In diretta dalla sala Koch del Senato, il segretario generale del Popolo delle libertà, l’ex ministro Angelino Alfano, ha definito oggi Silvio Berlusconi “presidente della Repubblica”. Subito dopo il suo “lapsus”, il leader si è lasciato scappare un sorriso mentre dall’aula si sollevavano risatine. Dopo il suo intervento diversi giornalisti hanno chiesto ad un imbarazzato Alfano se il Cavaliere abbia effettivamente intenzione di mirare al Quirinale. La conferenza, alla quale partecipa anche il Cavaliere, è stata convocata per lanciare “la grande novità politica” promessa nelle scorse settimane dal Pdl. LAPSUS DI ALFANO – Nella foga dell’annuncio di quella che ha definito “la più grande modernizzazione del sistema italiano”, ovvero permettere ai cittadini di scegliere direttamente il capo di Stato, Alfano ha detto: “Come poco fa riferiva il presidente della Repubblica… mmm il presidente Berlusconi… lui non, non sorride”. Alla domanda di un giornalista sulla sua candidatura al vertice del Paese, Berlusconi ha risposto: “Farò quello che mi chiederà il Popolo delle Libertà. Ci sono delle responsabilità che non si possono ignorare”. L'incredibile lapsus di Alfano dimostra una volta di più, se avvertissimo ulteriore necessità di conferma, la sua incapacità di leadership e l'inadeguatezza a livello sia di spessore politico che di strategia comunicativa e mediatica. D'altro canto scopre le carte del Cavaliere che, inappagato dal ventennio di potere utilizzato unicamente per il perseguimento di fini personalistici, continua pedissequamente a  "ridisegnare la struttura delle istituzioni repubblicane a propria immagine e somiglianza" sfruttando il proprio carisma mediatico, pensando unicamente al potere e profitto proprio, e forse, stavolta (speriamo), sottovalutando l'intelligenza del popolo italiano.