''Preferisco fare un passo indietro per le stesse ragioni d'amore che mi spinsero a muovermi'' nel '94". Berlusconi annuncia il suo ritiro e si apre il confronto nei resti del Pdl. Il Cavaliere dice che il 16 dicembre ci saranno le primarie nel partito che ha fondato, Santanché non aspetta un minuto per candidarsi. Ma cosa ne sarà del berlusconismo?
''Preferisco fare un passo indietro per le stesse ragioni d'amore che mi spinsero a muovermi'' nel '94. Così Silvio Berlusconi annuncia il ritiro della propria candidatura a Premier aprendo alle primarie del Pdl. Entro dicembre, aggiunge, ''sapremo chi sara' il mio successore''.
''Siamo stati chiamati spregiativamente populisti e antipolitici della prima ora'' prosegue ancora Berlusconi riconoscendo che ''siamo stati in effetti sostenitori di un'idea di alternanza alla guida dello Stato sostenuta dal voto popolare conquistato con la persuasione che crea consenso''. ''Abbiamo costruito un'Italia - sottolinea - in cui non si regna per virtu' lobbistica e mediatica o per aver vinto un concorso in magistratura o nella pubblica amministrazione. Questa riforma 'populista' e' la piu' importante nella storia dei centocinquant'anni dell'unità del Paese, ci ha fatto uscire da uno stato di sudditanza alla politica dei partiti e delle nomenclature immutabili e ha creato le premesse per una nuova fiducia nella Repubblica''. ''Sono personalmente fiero e cosciente dei limiti della mia opera e dell'opera collettiva che abbiamo intrapreso, per avere realizzato la riforma delle riforme rendendo viva, palpitante ed emozionante la partecipazione alla vita pubblica dei cittadini. Questo - aggiunge pero' il Cavaliere - non poteva che avere un prezzo: la deriva verso ideologismi e sentimenti di avversione personale, verso denigrazioni e delegittimazioni faziose che non hanno fatto il bene dell'Italia. Ma da questa sindrome infine rivelatasi paralizzante siamo infine usciti con la scelta responsabile, fatta giusto un anno fa con molta sofferenza ma con altrettanta consapevolezza, di affidare la guida provvisoria del paese, in attesa delle elezioni politiche, al senatore e tecnico Mario Monti, espressione di un Paese che non ha mai voluto partecipare alla caccia alle streghe''. ''Il presidente del Consiglio e i suoi collaboratori - dice quindi Berlusconi riferendosi a Monti - hanno fatto quel che hanno potuto, cioe' molto, nella situazione istituzionale, parlamentare e politica interna, e nelle condizioni europee e mondiali in cui la nostra economia e la nostra societa' hanno dovuto affrontare la grande crisi finanziaria da debito. Sono stati commessi errori, alcuni riparabili a partire dalle correzioni alla legge di stabilita' e ad alcune misure fiscali sbagliate, ma la direzione riformatrice e liberale e' stata sostanzialmente chiara''. E con il procedere dei fatti ''l'Italia si e' messa all'opera per arginare con senso di responsabilita' e coraggio le velleita' neocoloniali che alcuni circoli europei coltivano a proposito di una ristrutturazione dei poteri nazionali nell'Unione Europea. Il nostro futuro e' in una Unione piu' solida e interdipendente, in un libero mercato e in un libero commercio illuminato da regole comuni che vanno al di la' dei confini nazionali, in una riaffermazione di sovranita' che e' tutt'uno con la sua ordinata condivisione secondo regole di parità e di equità fra nazioni e popoli. Tutto questo - conclude - non puo' essere disperso. La continuita' con lo sforzo riformatore cominciato diciotto anni fa e' in pericolo serio. Una coalizione di sinistra che vuole tornare indietro alle logiche di centralizzazione pianificatrice che hanno prodotto la montagna del debito pubblico e l'esplosione del paese corporativo e pigro che conosciamo, chiede di governare con uno stuolo di professionisti di partito educati e formati nelle vecchie ideologie egualitarie, solidariste e collettiviste del Novecento. Sta al Popolo della Liberta', al segretario Angelino Alfano, e a una generazione giovane che riproduca il miracolo del 1994, dare una seria e impegnativa battaglia per fermare questa deriva''.


Santanché si candida alle primarie
"Il presidente Berlusconi ha fatto molto bene a fare questa dichiarazione, così siamo usciti da immobilismi. Avevo sempre auspicato le primarie perché sono uno strumento democratico che riunisce il partito. Sono contenta di questa lettera e sono contenta che siano primarie aperte: quindi io mi candido". Lo dichiara Daniela Santanché "Credo che le nostre regole saranno regole giuste che tuteleranno tutti i partecipanti alle primarie", aggiunge Santanche': "Quello che mi piace oggi del Pd e' che, grazie alle primarie, c'è vivacità, che c'è confronto e scontro, ma soprattutto che riavvicina la gente alla politica".
Se davvero Silvio Berlusconi farà il passo indietro annunciato oggi sarà "una buona notizia", ma bisogna prima verificare se alle parole seguiranno i fatti. Rosy Bindi si è più volte scontrata con il Cavaliere e sembra scettica di fronte all'annuncio del suo 'rivale': "Vediamo, se è vero è una buona notizia", commenta alla Camera.
Così Matteo Renzi su Twitter
''Rottamazione e primarie anche a destra. Adesso anche i più duri capiranno che convincere gli altri non e' reato, ma l'unico modo per vincere''.
Vendola: ''Berlusconi si ritira? Ora è tempo che si ritiri il berlusconismo, che si bonifichi l'Italia avvelenata da 20 anni di morfinismo intellettuale, che si ricostruisca un lessico civile per ridare dignità e forza all'Italia migliore. E comunque, addio Silvio. Senza rimpianti''. Lo afferma Nichi Vendola, candidato alle primarie del centrosinistra.

Caro Silvio l'avessi fatto molto tempo fa, (magari 20 anni...) questo atto d'amore per l'Italia saremmo, adesso, sicuramente in una posizione diversa...