Il vicepresidente del Consiglio Angelino Alfano, all'indomani dell'incontro di ieri sera con il presidente del Consiglio Enrico Letta, ha aumentato oggi il pressing sul Partito democratico chiedendogli di votare contro la decadenza di Silvio Berlusconi da senatore, quando la questione arriverà a settembre all'ordine del giorno di Palazzo Madama. Ma non ha fatto alcun cenno su eventuali crisi di governo in caso contrario.

Alfano cerca anche di gettare acqua sul fuoco delle polemiche con il capo dello Stato Giorgio Napolitano dicendo che il Quirinale "sulla questione della decadenza non c'entra nulla", dopo le polemiche dei giorni scorsi da parte dei "falchi" del Pdl contro il messaggio del presidente della Repubblica.

"Chiediamo molto chiaramente che il Pd, astraendosi dalla storica inimicizia di questi 20 anni, rifletta sulla opportunità di votare no alla decadenza del presidente Berlusconi. Questo giudizio preventivo del Pd ci preoccupa molto", ha detto Alfano ai giornalisti a margine del Meeting di Comunione e Liberazione.

Alfano ha anche aggiunto che oggi pomeriggio, dopo il suo intervento a Rimini, volerà a Milano dove incontrerà Berlusconi.

CON LETTA IERI SERA INCONTRO "NETTO E CHIARO"

Alfano ha anche fatto riferimento all'incontro avuto ieri sera con Letta a Roma, del quale i giornali parlano di un confronto duro e di scontro nel governo.

"Con il presidente Letta c'è stata una discussione molto netta e molto chiara. Questo non significa che alla fine la pensiamo allo stesso modo su alcune vicende", ha detto il vicepresidente del Consiglio e ministro dell'Interno.

"Io dico con chiarezza che il Pdl non chiede al Pd un voto in favore del presidente Berlusconi, ma con altrettanta forza dico che il Pd non deve dare un voto contra personam, contro il loro nemico storico. Noi chiediamo che il tema della decadenza in commissione al Senato sia affrontato come se riguardasse un senatore. Noi chiediamo che il Pd approfondisca la questione giuridica", ha aggiunto.

BERLUSCONI CON CONDANNA "C'ENTRA COME LO SBARCO SULLA LUNA"

"Noi riteniamo dal punto di vista politico che il presidente Berlusconi con questa condanna c'entri come lo sbarco sulla luna. Noi non chiediamo al Pd di fare propria questa valutazione ma di tenere presente che è di milioni di altri cittadini", ha poi detto Alfano attorniato da giornalisti, telecamere e fotografi appena giunto al Meeting di Rimini dove sta ora partecipando a un dibattito sul tema del carceri insieme con il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri e con l'esponente del Pd Luciano Violante.

Il Pd ha detto finora che voterà a favore della decadenza del leader del centrodestra da parlamentare per effetto della sentenza di condanna per frode fiscale confermata all'inizio di agosto dalla Cassazione.

Per il vicepremier la questione della decadenza da parlamentare di Berlusconi è complicata e anche il Pd dovrebbe studiarla con attenzione.

Il Pdl ritiene che la legge Severino sulla incandidabilità non si applica al suo leader.

La Giunta delle immunità del Senato affronterà la questione a partire dal 9 settembre e un suo parere è atteso verso la fine del mese. Il voto sulla decadenza spetterà poi all'aula.

Ci si chiede come questa gente non si renda conto che la misura è colma ed il paese sull'orlo del baratro. L'agibilità politica di un pregiudicato non è un argomento prioritario per chi ogni giorno combatte per la sopravvivenza. E' ora che qualcuno, il M5s in primis, si prenda la responsabilità politica e morale di guidare davvero questo paese fuori dalla tempesta finanziaria ed economica in cui siamo piombati 5 lunghi anni or sono, anche stringendo alleanze scomode o indesiderate, per il bene comune.... Abbiamo la necessità di un esecutivo che sviluppi attività di programmazione e pianificazione economica, industriale ed infrastrutturale. Gli altri Paesi, supportati da tale attività sviluppata negli scorsi anni, (mentre da noi perdiamo tempo occupandoci di tutto tranne che di fare una seria ed oculata attività politica), sono già nella fase espansiva dopo la recessione. Per crescere bisogna "decidere", né rimandare, né indugiare ulteriormente.