C’e’ una lettera per Silvio Berlusconi rintracciata dagli inquirenti sul computer di Carmelo Pintabona, destinatario di una misura cautelare con Valter Lavitola per la presunta estorsione all’ex premier Silvio Berlusconi. L’avrebbe scritta proprio l’ex direttore del quotidiano ‘L’Avanti’, gia’ in carcere per corruzione internazionale e per indebite percezioni di fondi per l’editoria, e ora e’ agli atti nell’inchiesta condotta dai pm napoletani Piscitelli e Woodcock.

FINI - “Berlusconi e’ un corruttore e se vuole mi puo’ querelare”. Lo ha detto Gianfranco Fini, a ‘Otto e mezzo’, a proposito della lettera di Lavitola scritta a Berlusconi per quel che riguarda la vicenda della casa a Montecarlo nel patrimonio di An. “Ci avevano avvisato, io ho fatto il ministro degli Esteri e ho molti amici anche a livello di intelligence, che quel documento era falso ed era ottenuto attraverso una estorsione -ha spiegato il presidente della Camera-. E’ stata una delle piu’ disgustose campagne mediatiche, e’ il metodo Boffo”. Fini pensa che gli elettori di centrodestra ora ci penseranno “dieci volte prima di votare per il Pdl. Nostro compito e’ preparare un’alternativa. Domenica saremo ad Arezzo con Casini e i mille per l’Italia”

 “Non so se le Sue prese di distanza sono reali, o frutto di un misto di istinto di conservazione, vigliaccheria e cattivi consigli o, come spero, di un giusto e normale gioco delle parti”, si legge nella missiva. Lavitola continua affermando che Silvio Berlusconi sarebbe stato in debito con lui perche’ questi aveva ‘comprato’ il senatore Sergio De Gregorio, che lascio’ l’Idv per aderire al centrodestra. Nella lettera Lavitola sottolinea i suoi presunti interventi per favorire la caduta del governo Prodi. E afferma, in particolare, di “aver tenuto fuori dalla votazione cruciale Pallaro, fatto pervenire a Mastella le notizie dalla procura di Santa Maria Capua Vetere da dove erano arrivate le pressioni per il vergognoso arresto della moglie”. Sostiene anche di “aver lavorato Dini” assieme “a Ferruccio Saro e al povero Comincioli. Cio’ – scrive – dopo essere stato io a convincerLa a tentare di comprare i Senatori necessari a far cadere Prodi”.

Nella lettera scritta a Berlusconi e trovata sul computer dell’imprenditore Pintabona, Valter Lavitola elenca una serie di benefici che l’ex premier gli avrebbe concesso. Un rimborso spese di500mila euro, per i documenti relativi alla ‘Casa di Montecarlo’ per il suo viaggio a Santa Lucia, in Centramerica, per procurare atti che avrebbero dovuto dimostrare che proprietario effettivo dell’appartamento era il cognato di Fini. Ecco cosa scrive Lavitola: ’400/500mila euro di rimborso spese per la ‘Casa di Montecarlo’, dove io ce ne ho messi almeno altri 100mila. Martinelli ha contribuito con 150.000 euro oltre che con il volo privato da Panama a Roma, quando Le portai i documenti originali di Santa Lucia. Certo non potevo rischiare a Roma che me li trovassero, li portarono fuori i piloti. Ovviamente gli ho restituito le somme compensandole con altre partite. Tutte somme non concordate con Lei e che quindi non voglio essere restituito. Mentre per Tarantini le devo io 255.500 euro, che le restituiro’. Nella lettera ci sono ancora presunte promesse non matenute dall’ex premier. Lavitola elenca una serie di presunti impegni presi dal Cavaliere. “Lei mi ha ha promesso: piu’ volte di entrare al Governo, persino mi chiamo’ dopo la nomina della Brambilla e con onesta’ mi disse che era dispiaciuto di non riuscire solo con me a mantenere la parola; di mandarmi al Parlamento Europeo, alle precedenti presi da solo 54.000 preferenze; di entrare nel Cda della Rai; che il primo incarico importante che si fosse presentato sarebbe stato per me”.

Nella lettera Lavitola scrive che, tra le “aberranti accuse a me mosse” c’e’ anche quella di “averle insistentemente raccomandato il maresciallo La Monica. Era la fonte che ha quantomeno ha contribuito a salvare Bertolaso, ci ha coperti nell’indagine sull’acquisto dei Senatori, ha dato una mano sul serio nelle indagini su Sacca’ e Cosentino, ed ha eliminato alcune foto che la vedevano ritratto assieme a Bassolino e ad alcuni mandanti della Camorra per la vicenda dei rifiuti (sono certo che lei non sapesse chi fossero). Eravamo in grande debito e lui si era reso conto che Bisignani e Papa lo sfruttavano e lo prendevano in giro promettendogli di andare ai Servizi per guadagnare 200 euro in piu’ al mese. Io lo mantengo da un anno in Senegal”.


Forse il Presidente della Camera ha scoperto una verità che in tanti denunciavamo da anni. Dalla caduta del governo Prodi comprata a suon di euro elargiti a senatori non dotati di moralità alcuna alle "carte false" di Santa Lucia per arrivare ai processi per corruzione terminati con prescrizioni ed assoluzioni non certo cristalline. Fare politica dovrebbe significare  perseguire e difendere il bene comune: nella fattispecie sembrerebbe che Fini abbia alzato quel dito quando le evidenze erano palesi a molti...Ci si chiede come abbia potuto essere alleato del Cavaliere per più di 10 anni e non vedere ciò che era chiaro a tutti....Difendere il bene di tutti non soltanto i propri fini personalistici questa l'essenza di una politica che in Italia forse non abbiamo mai avuto.