Ogni mattina leggendo i giornali rimango sempre più basito. Spesso mi chiedo: pretendo troppo chiedendo di vivere semplicemente in un paese "normale"?

Un paese dove non venga premiato il più furbo e dichiarato fallito chi lavora. Un paese dove chi evade si ritrova con innumerevoli investimenti in titoli azionari, mobiliari ed immobiliari mentre chi non riesce a pagare una cartella esattoriale alacremente consegnata dalla equitalia spa (notare che la riscossione viene eseguita da una società per azioni che, naturalmente, come referente ha i propri azionisti, ndr), si vede pignorata l'auto, la casa, la vita?

Non voglio fare demagogia, tanto meno qualunquismo o populismo di bassa lega, però è di oggi la notizia, che, solo a titolo esemplificativo, al Senato è stato presentato un emendamento, del tutto identico all'ordine del giorno approvato alla Camera qualche giorno fa, per chiedere che le frequenze televisive per il digitale vengano messe all’asta. Il precedente governo Berlusconi le aveva regalate alla Rai ed a Mediaset (leggi sé stesso), in virtù del cosiddetto Beauty Contest (ne abbiamo parlato ieri ndr), ossia regalo le frequenze a chi è già sul mercato e detiene una posizione dominate, di leadership, in regime di semi oligopolio. Un egregio esempio di modello economico liberista ispirato da regimi di concorrenza perfetta. Sappiamo bene la differenza tra oligo(duo)polio e libera concorrenza. E sappiamo anche bene qual è la differenza tra un Ordine del giorno e un emendamento presentato in Parlamento. Quest’ultimo, se approvato, diventa legge. Ebbene, il governo l’ha rifiutato e la maggioranza l’ha bocciato. Adesso sappiamo anche che il governo Monti fa "il doppio gioco" con la nostra intelligenza riempiendo gli schermi televisivi di buoni propositi, versando amare lacrime e smentendosi subito dopo in virtù dei dictat imposti dal cavaliere (strana coincidenza che monti e berlusconi si siano incontrati proprio ieri e che il Silvio nazionale abbia espresso una fiducia condizionata dalle scelte operate dall'esecutivo...ndr). Ed infatti la dichiarazione ufficiale è stata "basta tasse oppure elezioni", che tradotto significa, se non fate come dico io "stacco la spina!".

Allora chiedo troppo se pretendo che chi guida l'esecutivo sia prima di tutto onesto con i cittadini che teoricamente rappresenta e metta in atto i provvedimenti atti alla tutela del bene comune anche a spese di interessi privati o personali? E che sopratttuo in piena onestà e franchezza si prenda la responsabilità di dire "la verità" ai cittadini che lo ascoltano?

Sfoglio il giornale: "Lega all'assalto!". Nuovo capitolo della strategia ostruzionista del Carroccio. Il governo di Mario Monti ha deciso di mettere la fiducia sulla manovra anche al Senato e la Lega ha reagito a modo suo. Quando il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, ha cercato di prendere la parola in aula, i 25 senatori del Carroccio, tutti muniti di fischietto, hanno reso assordante il rumore a Palazzo Madama e hanno impedito a Giarda di parlare. Il presidente del Senato, Renato Schifani, ha cercato di richiamarli all’ordine, ma senza nessun esito. “E’ una vergogna” ha sbottato Schifani, che subito dopo ha sospeso la seduta e preannunciato che nei confronti “dei singoli” responsabili sarà “irrogata la sanzione della censura”. La lega, tuttavia, non si è arresa. Oltre al suono assordante dei fischietti “anti-Giarda”, i senatori leghisti hanno esposto uno striscione verde con la scritta ‘Governo ladro’ in bianco. Azione di guerriglia parlamentare contestabile ma comprensibile se quasi in contemporanea la stessa Lega non avesse votato contro l'incompatibilità tra la carica di senatore e quella di sindaco di un comune sopra i 20 mila abitanti (per salvare la doppia "poltrona" dei leghisti sindaci del Nord) e contraddicendo anche la Consulta ( i magistrati di più alto livello nell'ordinamento della Repubblica) che invece si erano espressi per la incompatibilità vietando di fatto il "doppio incarico". Non contenti hanno anche consentito il rinvio del voto della Camera sulla richiesta di arresto nei confronti di Nicola Cosentino, il deputato e coordinatore campano del Pdl accusato dai magistrati napoletani di essere il referente politico nazionale della camorra. Coerenza ad oltranza, aggiungerei. 



Allora chiedo troppo se pretendo che chi mi rappresenta, operi in un contesto di coerenza ed onestà intellettuale rinunciando a trasformare il Senato della Repubblica in una curva da stadio solo per avere 10 secondi di visibilità sui media nazionali promuovendo la propaganda da regime da un lato mentre contestualmente si opera cercando di difendere e mantenere le rendite di posizione e di potere acquisite in un ventennio di non governo che ci hanno ridotti, oggi, alla recessione? Forse i leghisti al Senato che ieri così zelanti e solleciti si adoperavano per la difesa dei cittadini meno abbienti, contro la iniqua manovra Monti, sono dimentichi del fatto che soltanto fino ad un mese fa erano al governo ed avrebbero potuto, se solo lo avessero voluto, operare al fine del conseguimento di quel bene comune e quella giustizia sociale così strenuamente difesi oggi a colpi di fischietto, urla sguaiate e sventolando striscioni propagandistici.
Intanto, nel silenzio più assurdo ed assordante, altro esempio,   650 lavoratori precari del ministero dell'Interno, indispensabili a questori e prefetti di tutta Italia, vedranno scadere i loro contratti di lavoro dopo una decina d'anni di lodevole servizio.
650 famiglie ogni anno sospese ed abbandonate alla clemenza del legislatore di turno che le grazii ancora per un altro annetto, benchè i suddetti lavoratori siano vincitori di regolare concorso pubblico. Chiedo troppo se chiedo che non si continui pedissequamente a perseverare nella errata convinzione che flessibilità del lavoro e precariato siano la stessa cosa? La Legge 14 febbraio 2003, n. 30 di Delega al Governo in materia di occupazione e mercato del lavoro, (cosiddetta legge Biagi) ha prodotto una generazione di precari svilendo il lavoro e consegnando ad una dimensione onirica la creazione di una famiglia, l'accensione di un mutuo o il semplice acquisto di una automobile.
Chiedo troppo se auspico una revisione normativa del legislatore che intervenga per favorire un miglioramento della condizione della occupazione giovanile, e non solo?

Siamo tentati dal definire utopica la condizione di chi, impegnato in politica, riesce a svolgere onestamente il suo incarico. Dovremmo abbandonare l’idea di una politica abbarbicata solo su inganno, slealtà e corruzione. Dovremmo chiedere a chi ci rappresenta in Parlamento un agire politico fondato sulla dimensione del servizio. Ma adesso, mi rendo conto, sto davvero chiedendo troppo.