Con qualche ora di anticipo le strade francesi si sono riempite di supporters del nuovo presidente, poi è arrivata la notizia ufficiale. François Hollande è il nuovo presidente della Repubblica francese. Eletto con il 51,9% dei voti, Hollande porta un grande cambiamento negli equilibri politici europei. Il presidente uscente, Nicolas Sarkozy, ha dovuto incassare una sonora sconfitta.
Il primo segnale che per Sarkò le cose si stavano mettendo male, è stato il colpo di spugna sulla manifestazione prevista alla Concorde da parte dell’Ump, il partito del presidente uscente. Grande festa, invece, alla Bastiglia, dove si è concentrato il popolo di sinistra. Sarkozy ha parlato ai militanti e simpatizzanti: “Ho augurato a Hollande buona fortuna. La Francia è più importante del destino dei singoli”. Sarkò ha anche comunicato che non guiderà l’attuale maggioranza nella prossima battaglia delle legislative di metà giugno.
Hollande ha parlato molto più tardi, da Tulle, cittadina di cui è stato a lungo sindaco. Capoluogo del dipartimento di cui è tutt’ora presidente, la Corrèze. ”Non ci sono due France che si affrontano ma una sola” ha detto il neo-presidente: Aggiungendo che dirà ai partner euroepi, e soprattutto alla Germania, che “l’austerità non può più essere una fatalità”. Proprio a Berlino sarà il primo viaggio ufficiale.
"L'austerity non puo' piu' essere la sola opzione" per l'Europa. Lo ha detto il nuovo presidente francese, Francois Hollande, che si e' impegnato per "il riorientamento dell'Europa per l'occupazione e per la crescita". Il neo-eletto inquilino dell'Eliseo ha assicurato ai suoi sostenitori che si impegnera' per "la dimensione di crescita, di occupazione, di prosperita', di fatto il nuovo futuro. Ed e' quello che faro' con i nostro partner europei", a cominciare dalla "Germania, per l'amicizia che ci lega e la responsabilita' comune". "Chiedo di essere giudicato su due impegni principali: la giustizia e i giovani. Ogni mia scelta, ogni mia decisione sara' presa sulla base di questi due criteri: e' gusto, e' per i giovani?".
Un discorso, il suo, che non resterà impresso nella memoria. Hollande ha rilanciato lo slogan sull'unione per sottolineare che «non ci sono due France che si affrontano ma una sola» e che «il tempo delle fratture, delle divisioni, delle contrapposizioni è finito». E ha parlato dell'Europa, «che ci guarda perché noi abbiamo detto che l'austerità non può più essere una fatalità, come ribadirò ai partner europei e in primis alla Germania, in nome dell'amicizia che ci lega».
D'altronde il primo colloquio telefonico con un leader europeo è proprio con la cancelliera tedesca Angela Merkel. Come aveva preannunciato uno dei suoi consiglieri più stretti, quel Jean-Marc Ayrault che dovrebbe passare dalla presidenza dei deputati socialisti alla guida del futuro Governo. Il fatto di essere stato professore di tedesco non dovrebbe guastare.
E a Berlino sarà il primo viaggio ufficiale. Dove Hollande sarà accolto da una classe dirigente che tifava Sarkozy ma che si è già pragmaticamente adeguata alla nuova situazione. Il ministro degli Esteri Guido Westerwelle ha parlato ieri di «evento storico», assicurando che i due Paesi «lavoreranno insieme a un patto di crescita per l'Europa». L'asse franco-tedesco continuerà a essere forte, anche se da una parte e dall'altra del Reno la parola «crescita» non ha lo stesso significato.
Quanto all'agenda dei prossimi giorni, è molto probabile che Sarkozy, il cui mandato scade il 16, decida di accelerare il passaggio di consegne. Che dovrebbe avvenire l'11, subito dopo la conferma ufficiale dei risultati da parte della Corte costituzionale. Il 14 o il 15 dovrebbe esserci la nomina del nuovo Governo, probabilmente con Quanto all'agenda dei prossimi giorni, è molto probabile che Sarkozy, il cui mandato scade il 16, decida di accelerare il passaggio di consegne. Che dovrebbe avvenire l'11, subito dopo la conferma ufficiale dei risultati da parte della Corte costituzionale. Il 14 o il 15 dovrebbe esserci la nomina del nuovo Governo, probabilmente con Michel Sapin all'Economia e Laurent Fabius agli Esteri.
Se la Francia e l'Europa virano a sinistra
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Questo blog nasce proprio nell'intento di condividere opinioni, idee, esperienze, progetti, filosofie, culture, modelli di sviluppo alternativi e/o complementari che per la prima volta, forse, ci permettano di sentirci un POPOLO unito che ha la consapevolezza, la forza e la capacità di scegliere il proprio futuro per sè e per le generazioni a venire. Un popolo che urla la propria indignazione verso quella classe politica cinica ed autoreferenziale che interpretando la politica come mezzo ad uso esclusivo proprio e dei propri affini a vantaggio personale e clientelare ha spezzato la catena di congiunzione con l'elettorato attivo, non fornendo risposte, non risolvendo problemi. Non resta che rimboccarci le maniche, fare politica attiva, dare il proprio contributo! ciascuno di noi, nel proprio piccolo, può fare grande l'italia! Che ognuno di noi possa interpretare nel proprio quotidiano, con il proorio lavoro, le proprie aspirazioni, i propri sogni il CAMBIAMENTO che vorremmo vedere nella nostra bella ITALIA!
La più grande difficoltà sta nell'interpretare la politica come un mezzo al servizio della collettività, della giustizia sociale, uno strumento utile a migliorare la qualità della vita di tutti noi. gli anni trascorsi dal '94 ad oggi hanno segnato le menti, le coscienze ed i cuori, riempendoli di scontri verbali, contrapposizioni ideologiche, dietrologie politiche, lotte di classe. Tutto ciò fa gioco alla oligarchia classista avida di potere che detiene non soltanto il potere politco, ma soprattutto, il potere economico e finaziario di questo paese. In realtà "gli affari" vengono fatti con l'accordo di tutti trasversalmente ad ogni "finta ideologia" politica. La politica degli opposti schieramenti, delle tifoserie selvagge, della contrapposizione liberista-comunista è nella realtà odierna una assurda amenità anacronistica utile soltanto al conservatorismo liberista finto riformista che così continua a tenere sotto scacco le capacità imprenditoriali, i talenti intellettuali, la voglia di "cambiamento" di questo paese. Facciamo che queste eccellenze non rimangano inespresse: lottiamo "insieme" senza inutili contrapposizioni ideologiche. Una cosa ci accomuna tutti: l'amore per il nostro paese. lottiamo insieme per costruire un futuro migliore per tutti!
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