Si preannuncia un fine settimana caldissimo per l'Euro: Angela Merkel dice no agli Eurobond come se fossero il male, Monti promette difesa assoluta dell'Eurozona e intanto si attende con ansia il Consiglio Europeo, previsto per domani e dopodomani, il 28 e il 29 giugno. Un vertice che, secondo molti commentatori, sarà semplicemente cruciale per il destino della moneta unica.

La cosa che fa pensare è che, se un tempo gli euroscettici erano solamente movimenti populisti, la diffidenza nei confronti dell'Euro è aumentata nel tempo, è passata a sinistra (in Grecia, con Syrica) e poi è approdata anche fra i conservatori di destra. A riprova di questa evoluzione, decisamente curiosa, ecco che Forbes cerca di spiegare, in un lungo editoriale molto critico firmato da Haydn Shaughnessy, le ragioni per cui l'Euro sta fallendo. E, no, non si parla della crisi del debito pubblico. Non solo, almeno.

Secondo Shaughnessy, si possono individuare, sostanzialmente, quattro motivi per cui il progetto della moneta unica è alle corde.

Primo: l'euro è un progetto di prestigio, e i leader dell'Unione Europea sono troppo coinvolti. L'editorialista racconta i grandi dell'Eurozona spiegando che sull'Euro tutti vogliono dire la loro: il Presidente della Commissione Europea, il Presidente della Banca Centrale Europea, il Presidente dell'Eurogruppo, il Presidente dei Consiglio dei Ministri. Troppe teste. Non solo, scrive Shaughnessy: «Sanno tutti che, quando i senior di un'azienda sono coinvolti in un progetto di prestigio, il black out finanziario è dietro l'angolo».

Secondo: non c'è trasparenza nel flusso di informazioni. E, peggio ancora, il flusso è a senso unico: l'Unione Europea sembra del tutto impermeabile a nuove idee a proposito di tecniche da utilizzare. Si vive, insomma, di dogmi.

Terzo: la definizione della strategia è sostanzialmente episodica, mentre dovrebbe essere continua. E l'Eurozona sembra sempre sulla difensiva nei confronti dei "mercati", per nulla disposta a mettere in discussione le proprie scelte, per nulla disposta all'azione ma più che altro alla reazione.

Quarto: il dialogo sull'Euro è carente delle componenti sociali. E' forse la critica più illuminante ed è quasi sorprendente – ma segno dei tempi - che venga da una testata conservatrice: «La conversazione sull'Euro e il suo futuro si gioca solamente all'interno di un'elite politica e finanziaria». Questo è anche l'errore di fondo dell'Euro - ammesso che di errore si tratti, e che non sia stato creato così in maniera consapevole -: l'aver creato una moneta senza aver prima lavorato sulla cultura, sulla società, sulla coesione. Il risultato è un prodotto elitario mai integrato nel tessuto sociale, che oggi rischia seriamente di far saltare il banco dell'Unione Europea.