Leggendo le pagine di Repubblica di domenica e l’intervista a monsignor Gian Luigi Nuvoli(economo della curia bolognese) sono rimasto interdetto. Il tono scomposto, arrogante, non restituisce l’immagine della Chiesa che opera la carità. Nessuno nega la riconoscenza di fronte a una chiesa che dà da mangiare agli affamati, consapevoli di quanti fedeli cristiani contribuiscono a queste azioni. Tutti sappiamo quanto grande sia l’apporto del volontariato che rende possibile l’agire sociale della chiesa.
Dimenticarsi della gratuità e rivendicare la carità che viene fatta sconcerta. In questo momento storico a tutti sono chiesti sacrifici: a tutti i cittadini le tasse sono state alzate, a molti vengono toccate le pensioni. Alla comunità civile, rappresentata dal Comune, viene tagliato il bilancio nell’ordine del 10%, quando il suo 50% è totalmente rivolto al sistema del welfare cittadino. La Chiesa, con questi discorsi, sembra non voler essere toccata dalle richieste che la comunità fa. Ricordiamoci che l’Ici non è chiesta solo ai cittadini che hanno delle attività commerciali, ma a tutti coloro che possiedono un edificio.
Dove è finita, su questo argomento, la Chiesa del Concilio Vaticano II? Le parole del Concilio sono talmente chiare che devono essere state dimenticate. C’è qualcuno che ha perso la memoria; e dire che l’ultimo concilio si è chiuso solo l’8 Dicembre del 1965, non sono passati nemmeno 50 anni. Proprio in quel giorno veniva promulgata la costituzione conciliare Gaudium et Spes che al numero 76 dice: “La Chiesa non pone la sua speranza nei privilegi offertigli dalla comunità civile. Anzi, essa rinunzierà all’esercizio di certi diritti legittimamente acquisiti, ove constatasse che il loro uso può far dubitare della sincerità della sua testimonianza o nuove circostanze esigessero altre disposizioni.”
Possibile che si vogliano cancellare a colpi di spugna i dettami del concilio? Le parole di quella Chiesa che si apriva al mondo, che si voleva e descriveva in verità e in modo più vicino all’originale dove sono finite? Ci sono laici che non dimenticano e che a sentire certe parole dette con arroganza intristiscono. Sarebbe ora che chi con tanto zelo non fa mancare il proprio acume e peso nell’interpretare le leggi civili di uno Stato laico, si attardasse un po’ di più a meditare le proprie e non perdesse occasione per assaporare il dolce suono del silenzio.
La Chiesa, l'ICI, privilegi e testimonianza della fede
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Questo blog nasce proprio nell'intento di condividere opinioni, idee, esperienze, progetti, filosofie, culture, modelli di sviluppo alternativi e/o complementari che per la prima volta, forse, ci permettano di sentirci un POPOLO unito che ha la consapevolezza, la forza e la capacità di scegliere il proprio futuro per sè e per le generazioni a venire. Un popolo che urla la propria indignazione verso quella classe politica cinica ed autoreferenziale che interpretando la politica come mezzo ad uso esclusivo proprio e dei propri affini a vantaggio personale e clientelare ha spezzato la catena di congiunzione con l'elettorato attivo, non fornendo risposte, non risolvendo problemi. Non resta che rimboccarci le maniche, fare politica attiva, dare il proprio contributo! ciascuno di noi, nel proprio piccolo, può fare grande l'italia! Che ognuno di noi possa interpretare nel proprio quotidiano, con il proorio lavoro, le proprie aspirazioni, i propri sogni il CAMBIAMENTO che vorremmo vedere nella nostra bella ITALIA!
La più grande difficoltà sta nell'interpretare la politica come un mezzo al servizio della collettività, della giustizia sociale, uno strumento utile a migliorare la qualità della vita di tutti noi. gli anni trascorsi dal '94 ad oggi hanno segnato le menti, le coscienze ed i cuori, riempendoli di scontri verbali, contrapposizioni ideologiche, dietrologie politiche, lotte di classe. Tutto ciò fa gioco alla oligarchia classista avida di potere che detiene non soltanto il potere politco, ma soprattutto, il potere economico e finaziario di questo paese. In realtà "gli affari" vengono fatti con l'accordo di tutti trasversalmente ad ogni "finta ideologia" politica. La politica degli opposti schieramenti, delle tifoserie selvagge, della contrapposizione liberista-comunista è nella realtà odierna una assurda amenità anacronistica utile soltanto al conservatorismo liberista finto riformista che così continua a tenere sotto scacco le capacità imprenditoriali, i talenti intellettuali, la voglia di "cambiamento" di questo paese. Facciamo che queste eccellenze non rimangano inespresse: lottiamo "insieme" senza inutili contrapposizioni ideologiche. Una cosa ci accomuna tutti: l'amore per il nostro paese. lottiamo insieme per costruire un futuro migliore per tutti!
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