Analizzando gli ultimi provvedimenti in materia di professioni contenuti nelle recenti leggi varate dal precedente Governo e quelli previsti nel decreto cosiddetto “Salva Italia”, annunciato dal presidente del Consiglio, Mario Monti non riesco a trattenere un sorriso amaro.
Dove erano i tassisti, gli avvocati, i notai, i farmacisti quando le liberalizzazioni selvagge investivano, davvero e non solo metaforicamente, come un mastodontico tsunami, il commercio, il piccolo dettaglio, gli artigiani?
Allora nessuno si preoccupò degli evidenti danni che la liberalizzazione del commercio avrebbe portato al piccolo dettaglio consegnando di fatto alle grandi superfici commerciali, quelle in cui si riciclano i proventi pecuniari derivanti da attività illecita, per intenderci, il grimaldello per scassinare l'economia moderna. Allora non interessava perché le attività commerciali toccate dal provvedimento non facevano parte del corporativismo malsano che pervade la penisola, da secoli, determinandone, nel bene o nel male, la storia.
Oggi si scopre che non c'è solo la concorrenza ma anche il rispetto della Costituzione, quindi delle professioni.
Mi chiedo perché tale senso civico ed integerrimo rigore morale non sia stato mostrato in quella occasione per trovarci ora con migliaia di esercizi commerciali chiusi ed altrettanti posti di lavoro persi. In nome di quale libera concorrenza si è permesso di ideare e realizzare l'oligarchia economica da centro commerciale che oggi ci offre l'ultimo ritrovato tecnologico in super offerta e miserrimi posti da precari, mal pagati ed iper sfruttati. Forse sarebbe stato meglio pagare il cellulare ultimo modello 10 euro in più ed avere uno stipendio degno di tal nome, che permettesse di spendere degnamente le nostre vite appagando bramosi i nostri agognati desideri.
A nessuno viene il dubbio che le 10 euro di sconto sul prodotto da scaffale lo stiamo pagando al prezzo di un lavoro sottopagato, sfruttati senza versamento alcuno di contributi previdenziali, senza malattia, ferie, garanzie? 
Riflettiamo prima di agire. I signori del dolore, nella stanza dei bottoni, giocano con le nostre vite, liberalizzando selvaggiamente e mettendoci gli uni contro gli altri, una guerra fra poveri, una lotta per sopravvivere.
Siamo numeri di un mercato globale in cui, ormai, valiamo soltanto per quello che spendiamo, non per l'amore, non per la passione, l'intelligenza che riusciamo ad esprimere, non per le emozioni che riusciamo a suscitare. Siamo ancora essere umani oltre questo bieco, compulsivo e cinico consumismo che prima di tutto ci porta a consumare noi stessi, la nostra capacità di discernimento , di amare, di scegliere? Consumiamo tutto e subito, più veloci sempre di più. Consumiamo il nostro vivere, la nostra esistenza.
Tutto ciò vale 10 euro di sconto con file chilometriche e sempre meno denaro in tasca da spendere?
In realtà la riforma delle professioni non ha nulla a che vedere con le reali cause della crisi economica (ed io non sono mai stato favorevole, nemmeno oggi che si intaccano categorie estranee alla mia) che riguardano il capitalismo parassitario e finanziario, la corruzione, l'evasione fiscale dei grandi patrimoni (quella dei paradisi fiscali ndr).Cosa c'entra comprare le medicine al supermercato con la soluzione della crisi economica? Si crea sviluppo economico se l'aspirina la compro al centro commerciale piuttosto che in farmacia? Ormai tutte  le attività professionali, raccolgono disoccupazione intellettuale, lavoro precario e lavoro sottoremunerato e si fanno passare invece come una “casta di privilegiati”. Alcuni editorialisti, pur rispettabili, “non sanno di cosa parlano”: l’Europa non chiede di liberalizzare selvaggiamente il mondo delle professioni senza tener conto delle identità nazionali. Ed è improprio chiedere l'eliminazione degli ostacoli all’accesso e all’esercizio della professione”, quando le professioni sono già fortemente liberalizzate con albi sovraffollati ed esercizio professionale indistinto e diffuso su tutto il territorio nazionale. Si sta utilizzando una arma di "distrazione" di massa, che sta giustificando vere e proprie aggressioni alla Costituzione, è un diversivo mediatico dai problemi strutturali del Paese, a partire dalla eliminazione dei costi eccessivi della “malapolitica”, dalla lotta alla corruzione e all’evasione fiscale, dai mancati tagli contro l’elefantiaco carrozzone di enti inutili e di imprese del para-pubblico.
Gli "eco mostri" commerciali che spuntano come funghi sono la svendita del nostro territorio e del nostro agire, oltre che del nostro vivere. Ricordiamocelo. Ogni volta che spendiamo quelle 10 euro, prima che in Svendita sia la nostra stessa vita.