Il governo vada alla Ue e dica «il limite del 3% all'anno (rapporto deficit/pil, ndr) e del fiscal compact ve lo potete dimenticare»: così Silvio Berlusconi a Pontida. «Ci volete mandar fuori dalla moneta unica? Fatelo. Ci volete mandar fuori dalla Ue, ma no... Vi ricordiamo che noi versiamo 18 miliardi all'anno e ce ne ridate indietro solo 10».
Silvio Berlusconi ha spiegato che c'è bisogno di «qualcuno nel governo che abbia il coraggio di andare a Bruxelles» per dire che «bisogna mettere a posto le cose» cioè che «da qui in avanti il limite del 3% all'anno e del fiscal compact ve lo potete dimenticare». «Bisogna che chi va su non sbatta i tacchi di fronte a queste autorità di Bruxelles che, per nove anni di esperienza che ho io, a trattare a Bruxelles sono sempre quelli che tutti i Paesi mandano lì perchè li vogliono mandare via», continua Berlusconi.

Iva. È «inaccettabile» che non si trovino gli 8 miliardi che servono per l'Imu ed evitare l'aumento dell'Iva, secondo Berlusconi. «Il governo sta affannosamente cercando otto miliardi, ma quale azienda non riesce a tagliare i costi dell'1%..». Il Cavaliere ha ribadito il no all'Imu che è una tassa «dannosa e ingiusta». «Noi vogliamo che sia abrogata - ha spiegato - per quasi un fatto simbolico, rappacificare lo stato con i cittadini». L'ex premier è però tornato a chiedere anche di evitare l'aumento dell'Iva che «secondo gli economisti che hanno la testa sulle spalle non porterebbe maggiori entrate all'erario ma un decremento» per la diminuzione dei consumi.

«Spero che la cerimonia finisca presto, ho portato le mie cose. Tutti mi vogliono rottamare, sarò il primo ospite della struttura», scherza poi Berlusconi, che, a Pontida all'inaugurazione di una casa di cura, spiega di volere «una Suite». Berlusconi ha partecipato nel pomeriggio all'inaugurazione della casa di cura «Villa San Mauro» nei colli sopra Pontida, insieme tra gli altri al governatore della Lombardia Roberto Maroni, che prima di lui ha portato un saluto istituzionale. Il Cavaliere inizialmente non voleva prendere la parola, ma poi ha ceduto all'invito dei presenti e ha iniziato a parlare a braccio proprio con la battuta sulla sua "rottamazione". Tema che ha ripreso anche alla fine, dopo aver parlato di politica ed economia, per sorridere di chi a suo dire lo vuole rottamare, spiegando che la casa di cura che ha inaugurato oggi sarebbe la cornice ideale per trasferirsi. Berlusconi ha anche garantito di non essere «una mummia», come sostiene Beppe Grillo e ha metaforicamente invitato a toccarlo: «Non sono truccato - ha garantito -, sono bello di natura così. Devo ringraziare solo mamma e papà».

Quello che ai più sfugge  è come mai Il 5 agosto 2011, il Cavaliere non usasse le stesse espressioni sprezzanti e lo stesso tono minaccioso verso l'UE che ha usato oggi. In quell'occasione invece, al culmine di una drammatica crisi delle borse europee ed un forte ampliamento del differenziale tra i tassi sui titoli italiani e quelli tedeschi (il famigerato spread), il governatore uscente della BCE, Jean Claude Trichet, e quello in pectore, Mario Draghi, scrivevano una lettera segreta al governo italiano, all'epoca presieduto proprio da Silvio Berlusconi, indicando una serie di misure da attuarsi al più presto. All'ottemperanza di tali misure veniva implicitamente condizionato il sostegno della BCE, attuato attraverso l'acquisto massiccio di titoli italiani sul mercato secondario. 

In quella celeberrima lettera la UE ordinava perentoriamente in 35 drammatici punti gli adempimenti economici, fiscali, normativi e addirittura sociali, ritenuti indispensabili per garantire il sostegno e quindi la permanenza dell'Italia nell'Unione Europea. Strano che oggi Berlusconi voglia controvertire quel patto scellerato non rivendicando nemmeno la paternità di alcune scelte di imposizione fiscale che oggi dice essere prioritario evitare come l'aumento dell'aliquota IVA e l'imposizione dell'IMU, provvedimenti attuati, come ben ricordiamo, durante il suo ultimo nefando esecutivo.