Quando entrerà in vigore diventeremo il paese più bello del mondo». Una battuta, amara. Che non cerca la risata facile, ma invita a riflettere. Con La più bella del mondo, Roberto Benigni ha portato ieri sera la Costituzione Italiana su Rai 1: «Enorme», «bellissima», «immensa», «da manicomio» i termini che ha ripetuto nel corso delle due ore tutte d'un fiato e senza interruzioni. Qualcosa di cui andare fieri, attraverso la quale riscoprire l'amore per la politica. Una lezione quella dell'artista toscano, a tratti didascalica, che andrebbe portata nelle aule scolastiche. Ieri, per un paio d'ore, siamo tornati tutti studenti.
Un grazie a Roberto Benigni: (lunghi) momenti di questo genere non vanno in onda spesso in prima serata. Un prodotto, al di là dei contenuti, preparato con cura, garbato e adatto al contesto. Perfetto l'equilibrio fra intrattenimento e spiegazioni e invito alla riflessione. Alla faccia dei detrattori, che sui social network lo hanno accusato di non essere più in grado di strappare risate (come una volta).
Un chiarimento: a proposito del punto sovrastante, La più bella del mondo non doveva essere spettacolo comico.
E a proposito di risate: (Silvio Berlusconi, che questa sera va a Porta a Porta) «Ha diviso l'Italia a metà, quelli che lo fischiano e quelli che applaudono chi sta fischiando» e «Dice sempre che ce l'hanno tutti con lui, ma a questo punto è chiaro che è lui ad avercela con noi».
Un buffetto per Pierluigi Bersani: Benigni ne ha avuto un po' per tutti, da - ovviamente - Berlusconi a Matteo Renzi passando per Antonio Di Pietro e Beppe Grillo. Il segretario del Partito Democratico, a parte qualche riferimento alla sfida con alle urne con il sindaco di Firenze, è rimasto in panchina. Per questa volta.
E uno a Renzi: «L'unico uomo di sinstr… Ehm, l'unico uomo di Firenze a essere andato a cena ad Arcore». E ad aver trovato commensali solo di sesso maschile.
Un messaggio: anzi, il messaggio. «Andate sempre a votare. Chi non sceglie lascia il potere alla folla. La folla sceglie Barabba, sempre».
Alle donne: «La grandezza di una nazione si misura dal trattamento riservato alle donne».
E la chiusura: «Domattina dite ai vostri figli che sta per cominciare un giorno che prima di loro non ha mai vissuto nessuno, ditegli di camminare a testa alta, di essere orgogliosi di appartenere a un popolo che ha scritto queste cose fra i primi nel mondo. E che abbiano fiducia e speranza». Domani mattina è oggi. Buona giornata.
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