Sono tre i militari italiani feriti nell'attacco in Afghanistan, in cui un capitano del 3° Bersaglieri è morto.
La dinamica dell'attentato è ancora in corso di accertamento: sarebbe stato un ragazzino di 11 anni a lanciare la bomba a mano nel Lince a Farah nell'attentato costato la vita al capitano Giuseppe La Rosa. La rivendicazione dell'agguato da parte dei talebani parla infatti dell'azione compiuta da un «coraggioso, eroico ragazzino afghano di 11 anni che ha lanciato la granata».

È il capitano Giuseppe La Rosa il militare morto oggi in conseguenza dell'attentato di Farah. Originario di Barcellona Pozzo di Gotto (Me), aveva 31 anni, non era sposato ed era effettivo al terzo reggimento Bersaglieri. Il militare italiano è morto sul colpo.

I familiari del capitano Giuseppe La Rosa sono chiusi nel loro immenso dolore nella casa di Barcellona Pozzo di Gotto, nel Messinese. Sono assistiti al momento da psicologi dell'esercito e non vogliono rilasciare dichiarazioni. «Abbiamo appreso la notizia stamattina - spiega il tenente colonnello della Brigata Aosta di Messina Angelo Vesto - e insieme al vicecomandante e al cappellano militare siamo venuti ad informare la madre, il padre e la sorella che vivono qui a Barcellona Pozzo di Gotto. Il ragazzo ha anche altri due fratelli che risiedono fuori Messina. Giuseppe tornava spesso qui dopo le missioni per salutare i familiari. Da quello che mi ha riferito il suo comandante - aggiunge l'ufficiale dell'esercito - era una persona esperta e motivata, e aveva fatto altre missioni all'estero. Siamo tutti addolorati se ne è andato uno dei nostri migliori uomini».

I vicini di casa. «Era una ragazzo d'oro, solare... è una notizia incredibile...». Parla tra i singhiozzi un vicino di casa del capitano Giuseppe La Rosa, morto oggi in Afghanistan. Le due famiglie vivono al primo piano in case attigue nel palazzo a due elevazioni del popoloso rione di Sant'Antonio, a Barcellona Pozzo di Gotto, nel Messinese. L'uomo in lacrime, parla con difficoltà, travolto dal dolore e dall'emozione. Ricorda quando «Giuseppe tornava a casa, era sempre una festa... Io lo confondevo con suo fratello, che è anche lui un ufficiale, tenente, dell'esercito». «Era legatissimo alla sua famiglia - ricorda commosso - tanto che quando tornava in licenza non usciva di casa, stava sempre con i genitori». Giuseppe La Rosa, da qualche anno si era trasferito a Casamassima in provincia di Bari mentre, quando era in Italia prestava servizio nel terzo reggimento bersaglieri di stanza a Cagliari.

È avvenuto in mattinata nella zona di Farah, l'area più meridionale e a rischio del settore ovest dell'Afghanistan affidato al controllo dei militari italiani, l'attacco in cui un soldato del contingente italiano è morto e altri tre sono rimasti feriti. Secondo quanto si è appreso,«elementi ostili» hanno attaccato un Lince che stava tornando alla base di Farah dopo aver svolto un'attività congiunta con i militari afghani.

L'attacco ai militari italiani in Afghanistan è scattato «nella mattinata di oggi, alle 10.30 locali (le 7 italiane)», quando «un VTLM Lince appartenente ad un convoglio del Military Advisor Team della Transition Support Unit South (TSUS) che stava rientrando nella base di Farah, dopo aver svolto attività in sostegno alle unità dell'esercito afghano, è stato oggetto di un attacco da parte di elementi ostili a seguito del quale un militare italiano è rimasto ucciso ed altri 3 hanno riportato ferite». È quanto afferma lo Stato maggiore della Difesa, in una nota.

I militari italiani feriti sono stati trasferiti all'ospedale della base di Farah. C'è anche il maresciallo capo Giovanni Siero, 44 anni originario di Desenzano del Garda ma residente a Casapulla nel Casertano, in forza all'8 Reggimento della Brigata Bersaglieri Garibaldi di Caserta. Il sottufficiale, che ha riportato ferite da schegge agli arti inferiori considerate non gravi, vive da solo e non ha figli. In Afghanistan fa parte del Military Advisor Team (MAT), ovvero la task force del contingente italiano incaricata di addestrare i militari afgani.

«Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, appresa con profonda commozione la notizia del tragico attentato in cui ha oggi perso la vita un militare dell'Esercito Italiano e altri tre sono rimasti feriti, mentre svolgevano i propri compiti operativi nella missione ISAF in Afghanistan, esprime i suoi sentimenti di solidale partecipazione al dolore dei familiari del caduto, rendendosi interprete del profondo cordoglio del Paese». Lo si legge in un comunicato diffuso dall'ufficio stampa del Qurinale. Il presidente Napolitano, conclude il comunicato, «formula l'accorato auspicio che i militari feriti nell'attacco possano superare questo momento critico».

Il presidente del Senato Grasso. «Esprimo il mio cordoglio alle famiglie. Continuiamo a pagare un pesante tributo per costruire la stabilizzazione di quell'area». Il presidente del Senato, Pietro Grasso, dal convegno dei giovani imprenditori commenta le notizie dell'attacco ai nostri militari che arrivano dall'Afghanistan, con un morto e tre feriti. «Faccio i miei auguri di pronta guarigione ai feriti. Ed invio un ringraziamento a chi opera a Herat e Kabul dove ci sono i nostri militari», ha aggiunto.

Il capo del governo. «Ho appreso poco fa della scomparsa del militare italiano in Afghanistan. A nome mio personale e del governo che guido, rivolgo sincere condoglianze ai familiari della vittima e vicinanza ai feriti e ai loro congiunti. Di fronte a questo dolore, e a un sacrificio così lancinante, non possiamo che stringerci ancora di più attorno a loro e a quanti ogni giorno servono con dedizione il nostro Paese». Lo dichiara, in una nota, il presidente del Consiglio, Enrico Letta.

Il ministro della Difesa, Mario Mauro, ha espresso «profondo cordoglio» per la morte del militare italiano ucciso oggi in Afghanistan. Mauro, nel rivolgere «sentimenti di grande vicinanza alla famiglia del caduto», ha auspicato «pronta guarigione per gli altri tre soldati rimasti feriti, sulle condizioni di salute dei quali viene tenuto costantemente informato dal capo di stato maggiore della difesa».
Mentre in Afghanistan si muore, in Italia, ascoltati gli inutili messaggi di cordoglio di circostanza delle Autorità ai familiari delle vittime,  non si trovano i fondi per scongiurare il preventivato e famigerato aumento dell'IVA dal 21 al 22% previsto per il prossimo 1 luglio. Poi si parla di crisi dei consumi e di attività commerciali ed industriali che falliscono....

I fondi per finanziare le missioni "di pace" all'estero invece si trovano sempre. Purtroppo a pagare siamo sempre noi, in moneta sonante e con il sangue dei nostri caduti. Quando finirà questo massacro?