Una conferenza stampa ricca di spunti anche se i due assist ad effetto li ha lanciando chiedendo i voti del centrodestra e annunciando che se dovesse perdere il confronto darà una mano a Bersani.
“Non ho paura di chiedere i voti del centrodestra", ha detto, rivolgendosi poi direttamente a chi ha votato per l'esecutivo Berlusconi. "Noi non abbiamo paura di venire a stanarvi dalle vostre delusioni", ha spiegato, citando federalismo, tasse e occupazione. "Vi diciamo “vogliamo venire a prendervi” perché le prossime elezioni le vogliamo vincere e se saremo capaci di raccontare Italia credibile sarete con noi", ha spiegato. Mentre rivolto al leader del Pd ha affermato: “Bersani mi ha chiesto e dopo che si fa? Se si perde si fa quello che fanno le persone serie: non ci si inventa l'ennesima formazioncina politica di serie Z, si dà una mano a chi ha vinto", ha assicurato, "perché la sconfitta fa parte del gioco e la vera sconfitta e' non provarci". Dunque, ha insistito, "saremo in prima fila a dare una mano a chi ha vinto".
Poi a proposito della famiglia, Renzi ha ringraziato la moglie Agnese, presente in sala, e raccontato del figlio di 11 anni, ''bersaniano'', ha detto, perché vorrebbe che il padre stesse di più a casa. ''Per fortuna - ha scherzato - dubito che, con qualunque regola, possa votare''. Renzi non ha risparmiato una 'stoccata' all'apparato del Pd. ''C'é una burocrazia forte nel nostro partito, autorevole, capace di avere la certezza di avere già vinto, ma attenti perché di gioiose macchine da guerra ne abbiamo gia' viste. Una burocrazia forte che si fa ancora viva nell'orecchio dicendo: chi ve lo fa fare? Aspettate. Matteo hai 37 anni arrivera' il tuo turno, stattene acquattato dietro alla leadership di qualche dirigente importante poi al momento opportuno si farà da parte. Questa città, Verona, nel 1315 a Dante offri' un patto: puoi tornare a casa purché tu ammetta di essere colpevole. Dante disse no a questo baratto. C'è un momento in cui la dignità è più forte del compromesso e la bellezza più forte della pavidità. Ci candidiamo per cercare di restituire la speranza al Paese, per raccontare i 25 anni che non abbiamo ancora vissuto''.
Adesso caro Matteo abbiamo bisogno di idee, programmi, proposte. Rifiutiamo l'ennesima campagna elettorale "contro" Berlusconi, Bersani, la destra, il fascismo e similari amenità.
Abbiamo bisogno di una politica matura, costruttiva, propositiva che sappia interpretare le attuali contingenze negative convogliando potenzialità e sforzi, risorse ed investimenti verso un obiettivo comune: il bene comune, il benessere diffuso, la speranza in un futuro migliore.
A quelli che dicono che "sono solo parole" rispondo: dalla fine della guerra mondiale di promesse non mantenute e giuramenti da marinaio ne abbiamo ascoltati fin troppi. Nel "ventennio" del Cavaliere poi, si è raggiunto l'apice della mistificazione e del "prometto e non mantengo" o addirittura "nego di averlo detto o promesso". Facile pensare al "milione" di posti di lavoro o alla presunta riduzione della pressione fiscale, arrivando fino ad oggi, alla crescita di 10 punti di PIL promessa da Monti all'atto del suo insediamento nell'attuale esecutivo. Di falsità politici, ministri e presidenti del consiglio succedutisi negli anni ne hanno pronunciate a ripetizione quindi dare a Matteo Renzi la possibilità di guidare questo "sgangherato" ex "bel Paese" non dovrebbe portare ulteriori danni collaterali...
La scommessa di Renzi si basa su un presupposto non male: comunque vada, sarà un successo. Infatti l’avventura di Renzi comunque sia lo consacrerà come leader nazionale della prossima generazione del centrosinistra.
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