Il treno delle riforme procede spedito. Dopo la giornata di ieri, in cui la maggioranza aveva retto sulle votazioni dei primi emendamenti al testo, l'esame del ddl Boschi procede senza sorprese in Commissione Affari Costituzionali del Senato. Dopo le polemiche dei giorni scorsi, è stato approvato un emendamento dei relatori che ripristina l'attuale immunità sia per i deputati che per i senatori. L'emendamento ha avuto il parere favorevole da parte del governo, nonostante in origine la nuova formulazione dell'articolo 68 della Costituzione proposta dal governo lasciava questa prerogativa esclusivamente ai deputati. La decisione ha avuto "una maggioranza molto larga. Anche Forza Italia e Lega hanno votato a favore" ha sottolineato il ministro Maria Elena Boschi. Il M5S, con il capogruppo in Commissione Giovanni Endrizzi, parla di "sfregio al dialogo con i cittadini". Hanno votato a favore Pd, Forza Italia, Ncd, Scelta civica, Popolari e Lega Nord, contro M5s e Sel. Astenuto il senatore di Fi Augusto Minzolini.
In mattinata c'era stata l'approvazione della norma che introduce in Costituzione il cosiddetto "statuto delle minoranze", garantendo "i diritti delle minoranze parlamentari". Per quanto riguarda il nuovo Senato delle autonomie è stata approvata una norma che stabilisce l'incompatibilità tra i membri delle Giunte regionali e alcune cariche in Senato. Nella seduta di questa mattina sono stati approvati gli emendamenti che modificano gli articoli dal 60 al 67 della Costituzione, bocciati tutti i subemendamenti, tranne quello dell'ex pentastellato Francesco Campanella (Misto) che impone ai senatori la presenza durante i lavori delle commissioni.
Molto soddisfatta il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, che ipotizza si possa arrivare in Aula la prossima settimana "se i lavori proseguono con questo ritmo". Ma dal blog di Beppe Grillo si continua a tuonare contro il patto del Nazareno: un post firmato dal professore Paolo Becchi contesta la legittimità di un Parlamento "eletto con una legge incostituzionale" che vuole modificare "addirittura la struttura bicamerale del Parlamento e, con essa, inevitabilmente, la forma di governo" e boccia la riforma Renzi che "elimina ogni meccanismo di legittimazione diretta e democratica dei senatori" ed "elimina il bicameralismo perfetto costruendo una Camera elitaria, composta da sindaci e governatori delle Regioni". Secondo Becchi bisogna invece concentrarsi sulla nuova legge elettorale, proprio come aveva suggerito ieri il vicepresidente della Camera pentastellato Luigi Di Maio, che aveva chiesto a Renzi un nuovo incontro sul tema in settimana. "Soltanto un altro Parlamento, se non un'Assemblea costituente, potrebbe avere l'autorevolezza e la legittimazione politica per decidere sul superamento del bicameralismo perfetto e sulla rideterminazione dei rapporti Parlamento-Governo e Stato-Regioni" spiega Becchi. 

L'iter delle riforme per ora sembra procedere senza intoppi anche perchè per il momento non sono stati affrontati quegli articoli su cui ancora c'è dissenso all'interno delle forze politiche, in particolare il nodo del Senato elettivo. Intanto è salito a 20 il numero dei senatori che voteranno in Aula a favore di un Senato elettivo. Oggi si è aggiunto al gruppo Antonio Azzollini, di Ncd, presidente della Commissione Bilancio di Palazzo Madama.

Solo dopo questa giornata, con un probabile faccia a faccia Renzi-Berlusconi in serata se necessario, la Commissione potrà procedere con l'esame e il voto degli emendamenti che modificano gli articoli 56, 57, 58 della Costituzione, che affrontano infatti la composizione di Camera e Senato e in particolare le modalità di elezione dei componenti del Senato. Ma la giornata cruciale sarà giovedì, quando si deciderà seriamente la sorte del ddl. Silvio Berlusconi infatti riunirà nel primo pomeriggio deputati e senatori di Forza Italia per riportare la fronda interna al partito, guidata da Augusto Minzolini, sulla strada dettata dal  patto del Nazareno. Nella stessa giornata il premier Matteo Renzi incontrerà il Movimento 5Stelle per discutere di legge elettorale. C'è attesa per la lettera pubblica al Movimento 5 stelle sul tema legge elettorale annunciata ieri del premier al termine del Consiglio dei Ministri. La lettera dovrebbe essere divulgata in giornata


Così la commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato un emendamento dei relatori alle riforme che ripristina l'attuale immunità sia per i deputati che per i senatori.

La decisione di lasciare così com'è l'articolo 68 della Costituzione che riguarda l'immunità di parlamentari ha avuto «una maggioranza molto larga. Anche Forza Italia e Lega hanno votato a favore». Lo sottolinea il ministro Maria Elena Boschi interpellata dai giornalisti. E il governo? «Ha dato parere favorevole» alla luce del dibattito che si è svolto in commissione.

Il commento del sanatore 5 Stelle Vito Crimi:

Approvato l'emendamento che ripristina l'immunità per i senatori, a firma Calderoli-Finocchiaro. Avevamo chiesto che l'abrogazione di ogni tipo di immunità venisse estesa anche ai deputati... ma sul tema il governo ha detto che ha accolto le sollecitazioni pervenute dalla commissione (dal partito unico PD-FI). L'unica cosa accolta... su tutto il resto sono andati dritti come un treno calpestando ogni idea diversa.