«Non escludo assolutamente che possa essere Mario Monti» il nuovo premier dei moderati. «Monti è sempre stato nel campo dei liberali e potrebbe essere tranquillamente lui». Lo dice Silvio berlusconi ospite de 'La telefonata' di Belpietro su Canale 5. Per Berlusconi, però, ci sono «anche altri nomi importanti che possono essere accettati e condivisi di questo centrodestra italiano. Sì, ne ho sondato qualcuno e credo ci possa essere la possibilità di mettere insieme i moderati che dal '48 a oggi sono sempre stati la maggioranza del Paese».

«Monti è sempre stato nel campo dei liberali e potrebbe essere tranquillamente lui», dice Berlusconi. Poi risponde a Casini: «Io non ho mai effettuato giravolte nella mia vita privata, da imprenditore e in politica, non vedo come Casini possa permettersi un'espressione così infelice e lontana dalla verità». Così Silvio Berlusconi, intervenendo a «La Telefonata di Belpietro», su Canale 5. 

Anche Gianfranco Fini potrà rappresentare il centrodestra? «Quando i moderati devono presentarsi in campo e fare massa occorre che tutti i moderati stiano dentro questo centrodestra, anche sottrarre il voto di un piccolo partito è una cosa che non si deve fare», risponde Silvio Berlusconi a Belpietro. «Non bisogna lasciare spazio alla sinistra. È conveniente e quasi obbligatorio che i moderati devono stare insieme», sostiene il Cavaliere intervenendo alla trasmissione su Canale 5.

«Il simbolo lo cambiamo - ha aggiunto l'ex premier - lo diciamo da un anno perchè il nome ha insieme due parole molto belle ma, da sempre abbiamo usato l'acronimo Pdl che non dà emozione. Vogliamo fare qualcosa per unire moderati». 

I voti di molti moderati sfiduciati pronti a non andare alle urne o a votare Beppe Grillo «si devono recuperare, spero capiscano che non votando si fa il gioco della sinistra che conta su militanti appassionati», dice Berlusconi. «Con una buona comunicazione anche gli italiani sfiduciati possano essere convinti che è invece un dovere votare per chi rappresenta tutti gli italiani che non vogliono lasciare il paese nelle mani della sinistra della proporzionale, delle tasse, che continua a pensare che i cittadini devono essere al servizio dello stato e non lo stato al servizio dei cittadini». 

La non candidatura «non è una novità: è quanto dico da tempo», aveva dichiarato stamattina l'ex premier al quotidiano Libero: «Io voglio l'unità dei moderati e per ottenerla, se serve, sono pronto anche a non presentarmi. Intendo fare ciò che è utile e giusto per il mio Paese e se, per ottenere un fronte unico contro la sinistra, c'è bisogno che io mi faccia da parte, lo farò». Poi spiega: «non c'è trucco nè possibilità di ripensamento. Io - sottolinea Berlusconi - sono tranquillo: come premier possono candidare chi vogliono. Lo faccio nell'interesse del mio Paese, per non consegnare l'Italia a Bersani e Vendola». 

«Casini e Montezemolo per dar vita a un nuovo schieramento con il Pdl non vogliono Berlusconi? E Berlusconi si toglie dalle scatole. Tutto qui, niente di nuovo», afferma l'ex premier. «Alla mia età non inseguo certo una poltrona...». «Se fondai la Casa delle Libertà è perchè nessuno volle farsi avanti», spiega Berlusconi. «Oggi c'è chi se la sente ed è pronto a mettere insieme tutti i partiti che non sono di sinistra? Prego, si accomodi e avrà il mio appoggio».