Dure parole sono state pronunciate da Giorgio Squinzi sull'operato di Monti. "Dobbiamo evitare una macelleria sociale ma si deve semplificare la pubblica amministrazione perché dobbiamo evitare ridondanze che vanno eliminate". Lo ha detto il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi a Serravalle Pistoiese per un dibattito con la segretaria della Cgil Susanna Camusso. "Un voto algoverno Monti? 6 meno meno, no meglio tra il cinque e il sei", ha detto Squinzi. "Il mio giudizio sul governo Monti - ha detto Squinzi - èancora un po' sospeso perché da un governo tecnico mi sareiaspettato cose che non sono state ancora fatte, per esempio nelsostegno alla ricerca", ha aggiunto Squinzi. "Abbiamo vissuto 30 anni da cicale, ora cominciamo a pensare da formiche". Squinzi ha poi aggiunto che, tuttavia, lo rende molto perplesso il fatto che "siamo rientrati nel pareggio di bilancio prima degli altri Paesi europei, bene questo mi sembra esagerato perché siamo ad una detrazione dei consumi drammatica". "Il governo dei tecnici è una parentesi, ma deve tornare la politica". Lo ha detto il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi oggi a Serravalle Pistoiese in un dibattito con Susanna Camusso.
CAMUSSO, SCIOPERO GENERALE - "L'Italia non ha più tempo di aspettare". Avevamo immaginato che sulla spending review potessero esserci risposte ma non ci sono. E a tutto ciò si risponde con la mobilitazione". Lo ha detto il segretario della Cgil Susanna Camusso oggi a Serravalle Pistoiese. Camusso ha precisato che probabilmente non si farà a luglio ma a settembre.
L'inedito asse Squinzi - Camusso esternato dal neo presidente di Confinustria nella bocciatura del Governo Monti lascia spazio ad alcune considerazioni.
Confindustria, a quanto pare, ha nostalgia dei governi politici. Lo si capisce non solo dal voto insufficiente attribuito al governo Monti (dal 5 al 6), ma anche dal suo condividere “al cento per cento” le affermazioni del segretario della Cgil, Susanna Camusso, quando invoca un cambiamento di metodo nello stile di governo. Ci sono due possibili interpretazioni di questa presa di posizione. La prima è che Confindustria senta di poter condizionare maggiormente un governo politico di un governo tecnico e reputi questa possibilità di condizionamento più importante di qualsiasi altra cosa nel valutare l’operato di un esecutivo. In altre parole, per l’associazione Confindustria conta solo poter giustificare la propria esistenza, come gruppo di pressione, di fronte ai propri iscritti. Se vuole fugare questo dubbio, Squinzi dovrebbe rivelare il voto che attribuisce al governo Berlusconi che ci ha portato sull’orlo del baratro, concedendo però ampio spazio ai tavoli della concertazione. Non ha fatto un bel nulla per riformare il Paese, ma ha offerto ampia esposizione mediatica alle parti sociali, facendole entrare nelle cucine degli italiani in tempo per l’edizione serale dei Tg. La seconda spiegazione è che Squinzi voglia genuinamente contribuire a migliorare la qualità delle scelte di politica economica, con l’intento di minimizzare gli errori di un governo che, a differenza del precedente, sta cercando di agire per affrontare la crisi. Si sa che quando si fanno delle cose, si commettono inevitabilmente degli errori e il leader degli industriali vuole contribuire a farne il meno possibile, apportando il contributo pragmatico della categoria che rappresenta. Se è valida questa seconda interpretazione, bene allora che Squinzi proponga un metodo, il più possibile lontano dai riflettori e incentrato sull’esame nei dettagli delle norme in discussione.
SQUINZI-CAMUSSO: la coppia più strana del mondo!
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Questo blog nasce proprio nell'intento di condividere opinioni, idee, esperienze, progetti, filosofie, culture, modelli di sviluppo alternativi e/o complementari che per la prima volta, forse, ci permettano di sentirci un POPOLO unito che ha la consapevolezza, la forza e la capacità di scegliere il proprio futuro per sè e per le generazioni a venire. Un popolo che urla la propria indignazione verso quella classe politica cinica ed autoreferenziale che interpretando la politica come mezzo ad uso esclusivo proprio e dei propri affini a vantaggio personale e clientelare ha spezzato la catena di congiunzione con l'elettorato attivo, non fornendo risposte, non risolvendo problemi. Non resta che rimboccarci le maniche, fare politica attiva, dare il proprio contributo! ciascuno di noi, nel proprio piccolo, può fare grande l'italia! Che ognuno di noi possa interpretare nel proprio quotidiano, con il proorio lavoro, le proprie aspirazioni, i propri sogni il CAMBIAMENTO che vorremmo vedere nella nostra bella ITALIA!
La più grande difficoltà sta nell'interpretare la politica come un mezzo al servizio della collettività, della giustizia sociale, uno strumento utile a migliorare la qualità della vita di tutti noi. gli anni trascorsi dal '94 ad oggi hanno segnato le menti, le coscienze ed i cuori, riempendoli di scontri verbali, contrapposizioni ideologiche, dietrologie politiche, lotte di classe. Tutto ciò fa gioco alla oligarchia classista avida di potere che detiene non soltanto il potere politco, ma soprattutto, il potere economico e finaziario di questo paese. In realtà "gli affari" vengono fatti con l'accordo di tutti trasversalmente ad ogni "finta ideologia" politica. La politica degli opposti schieramenti, delle tifoserie selvagge, della contrapposizione liberista-comunista è nella realtà odierna una assurda amenità anacronistica utile soltanto al conservatorismo liberista finto riformista che così continua a tenere sotto scacco le capacità imprenditoriali, i talenti intellettuali, la voglia di "cambiamento" di questo paese. Facciamo che queste eccellenze non rimangano inespresse: lottiamo "insieme" senza inutili contrapposizioni ideologiche. Una cosa ci accomuna tutti: l'amore per il nostro paese. lottiamo insieme per costruire un futuro migliore per tutti!
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