Un incubo per molti, un sogno per altri. Come quello di «Good bye Lenin». Il comunismo era crollato da un decennio almeno e Gubbio eleggeva uno «zar» a sindaco, un comunista tutto d’un pezzo, Orfeo Goracci, che ha governato per un decennio come se falce e martello non fossero andati in soffitta. La Siberia non era contemplata nel programma di governo ma gli oppositori se la sono vista brutta: discriminati sul posto di lavoro, se funzionari o dipendenti comunali. Se donne, bersagli di avances e violenze sessuali.

Goracci, oggi vicepresidente del Consiglio Regionale dell’Umbria, e otto ex suoi assessori e funzionari del comune sono finiti in carcere o ai domiciliari con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata all’abuso d’ufficio, alla concussione. L’ex sindaco che nei mesi scorsi aveva ricevuto un avviso di garanzia, si è autospeso da Rifondazione comunista. Nelle carte della Procura di Perugia, il modo di operare del sindaco Goracci è riassunto nella testimonianza di un’amica di una delle vittime di Goracci, Luigina Procacci: «O eri donna e cedevi alle avances del Sindaco, o eri uomo e avevi agganci politici o di amicizia con Goracci o con persone riconducibili al suo gruppo, oppure eri fuori dai giochi».

Un sindacalista rappresentante Rsu, Franco Bazzurri, ha spiegato che la «macchina goracciana della gestione del personale era una fabbrica di consensi contro la quale abbiamo cercato di ripristinare le condizioni minime di legalità».

Fossero vere solo la metà delle accuse, «Gubbio la rossa» dovrebbe vergognarsi davvero. Per fortuna che un gruppetto di dipendenti del comune alla fine si è ribellato accusando l’allora sindaco e buona parte di quella giunta e amministrazione che più rossa non si può, delle peggiori nefandezze possibili: il sindaco, tra le altre, quella di violenza sessuale «aggravata dalla sua condizione di pubblico ufficiale».

Che storia ignobile. Aveva un contratto a tempo determinato e part time, l’agente di polizia municipale Sabrina Morena: «Fin da quando arrivò in comune, Goracci iniziò a rivolgermi apprezzamenti fisici e ad inviarmi sms.... Una volta dovevo parlargli delle difficoltà nell’organizzare un mercatino dell’antiquariato e mi convocò nel suo ufficio. Al momento del congedo, il Goracci mi prese per mano e tentò di baciarmi sulle labbra. Riuscii ad allontanarmi...».

La Procura di Perugia ha sentito come testimone anche l’attuale sindaco Pd, Diego Guerrini. Scorre liscio come l’olio il racconto del gip di Perugia: «Proprio per dare un segnale di discontinuità con l’amministrazione precedente, Guerrini aveva deciso di allontanare il dottor Paolo Cristiano, già segretario generale. E poi aveva promosso la rotazione di tutti i dirigenti comunali in servizio, al fine di spezzare il consolidato sistema di favoritismi che notoriamente aveva caratterizzato il periodo della amministrazione Goracci».

Si protrà obiettare: normale meccanismo di spoil system. Nuova amministrazione, nuovi vertici. C’è però qualcosa che fa la differenza: «Tra i vari casi - prosegue l’ordinanza di custodia cautelare - il Guerrini ha citato il caso dell’ingegnere Casagrande (il tecnico legato a Goracci che aveva elaborato, con la precedente amministrazione, un Prg privo di qualunque omogeneità unbarnistica, con un andamento a “zig-zag” delle macro-aree che denunciava di per sé il perseguimento di esclusive finalità di consenso elettorale), da lui sostituito con l’ing. Pes».

Un piano regolatore a zig zag. Mai sentito prima, miracolo della Programmazione urbanistica comunista? Naturalmente colpisce che in una storia di malapolitica un sindaco finisca dentro anche per aver tentato di violentare una dipendente comunale. Ma prima di raccontare questo episodio una parentesi che sembra un pezzo di archeologia comunista. Il capitolo di questa storia è intitolato: «Il controllo politico della polizia municipale». In sintesi: un gruppetto di sindacalisti della polizia municipale nei fatti era diventato opposizione alla giunta Goracci. E, dunque, annota il gip, «era necessario approntare, nell’ottica del gruppo Goracci, una strategia che garantisse il controllo politico della polizia municipale e l’emarginazione dei vigili non graditi (definiti dal Goracci “la cricca”)». Come ottenere il controllo politico della polizia municipale? «Con l’inserimento della dottoressa Nadia Ercoli, sorella dell’assessore e amica personale del Goracci, era funzionale a tale strategia....».

Good bye giustizia sociale. Good bye governare la società secondo principi di equità e solidarietà. Good bye comunismo. Good bye stato socialista rivoluzionario. Good bye razionalismo. Good bye materialismo dialettico, anti capitalismo ed anti imperialismo. Good bye Lenin.