Giovedì 6 ottobre 2011, ore 12.21, Montecitorio, Silvio Berlusconi: «Il nome del Pdl non è nel cuore della gente, va cambiato. Il nome che avrebbe maggior successo è Forza Gnocca...». Risate. Ore 13.02, i politici iniziano a dettare le reazioni: battuta «maschilista», «machista», «squallida», «desolante», «imbarazzante». 
A Roma si consuma il solito strascico di polemiche che da anni a questa parte segue a ogni battuta del Presidente del Consiglio. Solo che oggi il Paese non vive un buon giorno: è nel pieno di una crisi economica senza precedenti e segue i funerali di quattro operaie pagate a nero e morte sotto le macerie di un edificio crollato. Quella del premier è una boutade inopportuna in un momento di crisi o una battuta furba per sdrammatizzare la crisi stessa? VanityFair.it ha raccolto le opinioni di parlamentari, editorialisti ed esperti di comunicazione politica. Da chi ci vede la parodia fatta sulla parodia di se stesso a chi pensa che si è avverato il sogno di Cetto La Qualunque, fino a chi si augura le dimissioni, ecco i loro pareri.



GIOVANNI SARTORI, Corriere della Sera
«La battuta non è degna di commento: o è stupida o è scorretta. In ogni caso è di enorme cattivo gusto. Se un politico è in difficolta dia le dimissioni, vada a casa e non dica scemenze. Dal punto di vista elettorale Berlusconi non guadagnerà e non perderà un solo voto. Né in Parlamento né alle urne: a Roma ci sono i suoi parlamentari che hanno poca scelta, o lo appoggiano o vanno a casa. In Italia c'è il suo elettorato fedele, vecchio e "protetto" da tutte le trasmissioni radio-televisive».
FILIPPO CECCARELLI, La Repubblica

«E' un disco rotto. Ha già fatto questa battuta il 29 gennaio 2011, durante la festa di compleanno della deputata Michaela Biancofiore. Anche allora era sotto assedio per le intercettazioni imbarazzanti del caso Ruby che stavano riempiendo i giornali. Il premier fa queste battute nei momenti di maggiore crisi, per rilanciare caricandosi l'onere della goliardia. Oggi però quelle parole suonano ancora peggio, visto il logoramento della situazione economica».



GIORGIO BOCCA
«E' impossibile dare dei pareri civili su un personaggio incivile. Non è solo un pazzo, ma anche un cinico che sfida i suoi intelocutori: "Io posso dire e fare tutto quello che voglio, nessuno ha la forza di mandarmi via". "Voi mi dite che sono un maiale? No, io sono un triplo maiale!". Ora con questa battuta si è avverata la premonizione di Antonio Albanese. 

Quella di Cetto La Qualunque è una malattia infettiva che ci dobbiamo tenere. Gli italiani stanno diventando sempre più permissivi. Per essere cacciato dovrà denudarsi in pubblico e dare segni di pazzia evidente. Ma ora il suo consenso è diminuito moltissimo. Fino a poco tempo fa eravamo il Paese dell'abbondanza: comperavamo i migliori cibi, le macchine più potenti e ce ne fregavamo della politica. Oggi non più. Oggi sotto la sua guida siamo entrati in una crisi dalla quale non sappiamo come uscirne»



MARCO MARTURANO, Consulente di comunicazione politica, fondatore della Game Managers & Partners
«Il premier non entra nel film della crisi e del funerale delle operaie di Barletta. Questa battuta è tutt'altro che una boutade. E' un caso straordinario di originale che imita la parodia dell'originale. Come Pierluigi Bersani imita l'imitazione che di lui fa Maurizio Crozza, così Berlusconi fa l'imitazione che di lui fa Antonio Albanese con Cetto La Qualunque. Il premier dice: "Se devo combattere contrastare l'ironia che fanno di me, tanto vale che lavori sull'autoironia".

In fondo sa che la battuta non cambierà l'immagine che di lui hanno le persone, che siano o no suoi elettori. Al massimo la rafforzerà in entrambi i sensi. I fan, e le fan, vedranno un ulteriore dimostrazione del talento del loro leader nel saper affrontare le vicende che coinvolgono la sua vita privata/pubblica; gli oppositori lo odieranno ulteriormente. 
C'è un altro messaggio, che il premier vuole indirizzare ai suoi elettori. Ricordate la battuta del "Coglione chi vota a sinistra"? Con quella Berlusconi voleva polarizzare lo scontro, invitando chi aveva intenzione di andare a votare alla logica della tifoseria. Ma se allora erano 8 su 10 gli italiani che andavano alle urne, oggi in caso di elezioni politiche sarebbero solo 6 su 10. E non è con queste battute che recuperi gli astensionisti».



GAD LERNERL'infedele
«Quest'ultima sortita peraltro non è sua, ma di Vittorio Feltri, che due anni fa la usò come titolo d'apertura di Libero. Ormai non è neanche originale: fa battute masochistiche, tipiche dei personaggi carismatici caduti dal piedistallo. Il vero guaio sono gli uomini accanto a lui, che ridono con deferenza per un malinteso senso del bisogno. Gli italiani? In pochi se ne accorgeranno, grazie alle censure del Tg1 di regime.

Su quei pochi che la vedranno, la battuta non avrà nessun impatto, solo la conferma che l'uomo non è più lucido e che odia le donne. Le odia perché sa che in un rapporto alla pari verrebbe messo in difficoltà: per questo ha bisogno dei vari intermediari (Lele Mora, Emilio Fede o Gianpaolo Tarantini) che gli procaccino compagnia a pagamaento. Questa volta non rideranno neanche le sue fan, che dall'esplosione dello scandalo di Noemi hanno iniziato a disinfatuarsi».


SOFIA VENTURAPolitologa, docente all'Università di Bologna
«Berlusconi ha sempre voluto sfidare la cultura politici dei suoi nemici. Dal '94 annuncia una rivoluzione liberale che ha fatto sognare molti italiani: una svolta che sovvertisse i luoghi comuni della politica italiana, come il tabù del leader, il culto del Parlamento o della Costituzione.

Purtroppo ha fallito: non ha  sovvertito i luoghi comuni ma il buonsenso comune. Ha legittimato il mestiere delle escort e un certo ruolo delle donne nella politica. Ma se fino a pochi mesi fa le sue battute sembravano delle goliardate, adesso suonano stridenti rispetto al sentimento della nazione. Forse oggi dovrebbe essere "ipocritamente" serioso».

LUIGI CRESPI, Sondaggista politico
«Non è politicamente commentabile, è fuori da ogni parametro. Certo chi vota Berlusconi continuerà a farlo, ma i suoi consensi sono in picchiata. Fino a pochi anni fa era avvertito come un politico serio che ogni tanto si concedeva delle battute. Oggi è un politico che fa battute che ogni tanto si concede un po' di serietà».
PAOLA CONCIA, deputata Pd
«Non è una boutade, ma esprime esattamente il pensiero che Berlusconi ha delle donne. Un pensiero degno di un vecchio porco. Il pericolo è l'assuefazione degli italiani e delle italiane a questa volgarità. Le donne del centrodestra ridono, si fanno trattare così. Contente loro. Ma il giochetto non funziona più in questo momento di crisi».




FRANCO GRILLINIPresidente onorario Arcigay
«A Berlusconi piacciono le sineddoche: confonde la parte (l'organo genitale femminile) per il tutto (la donna). Magari non avrà intenzione di alimentare il maschilismo italico, ma il machismo sì. Ovviamente queste battute non calano dall'alto, ma sono l'espressione dei mali del Paese. Berlusconi sa di rivolgersi alla pancia dei machisti e dei maschilisti. Certo, è un caso unico al mondo di un governo che governa da un bar dello sport».

RENATO MANNHEIMER, Sondaggista
«Berlusconi ha sempre usato questi momenti di leggerezza comunicativa per attirare il consenso della popolazione. Sono anni che parla come se fosse al bar e gli è sempre andata benissimo. Forse in questo momento di grave crisi economica del Paese non era il caso. Il premier è in calo, ma nessun episodio di questo tipo compromette o rinforza da solo la base elettorale».




BARBARA SALTAMARTINI, Responsabile per le Pari Opportunità del Pdl
«Conosciamo e apprezziamo tutti l'ironia e la grande simpatia del Presidente Berlusconi, ma a volte anche la battuta più riuscita può risultare fuori luogo e poco spiritosa come accaduto oggi. In questo momento non dobbiamo prestare il fianco a facili strumentalizzazioni».

Mentre si rinviano i provvedimenti per il rilancio dello sviluppo economico e si consuma alacremente la guerra intestina per la nomina alla successione della Banca d'Italia, noi aspettiamo con ansia la presentazione ufficiale del simbolo del nuovo partito.Lo slogan è già coniato: "cchiù pilu pi tutti"!!!