Roberto Benigni ha fatto un grande regalo all'Italia e agli italiani.
E' riuscito, ancora una volta (come solo i giullari sanno fare), nel miracolo di modellare con le parole e i gesti un'opera preziosa e restituirla preservandone la natura (a molti non conosciuta perché mai veramente valorizzata).
La Costituzione come mai l'abbiamo apprezzata: nessuna lezione di diritto costituzionale, nessuna lettura commentata, nessun filmato storico dell' Istituto Luce poteva trasmettere le emozioni e la passione che trasmetteva il racconto di un atto che ha fatto la storia (perché è la nostra storia).
Una serata che ha una doppia cornice: una televisione pubblica che ritorna alle sue origini di "grande educatrice degli italiani" e l'attualità che descrive un Paese dentro una crisi non molto lontana da quella che ha partorito un'alba nuova per l'Italia.
Oggi è tempo di ripartire dalle certezze, le stesse che sono state indelebilmente impresse e che sono arrivate fino a noi come "principi fondamentali".
Senza di questi, noi tutti, siamo un'altra comunità di popolo.
Uno degli uomini che ha contribuito a tessere la Costituzione è stato Pietro Calamandrei. Così si esprimeva rivolgendosi ad alcuni studenti milanesi nel 1955. C'è una linea sottile che lega queste parole a quelle di Benigni.
Per quanto concerne le solite insensate critiche sul compenso di Benigni sono mendaci e puerili come le promesse di Berlusconi e non riescono a svilire l'importanza di una serata che di diritto finisce nella storia della tv italiana: alla faccia di chi ha eliminato l'educazione civica dai programmi scolastici e di chi, non comprendendola (o forse comprendendola fin troppo,) questa bellissima costituzione italiana vuole cambiarla....
Nella televisione pubblica siamo ormai avvezzi ad amenità ed oscenità improponibili e cachet da capo giro. Perché non ci si indigna per i compensi milionari di galline da cucina ed avvoltoi e sciacalli pomeridiani?
Se non c'è una scuola pubblica ad insegnare la Costituzione ed i suoi principi ai ragazzi, la futura classe dirigente, ben venga il comico Benigni ed il suo meritatissimo compenso.
Nella televisione pubblica siamo ormai avvezzi ad amenità ed oscenità improponibili e cachet da capo giro. Perché non ci si indigna per i compensi milionari di galline da cucina ed avvoltoi e sciacalli pomeridiani?
Se non c'è una scuola pubblica ad insegnare la Costituzione ed i suoi principi ai ragazzi, la futura classe dirigente, ben venga il comico Benigni ed il suo meritatissimo compenso.
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