Una curiosa vignetta sul neoliberismo

Il capitalismo non ha oggi nessuna possibilità di uscire da questa crisi globale, per la natura strutturale e sistemica della stessa, peggiore di quella del 1929. Per la prima volta nella storia si tratta di una combinazione di crisi economica, finanziaria, energetica, alimentare, ambientale, dei diritti civili umani,Questo dimostra che il modo di produzione capitalista, nelle sue diverse forme, è incapace di risolvere i problemi dell'Umanità.

L’esempio più diretto sono le privatizzazioni dell'ultimo decennio, sponsorizzate con il consenso di Washington che avrebbero dovuto portare prezzi concorrenziali ed un mercato meno rigido. In realtà non hanno funzionato, e la prova di tutto ciò è che oggi i difensori del neoliberalismo stanno dicendo che è necessario il ruolo dello Stato per superare l'attuale situazione.

Ed infatti la presente debacle strutturale del sistema che ha le sue principali manifestazioni nella sovrapproduzione, nel sottoconsumo e nella caduta della domanda, abbraccia più di tre decadi ed ha acquisito la dimensione attuale con l'esplosione della bolla speculativa.

Dagli accordi di Bretton Woods il capitalismo diretto dagli Stati Uniti ha cercato di controllare e superare il fenomeno, e per farlo ha utilizzato il keynesianismo militare, l'economia di guerra, le privatizzazioni, le iniezioni finanziarie, e l'attacco contro i diritti dei lavoratori per cercare di ridurre i costi.

Ultimamente le autorità e gli esperti statunitensi ed europei suggeriscono ogni volta con più frequenza un ruolo diretto dello Stato per contenere la crisi, si è persino arrivati a nazionalizzare le banche.

Si badi bene però a non confondere Il keynesianismo sociale con il marxismo, come pensano molti in Europa. Le misure messe in atto dai tecnocrati europei e quindi italiani, hanno alla base un'ipotesi di uscita dall'attuale debacle dentro lo stesso modello capitalista.

Questa crisi, di natura sistemica, rivela che è necessario un altro mondo, un altro modello che sia giusto, cosa che non vuole significare che il socialismo sopraggiunge di punto in bianco, c’è la possibilità di una soluzione reazionaria, come quella che ha condotto al fascismo nel secolo XX.
Il capitalismo non sparisce da solo. Si richiede la coniugazione soggettiva con la determinazione obiettiva ed il movimento di lotta di classe, per poter ottenere questa trasformazione. La soluzione potrebbe essere il passaggio dal monopolarismo al multipolarismo .

E' del tutto evidente che con questa crisi termina il neoliberalismo e l'egemonia monopolare degli Stati Uniti.
È sicuro che si passerà ad una fase multipolare, ma attenzione: questo modo di produzione vigente ha la possibilità di applicare altre forme di capitalismo, sia di tipo selvaggio, moderato, sociale, il keynesianismo, o altri, e pertanto di sopravvivere, se non si creano le condizioni menzionate per sradicarlo.

Infatti la storia, a differenza di come alcuni credono, non è un movimento lineare, ma ha forti rotture, perché le condizioni possano cambiare in un momento con un’azione cosciente, a partire dalla lotta di classe.

In ultima analisi si potrebbe affermare, come disse J. M. Keynes, che “il neoliberismo in teoria potrebbe essere valido, in pratica però si infrange sull’egoismo delle persone che cercano di asservire il mercato al loro interesse e poiché, non ci sono controlli che tengono, arrivano i fallimenti”.

Bisogna ripartire non solo dall'attività produttiva degli uomini, ma anche dalle sue relazioni sociali.

Per questo motivo dobbiamo partecipare in tutti gli ambiti della comunità, che siano culturali, scientifici, economici, politici per riappropriarci della nostra vita, sperando in un futuro migliore per noi e le generazioni a venire.

L'idea neo liberista del mercato e della sua auto regolamentazione è fallita: costruiamo un modello dove l'attore principale sia la nostra vita e la finalità unica la qualità della nostra esistenza.