La disoccupazione ha superato i 18 milioni in Europa. In dodici paesi (tra cui l'Italia) i giovani senza lavoro sono più del 25%. Il precariato domina. I capi di stato e di governo della zona euro si sono bene o male messi d'accordo per salvare le banche e metterle sotto controllo, per evitare brutte sorprese. La crisi è certo finanziaria, ma colpisce anche e soprattutto l'economia reale. Hollande, che aveva promesso un «cambiamento subito», poco per volta è spinto a piegarsi anch'egli al «pensiero unico». Il «modello» del successo europeo, viene ripetuto, è quello tedesco, paese che ha mantenuto un tessuto industriale ed esporta (ma lo fa al 60% nei paesi Ue).
La Germania non è fatta però solo di lavoratori delle grandi imprese, iscritti alla Ig Metall, che sono riusciti a negoziare degli aumenti di salario. Il 20% dei lavoratori in Germania guadagna poco più di 10 euro lordi l'ora. Nei servizi, tre dipendenti su quattro hanno un contratto precario. Il 10% è costretto a un doppio lavoro. In Francia, anche la scuola tedesca è presentata come un modello efficiente: eppure, in Germania, solo un giovane su cinque ha un diploma superiore a quello ottenuto dai suoi genitori. Per riassumere, la Germania è sempre più un paese ingiusto, con il 53% della ricchezza controllato dal 10% della popolazione. L'unico dato positivo, è la disoccupazione è inferiore alla media Ue. Il «modello» tedesco è il successo della diminuzione della disoccupazione da più di 5 milioni nel 2005 ai 2,8 milioni del 2011 (6,9% della popolazione). Un risultato dovuto alle riforme strutturali del «dottor Hartz», che l'austerità europea impone a tutti. Ma il prezzo sono i 9 milioni di precari, la demografia declinante in mancanza di aiuti per le giovani madri. Adesso in Francia Hollande viene messo al muro dal padronato, perché introduca uno «choc di produttività» sul modello di quello di Gerhard Schröder. Anche Louis Gallois, ex pdg della Sncf e del colosso Eads, considerato un padrone «di sinistra», nel rapporto che sta per presentare a Hollande sulla competitività dell'industria francese, propone 30 miliardi di tagli ai contributi padronali (che dovranno essere compensati dalle famiglie, oppure dai tagli al welfare). Hollande è nell'imbarazzo, prigioniero della mancanza di prospettive alternative.
Uno sciopero per riunire il popolo Europeo e riappropriarci di ciò di cui questi "signori del dolore" ci hanno defraudato: democrazia e sovranità popolare.
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