Spread record

Sale la tensione sui titoli di Stato all'apertura dei mercati internazionali. In mattinata lo spread tra il Btp e l'analogo bund tedesco balza a 392 punti base dai 384 di venerdì mentre l'interesse sul decennale italiano vola al 6,07%.


Apertura negativa per tulle le principali piazze europee. La Borsa di Francoforte ha avviato le contrattazioni in calo dello 0,99%, il Cac 40 di Parigi ha segnato un calo dell'1,37% a 3.302,78 punti mentre il Ftse di Londra ha aperto con un calo dello 0,89%. Sui mercati oggi è prevista tensione dopo la notizia di un rafforzamento delle misure anticontagio da parte di Fmi, Ue e Bce nel caso la crisi dovesse precipitare per Italia e Spagna.


Le banche italiane sono quelle che più di tutti stanno pagando il differenziale tra titoli italiani e tedeschi. Tanto che la chiusura di venerdì di Piazza Affari ha visto letteralmente crollare i titoli dei nostri maggiori istituti: Bpm (-9,57%), Banco Popolare (-6,41%), Mps (-4,81%), Unicredit (-4,36%). Venerdì, sempre sotto il peso del tasso Btp decennale oltre il 6%, gli indicatori italiani erano ritornati sopra la soglia dei 380 punti base. Una pericolosa avvisaglia circa la credibilità del nostro paese.


Nel pomeriggio Wall Street si accoda all'andamento negativo delle Borse europee. A New York i principali indicatori accusano un ribasso superiore al punto percentuale. Anche negli Usa prevale l'incertezza sulla solidità del piano europeo per risolvere la crisi debitoria mentre ci si interroga sui passi in avanti che potranno essere compiuti in occasione del G20 in programma a Cannes il 3-4 novembre. Va male l'azionario; gli investitori si rifugiano su dollaro.


Così torna sopra quota 400 (per l'esattezza 404 punti) il differenziale fra i Btp a dieci anni e gli equivalenti Bund tedeschi. L'interesse sul decennale italiano vola sui massimi storici al 6,11%. Siamo sui livelli raggiunti all'asta di venerdì scorso quando il rendimento era schizzato oltre la soglia dei sei punti percentuali per la prima volta dall'ingresso nell'euro. Forte crescita anche lo spread dei Bonos spagnoli, passato da 332 a 354 punti. Il rendimento del decennale iberico si attesta al 5,58%. Secondo l'agenzia Bloomberg la Banca Centrale Europa sarebbe intervenuta per acquistare titoli di Stato spagnoli. Non trapelano notizie invece su eventuali acquisti di Btp del Tesoro.



«La soglia non solo psicologica dei 400 punti base di spread è stato il parametro oltre il quale sono arrivati i salvataggi di Grecia, Irlanda e Portogallo» aveva spiegato la Royal Bank of Scotland in un report dello scorso giugno sulla situazione italiana.
Se lo spread si alza significa che i mercati chiedono interessi maggiori per tenersi i titoli di Stato di un Paese. Dunque, diceva ancora l’istituto di credito nel report:  «è possibile calcolare, in base all’esperienza dell’utilizzo del Smp (Securities markets programme, acquisto di bond da parte dell’Eurotower) per Grecia, Irlanda e Portogallo, che il differenziale di rendimento fra i bond italiani e tedeschi, al netto delle operazioni della Bce, debba essere innalzato di 80 punti base».
E, a questi livelli, secondo Royal Bank of Scotland, il debito italiano è già insostenibile. Per un'altra banca poi, Hsbc, la differenza coi Bund tedeschi al netto degli acquisti della Bce, dovrebbe essere innalzata di altri 80 punti. Il che significa che saremmo già ben oltre la soglia di emergenza. Nel nel nostro articolo e nella nostra infografica scopri come siamo passati da quota 125 punti base di cinque mesi fa a superare quota 400.
Nei prossimi due anni l’Italia, secondo i dati del Tesoro, vedrà andare a scadenza circa 500 miliardi di euro di debito. Il costo di un incremento di 100 punti di spread, secondo Goldman Sachs, è pari a circa 18 miliardi di euro per il nostro Paese. In altre parole, da giugno a oggi Roma paga 36 miliardi di euro in più di interessi sul rifinanziamento. E questo valore è destinato ad aumentare di pari passo con l’escalation sulla crisi ellenica. Del resto, gli operatori finanziari stanno già prezzando l’eventualità di un avvitamento della situazione italiana. I Cds sull’Italia il 13 aprile erano a quota 135 punti base, secondo i calcoli di Markit. Nello stesso giorno il Portogallo era a 574 punti, l’Irlanda a 536 e la Grecia a 1047. Dopo cinque mesi, Roma ha superato i 500 punti base, toccando un massimo a 530 punti. Questa performance gli sta valendo il settimo posto nella classifica mondiale più a rischio insolvenza e il quarto a livello europeo, dopo Atene, Lisbona e Dublino.