309 contrari, 298 favorevoli così, con 11 voti di scarto, la camera ieri ha respinto la richiesta di arresto avanzata dalla procura di Napoli per l'ex sottosegretario del PDL Nicola Cosentino, accusato di essere il referente politico del clan camorristico dei casalesi in Campania.

Determinanti i voti della Lega che aveva lasciato libertà di coscienza nella espressione di voto e perfino dei radicali eletti nelle liste della sinistra, da sempre, a parole, difensori della democrazia contro la partitocrazia.

L'esito della votazione è stato accolto da un applauso. In molti dai banchi del PDL sono andati a congratularsi con Cosentino, a stringergli la mano. In serata ha rassegnato le sue dimissioni da coordinatore campano del PDL ma rimane libero ed al suo posto in Parlamento. Come nel dicembre del 2009 Cosentino viene salvato dal Parlamento che si esprime contrariamente alle richieste della procura che lo accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.

Insomma le cose non cambiano o comunque non si vogliono cambiare, tant'è che ben 22 deputati non hanno neppure partecipato al voto, quattro dei quali erano in missione, mentre i sei radicali si sono opposti all'arresto pronunciando il loro "no".

Ancora una volta la giustizia, i magistrati napoletani che hanno indagato escono sconfitti da un epilogo per tanti versi scontato. La Casta Politica salva ancora il "collega" di turno per il quale non si potrà procedere penalmente, almeno finchè ricoprirà il suo ruolo istituzionale. Eppure le accuse rivolte a Cosentino sono dettagliate, circostanziate. Partono dal 2008, anno in cui il pentito Carmine Schiavone parlò di un patto elettorale tra camorra e l'esponente politico, che una volta eletto avrebbe svolto un ruolo decisivo per la "famiglia".
E non finisce qui, perchè Cosentino sempre nello stesso periodo è accusato anche di riciclaggio dei rifiuti tossici nella sua regione. L'anno successivo, esattamente nel novembre del 2009, i Pm chiedono per la prima volta alla Camera l'autorizzazione a procedere con la custodia cautelare nei confronti del deputato campano. La richiesta è però respinta al mittente.
Ma c'è dell'altro. Il nome di Cosentino, infatti, spunta nuovamente nel 2010 nell'inchiesta sulla nuova P2, la cricca di faccendieri e politici che lo avrebbero favorito per governare la regione Campania. Ragion per cui il tribunale chiede ancora una volta alla Giunta a procedere l'arresto dell'uomo che potrebbe svolgere il ruolo di referente politico per il clan dei casalesi. La richiesta questa volta è accettata, ma la Camera oggi si è espressa contrariamente.

La cosa davvero incredibile rimane la gioia espressa dai deputati del Pdl subito dopo aver appreso il risultato della votazione. Baci e abbracci per il loro amico-collega che si dice "vittima di trattamento ingiusto e di un'aggressione politica e in parte giudiziaria". Poi ringrazia il Parlamento, tranne la Lega che, invece, aveva votato a favore del suo arresto.

Una cosa è certa. La casta si salva. Il cittadino comune spesso non ha neppure i mezzi per difendersi. E' una democrazia a senso unico.