Governo: Letta a Bruxelles dopo Parigi. Resta il nodo Imu
Oggi Enrico Letta incontra a Bruxelles il presidente della Commissione europea, Manuel Barroso. Il premier, proveniente da Parigi, e' arrivato ieri pomeriggio a Bruxelles dove ha avuto un cordiale colloquio con il primo ministro belga Elio Di Rupo. Con l'incontro con Barroso si conclude il breve tour europeo di Letta iniziato martedi' a Berlino dove si e' riunito con la cancelliera Angela Merkel. Lunedi' prossimo il presidente del Consiglio sara' a Madrid su invito del premier spagnolo Mariano Rajoy. ''L'Italia per la Francia piu' che un partner e' un Paese amico. L'Europa ha bisogno dell'Italia, come l'Italia ha bisogno dell'Europa. Siamo legati gli uni con gli altri'', dichiara il presidente francese Francois Hollande a Parigi nella conferenza stampa congiunta con Letta, aggiungendo che ''l'Europa ha l'obbligo di fare il massimo per la crescita e per il lavoro, soprattutto per i giovani''. ''La disoccupazione, innanzitutto quella giovanile, e' il vero incubo di questi anni. L'Italia mettera' la stessa determinazione per favorire le politiche di crescita cosi' come ha fatto per la stabilita' di bilancio. E' stato un incontro importante e positivo: devo dire che il tasso di soddisfazione da parte mia e' del 100%'', precisa il premier italiano. Letta e Hollande sottolineano l'importanza di mettere la crescita al centro delle politiche europee. ''Al Consiglio europeo di giugno dovremo dare segnali per sostenere la crescita. Dobbiamo avere delle traiettorie che corrispondano alla realta', senza ridurre i nostri sforzi per le riforme e per il consolidamento di bilancio'', sottolinea il presidente francese confermando piena intesa con le posizioni di Letta. Quest'ultimo smentisce dissensi con la Germania: ''La cancelliera Merkel e' sensibile all'esigenza di crescita in Europa''. Da Parigi, il presidente del Consiglio lancia un messaggio che riguarda la politica interna: ''Supereremo l'Imu e rivedremo la legge Fornero sul mercato del lavoro che in una fase di recessione sconta qualche punto critico. Subito la sospensione della rata di giugno dell'Imu e poi insieme ridiscuteremo le modalita' del superamento di questa tassa. E' necessario rivedere il sistema e mettere a punto le proposte da discutere in Parlamento. Sull'Imu ho sentito polemiche che non hanno corrispondenza con la realta'''. Il Pdl continua intanto a chiedere come punto qualificante del programma dell'esecutivo la restituzione dell' Imu e l'abolizione di questa imposta. Anche Enrico Giovannini, ministro del Lavoro, parla di modifica della riforma Fornero: ''E' stata disegnata in modo molto coerente per una economia in crescita, ma puo' avere problemi per una economia in recessione. Bisogna capire cosa modificare, ma il mercato del lavoro ha bisogno di stabilita' delle regole''. Poi aggiunge: ''Occorre urgentemente affrontare le emergenze occupazionali, di chi il lavoro lo ha perso o non lo trova. Occorre rimettere in movimento interi settori economici fiaccati dalla peggiore crisi economica della storia del nostro Paese''. Conclude Giovannini: ''Il governo appena costituito ha individuato nel lavoro l'aspetto centrale del proprio programma. Nel giorno della Festa del Lavoro, desidero unire la mia voce a quella del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che nel suo messaggio per la ricorrenza odierna, ha sottolineato come il Primo Maggio sia non solo la Festa dei lavoratori ma anche, e piu' che mai, il giorno dell'impegno per il lavoro''. Ieri Cgil, Cisl e Uil hanno manifestato a Perugia in occasione del Primo maggio rilanciando l'unita' sindacale. ''Senza lavoro il Paese muore e questo Paese non puo' morire. Bisogna ricostruire speranza e fiducia, solidarieta' e rispetto mentre e' in corso una crisi profonda'', dice Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil. ''O si risolve il problema di dare lavoro o il Paese affondera'. Deve cambiare la politica economica'', sostiene Luigi Angeletti, segretario della Uil. Ribadisce il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni: ''Il governo deve avere il coraggio di cooperare con i poteri locali e le parti sociali. L'Italia si salva se tutti la salviamo. Basta a litigi e furbizie''.Ultima tappa del tour europeo di Enrico Letta. Un'ora di incontro con il capo dell'esecutivo Ue Josè Manuel Barroso. E' stato un faccia a faccia molto positivo, ha detto al termine Barroso. Che ha sottolineato di essere stato fortemente impressionato dal "forte impegno europeo" del capo del governo italiano. "La stabilità politica sta tornando a regnare in Italia - ha aggiunto - e questa è una precondizione vitale per le riforme e le misure indispensabili per la crescita, che si possono attuare solo con finanze pubbliche sane e in buone condizioni. E accelerando le riforme strutturali". A questo scopo, ha spiegato ancora Barroso, ridurre il debito è una necessità, e "sono molto fiducioso che l'Italia sarà in grado di poter uscire dalla procedura di deficit eccessivo". "Questo dipenderà dalla presentazione in termini concreti dei progetti del nuovo governo che non abbiamo discusso oggi", ha concluso il presidente della commissione Ue. "Abbiamo bisogno di più sforzi per la crescita, con urgenza", ha ribadito Barroso "bisogna anticipare "a giugno un piano di lotta contro la disoccupazione giovanile". Poi si è complimentato. "La capacità di costruire ponti" così come un "alto senso di responsabilità" sono alcune delle qualità che il presidente della Commissione Ue ha voluto riconoscere al premier italiano. Da parte sua Letta ha ricordato "siano forti le speranze di combattere la disoccupazione giovanile che è il vero incubo del nostro Paese e dell'Europa". "Nelle prossime settimane presenteremo le idee per spiegare come intendiamo restare negli impegni" di finanza pubblica europea. "Ho confermato a Barroso l'impegno a mantenere gli impegni assunti dal precedente governo con la Commissione Ue", ha ribadito Letta. "Un rapido avvio dell'Unione bancaria è essenziale", ha detto ancora Letta, che permetterà "alle nostre imprese di ottenere denaro a tassi piu" bassi". Proprio su questo punto ieri il presidente del Consiglio Europeo Van Rompuy aveva detto che l'Unione continuerà "a stare al fianco dell'Italia nel perseguimento del nostro impegno comune per superare la crisi economica e promuovere la crescita e l'occupazione, facendo del pieno uso della flessibilità esistente e mantenendo finanze pubbliche solide un obiettivo chiave". Tutto ciò per convincere l'Europa, ma gli Italiani chi li convince?