"Il desiderio è che si formi più rapidamente possibile un governo uscito dal voto espresso dal popolo. Il lavoro di questi giorni ho voluto accompagnarlo con una memoria politica che racconta cosa ho imparato: l'assoluta necessità di rafforzare i partiti, in particolare quello della sinistra". La sinistra e la crescita economica, i partiti e la riforma della "macchina dello Stato". Questi alcuni dei temi del 'manifesto' di Fabrizio Barca, illustrato questa mattina a Rainews24 nell'intervista al direttore Monica Maggioni.
Nuovo Pd
"Non è un altro partito, altrimenti non mi sarei iscritto al Pd ieri pomeriggio. Ma quel partito ha nelle mani buona parte delle sorti del nostro Paese, che ora ha bisogno di una radicale trasformazione della macchina pubblica, come è evidente: c'è bisogno di una pressione sociale canalizzata sotto forma di proposte da partiti. Senza partiti robusti non può esserci democrazia".

Il manifesto
"Ho cominciato a pensare questa cosa mentre ci innalzavamo in elicottero dal Sulcis. Ora dovremo capire se il documento che ho scritto può arricchirsi, interessa. La polarizzazione che si è creata, la situazione hanno impedito una discussione di ampio respiro: c'è una carenza di discussione sulla forma partito, da qui il mio contributo".

Finanziamento ai partiti
"Il finanziamento del partito deve dipendere dalle persone che fanno parte del partito e non dal finanziamento pubblico. Chi paga è il proprietario. Se alla fine il proprietario del partito è lo Stato, è inevitabile l'identificazione tra il partito e lo Stato. Le persone che fanno il partito lo devono anche possedere dal punto di vista finanziario".

Vizi e dimenticanze
"I partiti hanno finito per assecondare i vizi dei ceti medi urbani. E' uscito di scena il lavoro operaio: non è questione di fare un passo indietro, ma avanti. Il cuore dei movimenti deve tornare ad essere anche, non solo ma anche, il lavoro operaio. Nel nuovo partito queste voci devono tornare a parlare: non nelle grandi manifestazioni ma nei territori, nei luoghi di lavoro. Diversità è la parola fondamentale: l'Italia è un Paese policentrico. Il destino del Sulcis non si può decidere a Roma, ma con l'interazione con le persone del luogo, con le idee dei cittadini. Altrimenti si apre un solco fra cittadini e politica".

Libero: è un inguaribile comunista
"Mi sono convinto della forza del Pd in questo anno, non quando nacque, perché l'ho visto esistere nei territori. Se sento un contatto forte, di pancia, è con il territorio. Non si tratta di educare nessuno, di rifare un vecchio partito con qualcuno che dice'venite, vi insegno'. Si tratta di ricostruire a partire dal confronto sul territorio".

Orgoglioso di essere di sinistra

"Ho ragionato molto se dire quello che pensavo, ma non sopporto l'ipocrisia. L'Italia è l'unico Paese al mondo dove non ci si può dire di sinistra perché serve sempre la parola centro. Si parla di partito di centrosinistra per ipocrisia. I dogmatismi li ho superati: pretendere di sapere quale sia il mondo migliore, ad esempio. Willy Brandt negli anni '70 diceva che la cosa più di sinistra è il modo in cui arriviamo a capire cosa vogliamo: il processo, il confronto continuo, lo sperimentalismo democratico".

Principi inderogabili
"Usare la parola capitalismo: la usano negli USA, dove Zingales può dire che tra capitale e lavoro c'è una tensione. Questo crea un divario di poteri da riequilibrare, ad esempio con un forte sindacato".

L'incontro con Landini
"Voleva chiedermi se potevo partecipare a un convegno. Poi abbiamo parlato delle due tre cose che potrebbero rinvigorire il Paese".

Primarie
"E' un rimedio a una situazione che non va, ma generano l'illusione di democrazia chiedendo alle persone di poter sciegliere prima. Ma il confronto fra i candidati? E chi è eletto per 5 anni deve decidere chiuso e isolato? E' una visione lideristrica che lo sperimentalismo democratico in tutto il mondo sta corrodendo".

La Rete
"Per chi governa e per chi si aggrega è un luogo straordinario per capire e essere continuamente provocati. Quando però ho capito chi sono i miei mi devo confrontare con loro, discutendo sulel cose concrete incontrando persone sul territorio. Ci sono cose che non si capiscono da un tweet o da Facebook. Le capisco magari con una litigata di due ore. C'è un'illusione: l'avversione verso i partiti ha origine nella stessa nascita dei partiti come aggregazione di ineterssi di parte. L'illusione di creare in rete un luogo dove si uniscono dei puntini, delle anime... quei puntini se discutiamo con le persione si affaceranno nel partito".

Renzi e il timore si scissioni Pd
"E' contraddittorio con la mia idea il pensiero che possa esserci un 'partito B'. Mi auguro una discussione sul documento che ho pubblicato on line. E'un processo lento durante il quale si forma una squadra: la decisione la prensdono quelle persone, attraverso riunioni, incontri, litigate... Di Renzi condivido molte cose... Da ministro ho detto molte cose di merito: a Confindustria, ad esempio. Quando ci sarà un terreno di merito, lo affronteremo insieme".

Riforma Fornero
"con Ichino mi è capitato di trovarmi d'accordo ma anche no, sull'articolo 18. Ha ragione a mettere attenzione sulla riforma del mercato del lavoro, sui centri per l'impiego. Certo da Ichino ho molta distanza sulle sue idee di rapporto fra idee e capitale".