Alcuni ordini del giorno hanno infiammato l'assemblea del Pd. In particolare sui matrimoni gay e sulle primarie. Sul primo punto veniva chiesto un voto sull'odg con il quale Paola Concia, Invan Scalfarotto, Sandro Gogi ed altri delegati chiedevano che si votasse l'ordine del giorno con l'impegno a portare nel prossimo programma elettorale la proposta di estendere il matrimonio civile alle coppie omosessuali. Odg che non è stato poi messo al voto da Rosi Bindi scatenando al protesta di alcuni iscritti
Sul fronte primarie sono stati presentati degli odg con i quali si chiedeva di fissare una data per le primarie, stabilire le regole con cui aprire la consultazione. Ma anche questo non e' stato messo ai voti. Al termine dell'assemblea del partito democratico e' stato il segretario del Pdl Bersani a prendere la parola per mettere la parola fine. "Primarie aperte, senza barriere cui non partecipa solo il segretario come candidato", ha ribadito Bersani per poi spiegare che la data non puo' convocare il Pd perche' vanno fatte con gli altri. A settembre, dopo il confronto nel merito, si affronteranno gli aspetti regolamentari e di statuto. "Siamo il primo partito del Paese e dobbiamo dire cosa fare con precisione". Il Paese non è fatto delle beghe nostre", ha detto ancora Bersani che sul fronte dei matrimoni gay ha ammonito: attenzione, "il sistema dei diritti e' un meccanismo in evoluzione".
"Ci sono procedure in tutte le assemblee direttive che devono essere rispettate. Sui diritti civili c'è stata una proposta, frutto di un grande lavoro, e rappresenta un passo in avanti sul tema dei diritti. E sulle primarie, dopo il voto sulla relazione di Bersani, non si poteva mettere in votazione degli ordini del giorno sullo stesso argomento essendosi la presidenza assunta gia' la responsabilità sullo svolgimento delle primarie". Lo ha detto la presidente dell'assemblea del Pd, Rosi Bindi, parlando con i giornalisti delle polemiche scoppiate per la decisione di non votare i tre odg di Civati sulle regole per le primarie e sul limite dei tre mandati.
''Siccome il documento sui diritti che è stato approvato dalla maggioranza non parla di matrimoni gay, io ho presentato un ordine del giorno su questo punto.Questo ordine del giorno firmato da 40 membri non è stato messo ai voti per scelta della presidenza di assemblea. Io non ho minacciato di stracciare la tessera, ma Benedino, Fusco e Mancuso hanno riconsegnato le tessere al segretario. E' stato surreale che non si sia voluto far votare, molte persone hanno detto che avrebbero votato contro, ma l'errore è non permettere il voto. Io avrei accettato qualsiasi voto dell'assemblea'' Così Paola Concia (Pd) dopo la bagarre scoppiata all'assemblea.
In un momento drammaticamente difficile per il Paese in cui la tenuta della moneta unica e dell'intero sistema europa come visione utopica di uno spazio economico, politico e sociale univoco viene immolato sull'altare della speculazione finanziaria e della finanziarizzazione dell'economia anche a danno delle singole sovranità nazionali dei Paesi membri, parlare di matrimoni gay ed unioni di fatto è quanto meno un anacoluto concettuale: son problemi che riguardano l'evoluzione civile e democratica del Paese, il rispetto di noi stessi, di identità culturali e sensibilità diverse. Ma perché eventuali provvedimenti possano essere discussi, legiferati, approvati e tradotti in espansione della libertà individuale nella vita comune c'è bisogno in primis che esista un Paese dove le norme eventualmente approvate vengano applicate. E' ora insomma che qualcuno si rimbocchi le maniche e salvi il Paese dal baratro in cui è caduto: 4 anni di crisi, 330 miliardi dai 10 principali provvedimenti varati dall'inizio della legislatura per tenere sotto controllo i conti pubblici. Dalle tasse derivano 180 miliardi, mentre i tagli di spesa si fermano al 45% del totale. Il PD parla di primarie e matrimoni gay, Bersani si auto celebra dichiarandosi il primo partito: ma siete sicuri di avere dietro il vostro elettorato? e gli indecisi? e coloro che si asterranno? senza affrontare i problemi inerenti la quotidianità, dalla bolletta elettrica, al caro carburante, dal costo della melanzana alle rassicurazioni circa l'uscita dalla peggiore crisi economica della storia del capitalismo moderno non ci saranno partiti, elezioni tanto meno matrimoni gay sui quali litigare; non ci sarà più il Paese. Possibile che i nostri politici non si rendano conto della drammaticità di una situazione di indigenza che si fa largo in sempre più ampi strati della popolazione medio borghese?
0 Comments Received
Leave A Reply