia la svolta dell'anno II, quello della fase «offensiva»: innanzitutto con una nuova iniziativa europea che prevede «unione politica entro due anni» e un «governo economico europeo».
È un cambiamento radicale nella politica della Francia. Rinnovando una tradizione nazionale osservata da De Gaulle in poi, Hollande finora si era sempre dimostrato restio a seguire la Germania nelle sue proposte di rafforzamento europeo a livello politico: i collaboratori dell'Eliseo spiegavano che c'erano prima da prendere misure urgenti per salvare l'euro, e che i solenni discorsi tedeschi sugli Stati Uniti d'Europa sembravano più che altro un modo per evitare questioni più concrete (dagli eurobond all'unione bancaria). La formula «unione politica» era sempre stata bandita dai discorsi di Hollande, a vantaggio di una più fumosa «integrazione solidale».
Stavolta invece la Francia sembra voler vedere le carte della Germania: davvero siete pronti all'Unione politica? Anche noi. In apertura del suo discorso, Hollande ha detto che «il mio dovere è fare uscire l'Europa dal suo stato di prostrazione e ridurre la disaffezione dei popoli, che non può che compromettere il futuro stesso dell'Unione europea». Vedremo nei prossimi giorni quali conseguenze avrà il suo annuncio, e se davvero erano le reticenze francesi a frenare il processo di integrazione.
Il manifesto Hollande «Governo economico per i Paesi dell'euro» Nell'arco di due anni si dovrebbe realizzare anche l'Unione politica: gli Stati Uniti d'Europa
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Questo blog nasce proprio nell'intento di condividere opinioni, idee, esperienze, progetti, filosofie, culture, modelli di sviluppo alternativi e/o complementari che per la prima volta, forse, ci permettano di sentirci un POPOLO unito che ha la consapevolezza, la forza e la capacità di scegliere il proprio futuro per sè e per le generazioni a venire. Un popolo che urla la propria indignazione verso quella classe politica cinica ed autoreferenziale che interpretando la politica come mezzo ad uso esclusivo proprio e dei propri affini a vantaggio personale e clientelare ha spezzato la catena di congiunzione con l'elettorato attivo, non fornendo risposte, non risolvendo problemi. Non resta che rimboccarci le maniche, fare politica attiva, dare il proprio contributo! ciascuno di noi, nel proprio piccolo, può fare grande l'italia! Che ognuno di noi possa interpretare nel proprio quotidiano, con il proorio lavoro, le proprie aspirazioni, i propri sogni il CAMBIAMENTO che vorremmo vedere nella nostra bella ITALIA!
La più grande difficoltà sta nell'interpretare la politica come un mezzo al servizio della collettività, della giustizia sociale, uno strumento utile a migliorare la qualità della vita di tutti noi. gli anni trascorsi dal '94 ad oggi hanno segnato le menti, le coscienze ed i cuori, riempendoli di scontri verbali, contrapposizioni ideologiche, dietrologie politiche, lotte di classe. Tutto ciò fa gioco alla oligarchia classista avida di potere che detiene non soltanto il potere politco, ma soprattutto, il potere economico e finaziario di questo paese. In realtà "gli affari" vengono fatti con l'accordo di tutti trasversalmente ad ogni "finta ideologia" politica. La politica degli opposti schieramenti, delle tifoserie selvagge, della contrapposizione liberista-comunista è nella realtà odierna una assurda amenità anacronistica utile soltanto al conservatorismo liberista finto riformista che così continua a tenere sotto scacco le capacità imprenditoriali, i talenti intellettuali, la voglia di "cambiamento" di questo paese. Facciamo che queste eccellenze non rimangano inespresse: lottiamo "insieme" senza inutili contrapposizioni ideologiche. Una cosa ci accomuna tutti: l'amore per il nostro paese. lottiamo insieme per costruire un futuro migliore per tutti!
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