Imu sospesa e Cig rifinanziata. Al termine di un Consiglio dei ministri durato un mattino, il premier Enrico Letta annunicia lo stop al pagamento della rata di giugno dell’Imu sulla prima casa e gli alloggi popolari fino al 16 settembre. Non è certo la restituzione del già pagato, ma una prima boccata d’ossigeno per quella che lo stesso Letta chiama una pausa di 100 giorni «per riformare» la tassa. Insieme al miliardo di euro stanziati per il rifinanziamento della Cig ora si può «dare fiducia, prestare attenzione alle famiglie e far calare la pressione fiscale». Ma per rilanciare l’economia serve qualcosa di più, «uno stimolo all’economia reale». 

Lo stesso Renato Brunetta, che ieri aveva indicato agosto come termine ultimo per una soluzione della questione Imu, oggi parla di «grande soddisfazione per il decreto approvato oggi in Consiglio dei ministri». Ancora più ottimista Angelino Alfano: «il superamento dell’Imu è a portata di mano e darà una boccata di ossigeno a famiglie e imprese». Nel pomeriggio anche Silvio Berlusconi rivendica la misure varate oggi dal governo: «E’ intanto il nostro primo successo perché già a giugno non dovremo più pagarla - annuncia in un videomessaggio su Facebook -. La sinistra era sicura di vincere ed invece deve fare i conti con il nostro programma». 
La sospensione del pagamento riguarderà la prima casa ma non le ville, i castelli, e gli immobili signorili e di pregio. Niente pagamento anche per gli immobili usati da famiglie a basso reddito come abitazioni principali, gli alloggi regolarmente assegnati dagli Istituti autonomi per le case popolari (Iacp) o da enti di edilizia con le stesse finalità. 



Sempre Alfano spiega: i soldi necessari«provengono al 100% da tagli e non ci sono nuove tasse», e questo vale anche per la Cig. Ancora Letta ci tiene a precisare che parte della copertura di un miliardo di euro per rifinanziare la cassa integrazione in deroga arriva dai fondi per la produttività che «a legislazione vigente e per la situazione attuale del nostro bilancio quest’anno non si sarebbero potuti utilizzare e vengono usati come copertura temporanea con l’impegno a rimettere queste risorse nel momento in cui faremo l’operazione complessiva». Insomma, ci si tiene a sottolineare che i saldi restano quelli di prima. Sarà invece rinviata al 31 dicembre 2013 la scadenza dei contratti dei precari della pubblica amministrazione prevista per luglio. Stop pure al doppio stipendio per i ministri-deputati «anche per il futuro», ha spiegato il presidente del Consiglio evidenziando che il provvedimento «dà prime risposte a famiglie, imprese e lavoratori» ed auspicando che «l’Ue coglierà gli sforzi dell’Italia per rimanere virtuosa».
Il decreto varato oggi dal governo «va nella giusta direzione» ed è «un primo passo», commenta l segretario del Pd Guglielmo Epifani che ha invitato a non mettere «mine ed ostacoli» sulla strada intrapresa dall’Esecutivo. Sulla Cig in deroga, ha sottolineato Epifani, «è stata posta una cifra importante che va a beneficio dei lavoratori e delle piccole imprese». Positivo anche lo slittamento a fine anno della validità dei contratti dei precari della Pubblica Amministrazione, così come la sospensione dell’imu «sulla quale si preannuncia una riforma complessiva come noi avevamo chiesto». Infine, rimprovera Berlusconi, colpevole di intestarsi «meriti non suoi». 
Polemico invece il Movimento 5 Stelle: «Letta aveva detto che non sarebbe stato il decreto dei miracoli, ma non pensavamo certo che si sarebbe trasformato nel decreto degli struzzi». Su questioni di importanza vitale per famiglie, lavoratori e imprese, spiega, il governo fa come i grandi uccelli che non volano: «infila la testa sotto la sabbia e rinvia la soluzione a data da destinarsi». 
Anche il segretario della Cgil Susanna Camusso non è pienamente convinta del rifinanziamento Cig: «Se da un lato c’è il riconoscimento che le risorse necessarie erano molte di più di quelle di cui il Governo parlava in questi giorni, permane la scelta di prenderli dal lavoro, si sottraggono da altre fonti che in questo momento sono essenziali». Sul tema, precisa, «bisogna vedere concretamente le tabelle. Non si possono però cercare risorse nella formazione professionale che è uno degli strumenti per le politiche attive del lavoro. Non si capisce perché una delle poche fonti di decontribuzione che permette di alzare un po’ le retribuzioni venga passata al finanziamento degli ammortizzatori». 
Strano il commento di Berlusconi sul previsto aumento dell'IVA dal primo luglio e su Equitalia: "L’Iva è una tassa che deprime i consumi e non deve aumentare e bisogna tagliare le unghie a quel mostro di Equitalia; bisogna detassare completamente le nuove assunzioni per creare lavoro; dare una scossa all’attività delle imprese superando il sistema delle autorizzazioni preventive". 

Nell'agosto 2011 con lui Presidente del Consiglio e Tremonti Ministro dell'economia furono proprio loro ad aumentare l'aliquota dell'imposta indiretta dal 20 al 21%. Forse allora i consumi andavano depressi. 
Sempre loro due ad aumentare i poteri di Equitalia (notifica esecutiva, con via libera a ipoteche sugli immobili, ganasce fiscali sugli automezzi, pignoramento del conto corrente bancario e blocco dei crediti verso terzi, tutti imputabili al presunto debitore. 
Curioso che oggi le valutazioni siano diametralmente opposte: dare questo Paese in mano a Berlusconi è una sciagurata follia. Peggio che raccomandare le pecore al .... caimano....