"Se la serie di azioni evasive che riguardano Silvio Berlusconi fosse la sola causa del malessere prolungato dell’Italia, la condanna della settimana scorsa per frode fiscale starebbe ad indicare che tempi migliori sono all’orizzonte. Ma il tre volte presidente del Consiglio non è stato l’unica ragione della debolezza economica e della cultura politica irresponsabile” della Penisola.

Non risparmia critiche al nostro paese il New York Times, che in un editoriale punta il dito anche contro il centro-sinistra che “non ha saputo fare molto meglio” anche quando gli elettori hanno dato ad esso una chance.

Il più prestigioso quotidiano del mondo avverte: “Nessun governo a Roma ha la possibilità di guidare il Paese verso giorni migliori fino a quando sia la Germania sia l’Unione europea mettono falsi dogmi sull’austerità fiscale davanti al vero problema economico dell’Italia: crescita anemica”.

Dopo vari tentativi, riassume il New York Times, il sistema giudiziario italiano ha “finalmente” condannato Berlusconi, che dovrebbe cominciare a scontare la pena di quattro anni (ridotti a uno per l’indulto) a ottobre. “Con tutta probabilità”, spiega il giornale, “questo potrebbe significare la fine della sua carriera politica attiva da leader del più ampio partito di centro-destra italiano”.

Ma senza “evidenti rivali”, continua il Times, “e con la figlia 46enne Marina”, definita la protégée del padre 76enne, “Berlusconi potrebbe continuare a influenzare la politica anche lontano dalla scena”.

Quanto al centrosinistra, il vero problema è che “non ha alcun vero leader né un vero programma”. I suoi leader più noti, sottolinea il NY Times, “sono ex-comunisti troppo ambiziosi di provare la loro ortodossia capitalista attraverso un’adesione indifferente alle dottrine ascetiche preferite dai banchieri tedeschi”. E’ da questo approccio che ne è derivata la loro impopolarità, prosegue il giornale che ricorda come l’Italia sia protagonista di “una doppia recessione” con un tasso di disoccupazione “inchiodato intorno al 12%” e una crescita che è stata “minuscola” in gran parte dell’ultimo decennio.

“Con queste debolezze eclatanti su ambo i lati dello spettro” politico, secondo il NY Times il vero vincitore delle elezioni dello scorso febbraio “non è stato nessuno dei soggetti citati sopra”. Non solo. Il governo che si è venuto a creare ad aprile, paragonato a un patchwork, non è altro che una “coalizione sgraziata con pochi obiettivi finora raggiunti”.

L’editoriale si chiude ribadendo che l’Italia ha “disperatamente bisogno di un rinnovo politico totale, che produca leader che riescano a guadagnarsi il consenso popolare per le dovute riforme economiche”. Se mai emergeranno tali figure politiche, “la loro prima responsabilità sarà quella di guidare una sfida credibile alle domande di austerità senza uscita che arrivano dai partner europei”.