Stop alla riduzione delle due aliquote Irpef del 23 e 27%, le risorse andranno al blocco dell'incremento dell'iva per la prima aliquota che incide sui beni di consumo base, che resta al 10%, e alla riduzione del cuneo fiscale (costo del lavoro, produttività, salario, ma ancora non ci spiegano concretamente come ed in che misura verrano destinate le risorse). Quella del 21% al momento è destinata ad aumentare di un punto così come già previsto. La copertura della neutralizzazione di entrambe le aliquote iva, quella dell'11 e quella del 21%, infatti, costerebbe troppo, 6,6 miliardi. Così invece ne servirebbero solo 2,2.

Salta anche la retroattività sulle detrazioni fiscali. Sono ancora in corso, invece, le trattative sul tetto e le franchigie agli sconti fiscali. Inoltre il Fondo di 900 milioni che fa capo a Palazzo Chigi verrà ''qualificato'', nel senso che non sarà più generico bensì sarà destinato al ''sociale''. Ci sarà poi l'istituzione di un nuovo fondo nel quale potrebbero essere riversate le risorse del cosiddetto piano Giavazzi. Tale Fondo dovrà servire alla riduzione del carico fiscale per famiglie e imprese.


Queste le novità che stravolgono totalmente ed in PEGGIO la cosiddetta manovra di stabilità, (la vecchia manovra finanziaria, dicitura obsoleta caduta in disuso, ndr). Infatti se fino a qualche giorno fa i soliti economisti in punta di forchetta stavano lì a fare i conticini per vedere se il governo, con la sua legge di stabilità, avesse stabilito un saldo attivo o passivo con i contribuenti, oggi sappiamo che la manovra correttiva (perché di questo si tratta), anche se ci era stato detto dai tecnici professori che non sarebbe servita alcuna correzione, non fa altro che (ancora una volta!) AUENTARE LE TASSE e punire consumi, sviluppo ed occupazione.


C’era chi faceva l’analisi sulle fasce di reddito, chi sulla numerosità delle famiglie, chi sulla predisposizione o meno alle spese. Girando e rigirando i numeri, qualcuno era riuscito addirittura a dimostrare che per i contribuenti maschi ipodotati, con scarsa attitudine alla spesa, residenti nella provincia di Verbania dal 1943, nella fascia di età compresa tra i 34 e i 35 anni, possessori di una “punto” turbodiesel e di due lauree (di cui una almeno in Fisica delle Alte Energie), risultava un saldo attivo di 31,5 euro all’anno, ma solo se si rinunciava pubblicamente ai rapporti sessuali.

Le cose erano così evidenti che anche Il Sole 24 Ore, nella sua nuova linea “Di Lotta e di Governo” aveva rinunciato a difendere la manovra e, nero su bianco, aveva dimostrato il saldo passivo per il contribuente. La riduzione dell’IRPEF in due fasce di reddito non compensava l’aumento dell’IVA e la mancata detrazione/deduzione di spese sostenute (addirittura con effetto retroattivo, un aborto in termini di diritto).

Il governo ha preso atto della situazione ed ha deciso di sanarla. Per evitare che si stia qui a perdere tempo senza far crescere il PIL ha pensato bene di eliminare tutte le detrazioni e riduzioni di aliquote eliminando la riduzione dell’IRPEF. Rimane così l’aumento dell’IVA e la diminuzione delle detrazioni/deduzioni, ma senza effetto retroattivo (contentino).

Non per essere too"choosy", (come direbbe la Fronero ops, sorry come direbbe Fornero), tantomeno polulista, ma quando iniziano a pagare banche, politici, possidenti, milionari ed evasori?