Pd-M5S: consultazioni da reality con Rocco del GF tra i grillini
Le consultazioni per formare il nuovo governo scoprono un nuovo format, quello del "reality", in cui gli interlocutori parlano non tanto l'uno a l'altro, quanto si rivolgono allo spettatore, che è il vero protagonista.

Questa "prima" per la politica italiana c'è stata oggi alla Camera per l'incontro tra Pier Luigi Bersani e la delegazione di M5S, avvenuto in "streaming" sulla Web Tv della Camera a cui si sono collegate numerose televisioni. La presenza dell'ex "gieffino" Rocco Casalino nella delegazione a 5 Stelle ha sancito il nuovo mix tra politica e fiction. Come ogni evento in cui lo spettatore è protagonista, la scenografia ha svolto un ruolo. Pier Luigi Bersani si presenta accompagnato, come nei precedenti incontri, dal suo vice, Enrico Letta e si siede alla sinistra del tavolo predisposto nella sala del Cavaliere, al primo piano di Montecitorio. Sulla destra i due capigruppo a Cinque stelle, Vito Crimi e Roberta Lombardi, e alle loro spalle sette-otto parlamentari grillini, muti testimoni che danno la sensazione di dover controllare i due 'capì. Nella delegazione i giornalisti riconoscono pure "Rocco del Grande Fratello" ora nell'ufficio stampa di M5S. La telecamera fissa è l'unica cosa che ricorda gli "streaming" del blog di Grillo: infatti la qualità di immagine e audio è altissima, tanto che riprendono il segnale di Montecitorio le televisioni collegate (Rainews24, La7, Tgcom24, Sky, ecc). La diretta fa sì che l'esito dell'incontro sia già scritto, con il 'nò dei M5S alla "proposta indecente" di Bersani. Lo streaming lo hanno voluto entrambi: i grillini per l'ossessione dell'inciucio e per eliminare l'alone di sospetto verso la delegazione che potrebbe nascere nella base. E l'ha chiesta Bersani per non farsi scavalcare dai grillini sulla trasparenza e per avere la possibilità di parlare direttamente al Popolo a Cinque stelle (20.000 i contatti diretti alla Web Tv). Insomma l'incontro non serve a convincersi. Il clima, come si lascia sfuggire Roberta Lombardi, sembra rimandare a Ballaro, ai talk show: ovvio quindi che Bersani sia più a suo aggio, e i grillini siano tesi. Il segretario del Pd dice subito che di "governissimi" lui non ne vuol sentire parlare, e poi spiega la sua teoria del doppio registro, con l'invito al Movimento a far nascere un governo "del cambiamento" che vari alcune riforme, tra cui la madre di tutte le leggi, quella sul finanziamento ai partiti. La risposta di Crimi e Lombardo è identica: "Sono venti anni che sentiamo queste parole. Sono venti anni che voto e che sento parlare delle stesse cose e non vengono mai realizzate", sferza la capogruppo alla Camera. E il suo collega del Senato rincara la dose: "Respingiamo questa assunzione di responsablità sulla mancata partecipazione al governo, perché siamo gli ultimi a doverci sentire responsabili". Bersani spiega che non è vero "che tutti i partiti sono uguali" e che "purtroppo non siamo a Ballarò, il governo è una roba seria"; infine chiede a M5S almeno di "consentire" la nascita del suo governo, magari uscendo dall'aula del Senato. Crimi chiude: i 5 stelle voteranno "no". Punto. I passaggi successivi, come il dibattito interno al gruppo di M5S, e gli ultimi tentativi di Bersani per far decollare la sua creatura non avverranno in diretta streaming.