Gli stipendi dei parlamentari italiani sono tra i piu' alti in Europa, almeno cosi' pare a leggere le tabelle, pero' la commissione guidata da Enrico Giovannini non e' riuscita per ora a calcolare una media Ue su cui riparametrare le buste paga di deputati e senatori. E' stata la stessa 'Commissione sul livellamento retributivo Italia-Europa' (Comliv) ad ammettere la difficolta', nel rapporto sulle attivita' svolte fino al 31 dicembre. Il lavoro iniziato il 28 luglio scorso pero' non e' finito e la Comliv si ripromette di proseguire gli approfondimenti per arrivare al 31 marzo con dati piu' precisi. "L'eterogeneita' delle situazioni riscontrate nei singoli paesi in termini di assetti istituzionali e organizzativi e di trattamento dei contributi sociali rende i dati non facilmente confrontabili", si legge nella nota diffusa sul sito del ministero della Funzione pubblica. Nonostante la difficolta' di raffrontare i dati, alcuni numeri saltano agli occhi e prima di tutti la voce indennita' parlamentare. I deputati italiani ricevono mensilmente 11.283 euro, contro i 7.100 euro della Francia, i 7.668 della Germania, i 2.813 della Spagna, gli 8.500 dei Paesi Bassi, i 7.374 del Belgio e gli 8.160 dell'Austria. Alta anche la diaria, che non tutti i paesi riconoscono: 3.503 euro, seconda ai 3.984 euro della Germania, ma molto piu' dei 1.823 euro della Spagna e i 1.638 euro dei Paesi Bassi. In piu' i deputati italiani hanno 1.331 euro di rimborso per i trasporti e 3.690 euro al gruppo di appartenenza per le spese di rappresentanza, con cui pagare anche i collaboratori parlamentari. Direttamente nelle tasche dei deputati vanno quindi circa 16.000 euro al mese, mentre i francesi si attestano sui 13.000 (anche se possono contare su 9.138 euro al mese per i collaboratori parlamentari) e i tedeschi sugli 11.600. Quanto ai senatori italiani, percepiscono 11.555 euro al mese di indennita' piu' 3.500 euro di diaria, per un totale di circa 15.000 euro cui vanno aggiunti 4.180 euro di spese di segreteria al gruppo parlamentare e 1.650 euro per i trasporti.
  Piu' difficile il riscontro con i senatori degli altri Paesi Ue: nella tabella Comliv sulla maggior parte delle voci c'e' la dicitura 'informazione non disponibile'. L'unico dato certo e' quello delle indennita': 7.100 euro per i senatori francesi, 3.126 per gli spagnoli, 2.323 per gli olandesi, 7.374 per i belgi e 4.080 per gli austriaci. "La Commissione considera i dati contenuti nella presente relazione del tutto provvisori e di qualita' insufficiente per una loro utilizzazione ai fini indicati dalla legge", si precisa nella nota. Poi l'invito ai giornali a non distorcere le informazioni. "I dati disponibili vengono messi a disposizione dell'opinione pubblica, invitando tutti gli utilizzatori a leggere attentamente le note esplicative e sconsigliando ai mezzi di comunicazione la diffusione di tali dati senza queste ultime", avverte la Comliv. Dunque, e' la conclusione, "nonostante l'impegno profuso e tenendo conto della estrema delicatezza del compito ad essa affidato, nonche' delle attese dell'opinione pubblica sui suoi risultati, la Commissione non e' in condizione di effettuare il calcolo di nessuno delle medie di riferimento con l'accuratezza richiesta dalla normativa". Detto questo, "naturalmente, il lavoro della Commissione proseguira' nelle prossime settimane per fornire il maggior numero di informazioni, tra quelle richieste, entro il 31 marzo 2012".
  Tuttavia, "va pero' sottolineato come le difficolta' finora incontrate dovrebbero far riflettere il legislatore sull'effettiva applicabilita' della normativa di riferimento, della quale (non a caso) non si trova alcuna analogia negli altri principali paesi dell'Unione Europea", e' il consiglio della commissione guidata dal presidente dell'Istat.



L'attuale classe politica e dirigenziale di questo paese sembra vivere anacronisticamente la situazione contingente non accorgendosi che siamo davvero e pericolosamente sull'orlo di un baratro chiamato default, fallimento. 
Se malauguratamente questo 2012 porterà in dote una fattispecie simile non ci saranno più prebende e benefit. Come una macchina del tempo spietata ci troveremo, come nell'immediato dopoguerra, a procacciare cibo quotidianamente, sopravvivendo "alla giornata" e sperando in un avvenire più degno.
Allora se "la casta" non vuole accettare una riduzione degli emolumenti per favorire la ripresa, non dico economica (l'incidenza è irrisoria sull'enorme debito accumulato), ma almeno morale di una nazione alla deriva, si facciano da parte e lascino il posto a chi, per il bene comune, è disposto a fare il "lavoro" parlamentare anche con uno stipendio decurtato del 50% dagli 11mila e rotti percepiti attualmente dai politici. E poi, detto sinceramente, fare peggio di quanto hanno fatto dal '94 in poi è impossibile, fare meglio quantomeno auspicabile.