E' proseguito fino all'alba a Bruxelles la maratona sul bilancio europeo 2014-2020: i leader dei 27 paesi dell'Unione, arrivati a Bruxelles intorno alle 13 di ieri, stanno ora mettendo a punto la bozza di compromesso elaborata nella notte da Van Rompuy. Secondo questa bozza il tetto complessivo di spesa sarebbe pari a 960 miliardi di euro per gli impegni (908,4 per i pagamenti effettivi, cioè la liquidità). Si tratta di una cifra di 11,9 mld inferiore a quella proposta da Van Rompuy nel fallito vertice di novembre scorso. Nella proposta non è indicata la clausola di 'flessibilità' richiesta dal Parlamento europeo. Secondo fonti europee il lungo lavoro notturno si è reso necessario per rivedere la suddivisione tra i capitoli di spesa (agricoltura, coesione, infrastrutture, servizio diplomatico, amministrazione, ecc.) e la ripartizione del 'peso' degli sconti di cui godono paesi come Gran Bretagna, Germania, Olanda, Danimarca e Svezia.
La riunione ha inizio dopo un pomeriggio di negoziati fra i leader e il presidente Van Rompuy, che tenta di presentare una proposta di compromesso fra le richieste di maggiori tagli, da parte principalmente del Regno Unito, e quelle di chi chiede che si salvaguardino i fondi per le politiche Ue, Italia e Francia in particolare.

Dopo i continui rinvii e le tensioni, secondo una fonte anonima a Bruxelles, Van Rompuy avrebbe optato per il passo indietro, la rinuncia a presentare ai leader dei paesi Ue la proposta di compromesso sul bilancio per vie della mancanza di convergenza sulle cifre. Una seconda fonte, invece, non esclude che dall'impasse esca comunque una nuova proposta di revisione del budget.

E il presidente dell'Europarlamento Martin Schulz lancia l'allarme: senza un accordo, l'Europa rischia il baratro del fiscal cliff, come quello fronteggiato dagli Stati Uniti.

Van Rompuy: "Non ci siamo, mettiamoci al lavoro". In apertura di vertice, Van Rompuy si è detto "fiducioso" sulla possibilità di arrivare a un accordo sul bilancio europeo:
"Credo fortemente che, se tutti mostreremo un senso di compromesso, allora questo bilancio per l'Ue sarà a portata di mani, ma ancora non ci siamo, quindi mettiamoci al lavoro".

Il presidente del Consiglio Ue ha quindi avvertito che fra i capi di governo "c'è la tendenza a concentrarsi sui dettagli, dimenticando il quadro generale. Prima di tuffarci in ogni altra discussione, dobbiamo mantenere lo sguardo sul quadro generale". Van Rompuy ha sottolineato: "Abbiamo bisogno di un bilancio per il futuro con un chiaro focus su crescita, innovazione e occupazione, in particolare per i giovani. Inoltre abbiamo bisogno di un budget di moderazione".

Martin Schulz: "Rischio fiscal cliff per l'Ue". Rivolgendosi ai leader Ue che si apprestano a discutere il budget per il periodo 2014/2020, Il presidente del Parlamento europeo li ha invitati a trovare un accordo che non preveda "un deficit strutturale" per l'Unione, agitando lo spettro del "fiscal cliff".

"Come presidente del Parlamento europeo, la cui firma è richiesta per la definitiva adozione del budget, non posso e non potrò accettare bilanci in deficit", ha detto Schulz. "Negli anni recenti - ha ricordato - la differenza fra gli impegni e i pagamenti effettivamente disponibili si è allargata. Questa situazione deve essere corretta senza indugi". Se si taglia la proposta della Commissione "fino a 100 miliardi, porteremo l'Europa in una trappola di debito" con un rischio analogo a quello del "fiscal cliff per gli Stati Uniti poche settimane fa".

Poi Schulz ha avvertito il Consiglio Ue. "Con l'attuale proposta di bilancio, che rappresenta il minimo comune denominatore dei 27, il Parlamento non può assicurarne l'approvazione, e i gruppi hanno avviato le procedure per il voto segreto", cosa che rende più libero un 'no'".

Le ore precedenti il vertice. "Non siamo sicuri di arrivare ad un accordo. Le posizioni sono ancora lontane". Lo aveva detto la cancelliera tedesca Angela Merkel, arrivando nella sede del vertice europeo sul bilancio 2014/2020. Giusta previsione: dopo ore di contatti, discussioni, calcoli, nuove proposte, il vertice dei Capi di Stato e di governo europei sul bilancio 2014-2020 comincia solo alle 20,30, sul finire di una giornata caratterizzata da continui rinvii. Per il momento ciascun Paese difende il proprio terreno di gioco e i propri interessi su un bilancio ridotto rispetto ai 7 anni precedenti. L'Italia, in particolare, difende la posizione di partenza: deve migliorare il saldo netto negativo per il Paese.

Ma le posizioni sono molto distanti. Sul tavolo adesso c'è la proposta di un bilancio con 960 miliardi di impegni di spesa con previsione di pagamenti tra 900 e 929 miliardi. La Commissione era partita da un bilancio di 1033 miliardi in impegni di spesa e 987 di pagamenti. I tagli sarebbero fatti su capitoli sensibili, quelli a favore della crescita, ma il Parlamento ha già indicato che non accetterà un accordo a 27 che sacrifichi eccessivamente ricerca, infrastrutture, azioni contro la disoccupazione giovanile.

Regno Unito, Olanda, Svezia, Finlandia e Repubblica Ceca sono intransigenti sulla riduzione del bilancio, eppure l'ultima proposta si avvicina molto a quanto da loro richiesto. La Germania è d'accordo con i tagli ma cerca di trovare una mediazione accettabile. La Francia difende la spesa agricola, l'Italia vuole una scelta equa che inverta la 'ruota' del saldo negativo netto e vuole mantenere le posizioni acquisite sulla coesione. I due Paesi difendono la spesa per la crescita.

Poi c'è la questione degli sconti alle contribuzioni al bilancio. Il privilegio britannico dello sconto eterno non si può toccare perché si decide all'unanimità. Sul tavolo ci sono gli sconti da prorogare per Germania, Olanda, Svezia e Austria. La Danimarca vuole lo stesso privilegio.

Mario Monti aveva annunciato battaglia su questo, ma è difficile che abbia spazi di manovra. Dopo aver incontrato i presidenti di Commissione Ue e Parlamento europeo, Josè Manuel Barroso e appunto Schulz, il primo ministro belga, Elio Di Rupo, il presidente del Consiglio si appresta a incontrare proprio il cancelliere tedesco, Angela Merkel. Che nelle ore precedenti aveva garantito sulla sua volontà di fare di tutto per arrivare a un accordo che consenta ai 27 paesi della Ue di superare questo periodo di difficoltà economica.

"In tempi di incertezza economica e alta disoccupazione - aveva detto la Merkel - è di grande importanza da un lato poter pianificare e spendere soldi attentamente, ma dall'altro che ci sia solidarietà tra i Paesi contributori netti e quelli riceventi".

Accordo ancora lontano per il presidente francese François Hollande che non ha intenzione di accettare "un compromesso a tutti i costi" per arrivare al quale "l'Europa abbandoni le politiche comuni dimenticando l'agricoltura e la coesione". Ma Hollande ha anche ribadito di essere "qui per cercare un accordo, perché credo che sia possibile - ha osservato - se qualcuno non è ragionevole cercherò, ma solo fino a un certo punto, di farlo ragionare". Oltre a porre l'accento sulla politica agricola, "elemento molto importante per la storia e per il futuro dell'Europa", il presidente francese ha ricordato che occorre "fare chiarezza sui rimborsi, che vendono dati ad alcuni e non ad altri, sicuramente non alla Francia".

Ferrea anche la posizione di David Cameron. Al suo arrivo a Bruxelles, il premier britannico ha avvertito: "Le proposte di novembre sono troppo alte e devono scendere, se non scenderanno non ci sarà alcun accordo". A Bruxelles oggi si parla di "quello che l'Ue può spendere nei prossimi sette anni - ha sottolineato Cameron - e francamente l'Ue non può essere immune dalle pressioni abbiamo avuto per ridurre le spese, per finanze più efficienti e per assicurare che il denaro venga speso più saggiamente".

Accomodante invece la Finlandia. "Tutti devono essere pronti a cedere qualcosa, tutti devono essere pronti al compromesso" sul bilancio Ue 2014-2020, ha detto del premier finlandese Jyrki Katainen al suo arrivo al vertice Ue. "Mi sembra molto difficile, anche se avessimo più tempo, che le cose diventino più facili", ha sottolineato. No, quindi, a un nuovo rinvio dell'intesa.

Le indecisioni dei Paesi europei sono duri colpi per Mario Monti che sperava di commentare positivamente al termine del vertice un punto d'incontro . "Crescita ed equità sono più che mai due ingredienti cruciali per il progresso dell'Europa. Ci batteremo perché entrambe queste cose si realizzino e speriamo che ci possa essere un accordo" sul bilancio. "Se porremo il veto? Contano i risultati e spero di poterveli commentare questa notte, domani", aveva detto prima di cominciare il trilaterale con Hollande e il premier spagnolo Mariano Rajoy e di incontrare Herman Van Rompuy.
Alla fine si decide quanto segue:

Alle regioni italiane meno sviluppate è destinato un miliardo e mezzo. Il contributo fa parte degli stanziamenti speciali aggiuntivi destinati alle regioni dei paesi dell'Eurozona maggiormente colpite dalla crisi.
Per la macchina burocratica europea vengono stanziati 61,629 miliardi. A novembre erano 62,629 mld. Nella proposta iniziale della Commissione erano 63,125 mld.
I fondi per la crescita (infrastrutture, innovazione e ricerca) vengono ulteriormente tagliati di 13,84 miliardi nella proposta di bilancio di Van Rompuy. Nella bozza vengono infatti stanziati 125,69 miliardi, nel fallito vertice di novembre erano 139,54 mld (164,31 mld nella proposta della Commissione).
Per combattere la disoccupazione giovanile nei Paesi dove supera il 25%, quindi Italia compresa, ci sarà avrà a disposizione un budget di sei miliardi di euro per il periodo 2014-2020. L'iniziativa è fortemente voluta da Van Rompuy stesso e da Barroso.