"E' tutto un magna magna!". Locuzione classica attribuita a facinorosi, qualunquisti e disinteressati dell'anti politica della terza ora. Poi si scopre invece che gli anticonformisti del potere politico avevano ragione e che davvero l'occupazione più impegnativa dei politicanti della seconda repubblica era "spartirsi la torta" dei finanziamenti pubblici pagati dai cittadini! Finchè durerà la pazienza del popolo disimpegnato ed ignorante? ormai la sensazione comune è che la misura sia colma e che qualcosa potrebbe accadere....
Il terremoto innescato dai tesorieri senza scrupoli, Belsito e Lusi, fa tremare l'intero sistema partitico. E mentre la maggioranza dei cittadini italiani si chiede come arriverà alla fine del mese; mentre aumentano i suicidi e la disperazione da parte di chi è costretto a chiudere la propria attività soffocato dal peso delle tasse, un'altra riflessione, tutta dedicata a “salvare il salvabile”, è in atto tra i politici. Elimineranno i finanziamenti pubbliciincassati dai partiti? Non proprio. Un dialogo telefonico tra i leader dei partiti di maggioranza: Angelino Alfano(Pdl), Pierluigi Bersani (Pd), Pierferdinando Casini (Udc), ha condotto ad una proposta di riforma delle regole sui rimborsi elettorali. Già domani i tre segretari presenteranno una bozza di modifica che renda più trasparenti i bilanci attraverso un controllo della Corte dei Conti e la loro pubblicazione su Internet. La proposta di modifica potrebbe essere presentata direttamente in Commissione Affari istituzionali di Camera e Senato, secondo la procedura d'urgenza.

Che solerzia. Eppure già nel 1993 un referendum aveva abolito i finanziamenti ai partiti. Poi l'astuzia dei nostri politici era riuscita a riportarli in vita sotto forma di “rimborsi elettorali”. Risultato: non esistono più finanziamenti pubblici, ma rimborsi stratosferici che, ad esempio, dal 1994 al 2008 hanno rinvigorito le casse partitiche con 570milioni di euro. Una burla contro i cittadini? Ma che, l'impegno profuso dai leader politici costa: se un tesoriere stressato dalle fatiche insite nella macchina politica vorrà svagarsi bisognerà mandarlo in vacanza con la famiglia; se un figlio “trota” dovrà laurearsi perché gli si spalanchino le porte del Pirellone, bisognerà mandarlo nella migliore università, magari a Londra. Possibile che gli italiani non capiscano? Fin dai tempi di tangentopoliuna nuova forma di governo ha soppiantato i vichiani corsi e ricorsi storici con un'inedita evoluzione (involutiva): “Il governo del magna magna” o - se vogliamo - “la democrazia opportunista”, dove per “Governo del popolo” non si intende una struttura decisionale che attribuisce sovranità ai cittadini, ma mera opportunità di nascondere ogni responsabilità imputandola a qualcun altro. In questo caso, di fronte allo scandalo che ha investito Margherita e Lega Nord, la politica si è guardata bene dall'ammettere la comune colpa di consentire una grave ingiustizia ai danni del popolo: l'ennesimo privilegio della casta. Poi, ancora una volta, promette di fare da sé come ha fatto quando ha assicurato la riduzione del numero dei parlamentari o del loro stipendio. Ma correre ai ripari servirà a contenere la rabbia dei cittadini? Quanto si tirerà la corda prima che la delegittimazione della politica, ormai in atto, porti a conseguenze ben più drammatiche e meno circoscritte di quelle a cui siamo ormai abituati ?