Che strano Paese è l’Italia. Docile e conciliante con alcuni, intransigente e severo con altri. Se sei un lavoratore in ritardo con i pagamenti, il Fisco ti perseguita e ti minaccia. Se sei un evasore fiscale che ha portato i soldi all’estero, lo Stato ti incentiva a far rientrare i tuoi capitali in Italia.
Immaginiamo una partita Iva che presenta una dichiarazione dei redditi e poi ha serie difficoltà a versare i contributi e le imposte che ne derivano. Oppure un lavoratore dipendente che per sbaglio mette fiscalmente a carico un proprio familiare. Dopo un po’ riceverà una cartella esattoriale dell’Equitalia che pretenderà l’immediato pagamento di quanto dovuto, più le sanzioni del 30% e gli interessi legali. Se non paga rischia il fermo amministrativo dell’automobile o addirittura l’iscrizione dell’ipoteca su beni di proprietà.
Pensiamo invece a chi dichiara solo una parte dei propri guadagni e trasferisce all’estero tutto il denaro nascosto al Fisco. Lo Stato che fa? Propone un patto: se fate rientrare i vostri soldi, vi faccio pagare solo il 5 per cento d’imposta. Un vero affare! E poi ci domandiamo perché l’economia sommersa in Italia supera i 250 milioni di euro.
Equitalia è la società pubblica (51% Agenzia delle Entrate e 49% Inps) italiana incaricata della riscossione nazionale dei tributi. Il Gruppo Equitalia si compone delle società Equitalia S.p.a. (capogruppo), Equitalia Servizi, Equitalia Giustizia e di 3 Agenti della riscossione presenti su tutto il territorio nazionale (Sicilia esclusa, la cui società si chiama Riscossioni Sicilia S.p.A.).
Il servizio nazionale della riscossione dei tributi è tornato in mano pubblica con la costituzione di Riscossione S.p.A., che nel 2007 ha cambiato nome in Equitalia S.p.A. La riforma della riscossione è avvenuta con l'entrata in vigore dell'art. 3 del decreto legge n. 203 del 30 settembre 2005, convertito con modificazioni nella legge n. 248 del 2 dicembre 2005.
Il Gruppo Equitalia esercita la riscossione dei tributi sull’intero territorio nazionale, esclusa la Sicilia. In particolare, Equitalia esercita sia la riscossione non da ruolo, che riguarda, per esempio, l’Ici e le entrate pagate con modello F23, sia la riscossione a mezzo ruolo, che è effettuata sulla base della notifica di una cartella di pagamento.
Equitalia spa ha funzioni prevalentemente strategiche, di indirizzo e controllo dell’attività degli agenti della riscossione, mentre gli agenti si occupano degli aspetti operativi della riscossione, gestendo gli sportelli e i rapporti con i contribuenti e con gli enti.
Equitalia Servizi supporta gli agenti della riscossione sia come fornitore di soluzioni tecnologiche sia come interfaccia con gli enti.
Equitalia Giustizia si occupa della riscossione delle spese di giustizia e delle pene pecuniarie conseguenti ai provvedimenti giudiziari passati in giudicato o diventati definitivi dal 1º gennaio 2008.
Equitalia è stata molto criticata per la sua lentezza amministrativa (che a sua volta fa aumentare gli interessi), per i tassi di interesse molto elevati (che molti definiscono "da usura") che fanno lievitare i costi, e per la facilità con la quale ricorre al pignoramento di beni (inclusi immobili) a fronte di debiti relativamente modesti. L'inefficienza amministrativa di Equitalia è tale che molto spesso il debitore non sa neanche di avere la casa ipotecata a causa di un debito inizialmente modesto.
Può succedere infatti che una modesta multa stradale lieviti molto a causa degli elevati tassi di interesse e della lentezza amministrativa di Equitalia, rendendo impossibile il pagamento (per una persona che non vive in una situazione economica agiata) e causando quindi il pignoramento di immobili o il fermo amministrativo di veicoli.
Negli ultimi anni alcune procedure hanno agevolato la possibilità di velocizzare le attività di riscossione dei debiti da parte di Equitalia. Se il contribuente non paga le somme provvisorie (anche di piccola entità) allo scadere dei termini (minimo 60 giorni, massimo 90) la società può mettere in atto misure cautelari come il fermo e l'ipoteca di proprietà del contribuente. All'aumento della velocità per la messa in pratica di azioni di forza per la riscossione dei pagamenti si affiancano procedure costose e onerose in termini anche di tempo (il ricorso deve essere presentato con bollo e atti giudiziari) e spesso poco chiare per come descritte nella cartella esattoriale stessa.
A seguito di un elevato numero di cartelle pazze (cartelle esattoriali contenenti errori palesi come: errato intestatario, richiesta di pagamenti non dovuti o già effettuati) inviate da Equitalia diverse manifestazioni si sono tenute specialmente in Sardegna.
Equitalia ha dovuto presentare anche scuse ufficiali e in seguito sono state anche approvate procedure di autocertificazione (spesso non pubblicizzate a dovere) per poter presentare ricorso.
Resta spesso comunque difficile e antieconomico (soprattutto per chi ha cambiato residenza o risiede all'estero) gestire i ricorsi (dovendo prendere giorni di ferie per potersi recare negli uffici o dover pagare avvocati) in confronto al pagamento delle piccole somme richieste con la minaccia di dover affrontare pignoramenti o ipoteche (l'ipoteca, ai sensi del decreto-legge n. 70/2011, può essere iscritta solo per debiti superiori ad 8.000 euro; fino a 20.000 euro sono previste particolari limitazioni).
In base alla determinazione e relazione della sezione del controllo degli enti sul risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Equitalia spa per gli esercizi del triennio 2008-2009-2010, presentata dalla Corte dei Conti si evince che il bilancio consolidato si è chiuso con un utile netto di 123.929.000 nel 2008, 16.208.000 nel 2009 e di 18.244.000 euro nel 2010.
Analizzando ulteriormente il documento di rendicontazione contabile (fonte sito Corte dei Conti) si evince come il processo di ristrutturazione dell'organico Di Equitalia dal 2008 in poi ha portato un conseguente incremento della spesa del personale lievitando dai 7.863.675 di euro del 2007 fino ai 20.898.608 di euro del 2010.
Questo essenzialmente a causa dello spropositato aumento del numero totale di dipendenti che è più che raddoppiato salendo dai 113 del 2007 ai 262 del 2010. Interessante notare come i dirigenti siano aumentati maggiormente (più del doppio, da 18 a 43) nel triennio rispetto a quadri direttivi rimasti pressoché invariati.
Se poi passiamo ai costi del Consiglio di Amministrazione notiamo come il Presidente percepisca uno stipendio di 25.000 euro su base annua (ex art. 2389 comma 1 c.c.) integrato con un fisso di 160.000 più IBT da erogarsi l'anno successivo pro quota sulla base dei risultati raggiunti rispetto agli obiettivi dell'esercizio di 50.000 euro oltre ad un ulteriore contributo ILT su base triennale non specificato. Significa che il presidente si mette in tasca 235.000 euro l'anno più compensi da erogarsi in base agli obiettivi raggiunti. E questo vale anche per vice presidente e consiglieri del CdA. Poi ci sono le remunerazioni per il collegio dei Sindaci (il cui Presidente nel 2010 ha percepito 75.000 euro), i Sindaci (50.000 euro annue) ed il direttore Generale 245.000 euro nel 2010 più un compenso variabile massimo di 100.000 euro. Sì avete capito bene il direttore generale di Equitalia guadagna 345.000 euro all'anno! I dati riportati sono verificabili e tutti riportati nel documento consuntivo della corte dei conti citato precedentemente. Alla luce di quanto esposto la crisi economica generata da banche e politici incapaci la paghiamo noi cittadini in termini di pressione fiscale al limite della sopravvivenza e, se non paghiamo, ci troviamo vessati da una società di capitali di proprietà dello stato che con metodi poco ortodossi e tassi usurai coercitivamente chiede la riscossione del dovuto senza possibilità di ricorso se non dopo l'avvenuto pagamento. Tutto ciò mentre i dirigenti, il presidente il direttore generale di Equitalia si premiano con stipendi da nababbi ! Sicuri che il nome giusto sia Equitalia?
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