«I dati dopo un anno di governo tecnico sono disastrosi, credo si debba cambiare assolutamente quella politica economica imposta dallaUe e soprattutto dall'egemonia tedesca che non è solidale, non pensa al bene di tutti ma al bene di se stessa. Credo che questo sia assolutamente da invertire». Torna a intervenire nel dibattito politico, Silvio Berlusconi, e da Milanello attacca il governo Monti. Poi rivolge un appello a Casini: «Schierati con noi».
«Sulla fiducia al governo si esprime Alfano». «Diciamo che è il nostro segretario che si esprime al riguardo» ha risposto Berlusconi ai giornalisti che lo interrogavano circa l'ipotesi di togliere la fiducia al governo.

«Monti candidato dei moderati? Deve decidere lui». «È lui che deve decidere cosa fare, bisogna domandarlo a lui. No, non fatemi domande precise di politica, c'è il mio segretario per questo, che è bravissimo» ha detto Berlusconi a chi gli domandava come vedrebbe premier Mario Monti come candidato dei moderati.

Appello a Casini. «Non credo che Casini voglia rappresentarsi come un manca parola assoluto nei confronti degli italiani - ha detto Berlusconi - e perciò credo che questo mio passo indietro possa essere un fatto decisivo perché lui si dichiari e si impegni a far parte del centrodestra. Io ho fatto un passo indietro anche per consentire che il rassemblement dei moderati comprendesse tutti i moderati, per cui anche il partito di Casini, che ha detto in pubblico diverse volte e in sede istituzionale che se non ci fosse stata più la presenza di Silvio Berlusconi sarebbe rimasto nell'ambito del centrodestra». 

«Il 70% degli italiani è disgustato da questi partiti». «Le elezioni siciliane hanno confermato quanto dicevano tutti i sondaggi: il 70% degli italiani è disgustato da questa politica, da questi partiti e da questi protagonisti - ha detto l'ex premier - Bisogna avere il coraggio di cambiare, vediamo un po' cosa si potrà fare da qui alle elezioni».
«In Lombardia spero in un candidato unico Pdl-Lega». Infine un riferimento alle elezioni regionali della Lombardia: «Auspico che Pdl e Lega possano riconoscersi in un unico candidato - ha detto Berlusconi - Albertini o Maroni? Vediamo, sono cose da decidere, che non decido io personalmente».
«Mi sento 35 anni e ve lo posso provare». «Stamani ho fatto 72 flessioni, non sono poche per uno che ha la mia età, 56 anni...» ha detto Silvio Berlusconi sorridendo e attribuendosi vent'anni in meno al termine delle interviste con i giornalisti a Milanello. «Però mi sento sento 35 anni - ha aggiunto rivolto a due giornaliste - e sono pure disposto a provarlo».
La domanda che, (Lubrano docet), nasce (sempre) spontanea è: ma dove era Berlusconi prima che il governo tecnico in un batter d'occhio si insediasse per rimediare al disastroso governo precedente?

Fino a prova contraria Berlusconi era Presidente del Consiglio dei Ministri ed i dati disastrosi che oggi imputa a Monti, il professore li ha ereditati da uno dei peggiori (se non il peggiore in assoluto) governo della storia repubblicana. Un postribolo insulso che per 2 anni ha negato l'esistenza stessa di una crisi che chiamò, ricordiamolo, la stessa ricca e potente Germania ad una manovra da 80 mld di euro in 4 anni. L'unica cosa che Berlusconi & co. seppero fare fu deriderli sostenendo, non si sa bene su quale fondamento, "che noi uscivamo dalla crisi meglio degli altri..." . Sappiamo come finì: Berlusconi riconoscendo la propria inettitudine ed incapacità di far fronte ad una crisi che sembrava trascinarci giù nel baratro del fallimento scappò in piena notte lasciando l'Italia e gli italiani soli di fronte a responsabilità e problematiche quasi impossibili da risolvere.

Certo l'esecutivo di Mario Monti non è scevro di responsabilità: una patrimoniale su redditi e patrimoni dei più abbienti, uno tassazione esemplare sui fondi indebitamente trasferiti all'estero o la eliminazione di inutili spese militari e grandi opere sarebbero stati una panacea. Purtroppo noi del "popolino" non conosciamo dinamiche politiche ed economiche: non ci è dato sapere il perché sia meglio "affamare e spremere" un popolo intero oberandolo sotto il peso di una pressione fiscale insostenibile piuttosto che chiamare chi ha "denari e possibilità" ad assumersi le proprie responsabilità per il bene del Paese.

Ci si chiede anche con quale maggioranza (se non quella del PDL con beneplacito del Presidente, appunto) i provvedimenti del governo tecnico, oggi così aspramente criticato, siano stati approvati. Sarebbe più onesto da parte di Berlusconi ricordare agli italiani che il governo Monti è sostenuto dal centro destra (che detiene la maggioranza assoluta in Parlamento) e che senza l'appoggio del PDL il governo tecnico semplicemente non sarebbe mai esistito e non avrebbe mai legiferato. Il deus ex machina rimane Berlusconi, il quale esercita il proprio diritto di veto su ogni singolo provvedimento: l'esempio lampante viene dal vertice notturno tenutosi al Quirinale tra Napolitano, Fini e Schifani durante il quale si è decisa la data per le prossime elezioni. Il 10 marzo che potrebbe essere election day racchiudendo in una sola tornata elettorale regionali e politiche: guarda caso come voleva Berlusconi ed il PDL che minacciava la caduta del governo se si fosse deciso diversamente...

Sarebbe più onesto da parte di Berlusconi e della classe dirigente e politica da lui scelta riconoscere la propria incapacità di leadership, il fallimento di quello che a parole sarebbe stata una rivoluzione liberale, ma che nei fatti ci condanna ad un futuro senza speranza. Sarebbe giusto. Sarebbe una onesta ammissione di colpa. Ma sappiamo bene che trovare un politico onesto (anche solo intellettualmente) è come trovare une meretrice illibata.