La Cina avrebbe intenzione di acquistare circa il 4% del debito pubblico italiano, che ammonta a 1.900 miliardi di euro.  Questo è quanto viene scritto sulla nota testata economica “Financial Times” citando fonti ufficiali italiane.
 L'attenzione di Pechino per il nostro debito pubblico corrisponde ad una manovra già collaudata soprattutto negli Stati Uniti ed in Paesi deficitari come la Grecia. Probabilmente la soluzione meno dolorosa, almeno oggi, è l'acquisto di titoli di Stato da parte di una delle economie emergenti come quella della Repubblica Popolare. Si tratta però di una vittoria tutta pechinese.

L'interesse degli orientali per i titoli di Stato italiani è stato confermato da una recente visita a Roma di Lou Jiwei, attuale presidente della China Investment Corp, uno dei più grandi colossi di investimento mondiali.  Nel suo “giro d'Italia” Lou si sarebbe incontrato con Tremonti e con alcuni rappresentanti della Cassa Depositi e Prestiti.

Si tratta di una vittoria importante per i cinesi, soprattutto perché, tramite Atene e Roma, sono riusciti ad entrare all'interno delle strutture economico-finanziarie della UE. Certamente queste missioni in Europa fanno presupporre che Pechino ha voglia di iniziare una colonizzazione economica del Vecchio Continente.

Gli economisti sanno perfettamente che la strategia dell'acquisto di Titoli di Stato non possono continuare all'infinito anche perché tutto ciò avrebbe un effetto negativo con i stessi conti pubblici e con la necessità di uscire fuori dalla crisi per andare verso una ripresa dell'economia.
Da verificare, comunque,  quanto queste voci siano vere oppure soltanto illazioni poste in essere per dare un pò di respiro ai mercati pericolosamente in affanno con gli spread sui bund tedeschi ai livelli record di fine luglio.

Infatti in questi giorni l’Italia a causa della drammatica congiuntura economica dovuta al mostruoso debito pubblico accumulato, è continuamente sulle prime pagine di giornali e blog internazionali, anche quando le notizie sono poco attendibili o almeno non confermate. L’ultima notizia citata sarebbe il presunto intervento di salvataggio che la Cina starebbe preparando per soccorrere i titoli di stato tricolori.



Ma i mercati non vedono l’ora di ricevere una buona notizia e si appigliano a tutto? oppure i giornali - anche gli “autorevoli” quotidiani finanziari internazionali non sono così attendibili come immaginiamo e anzi si lasciano abbindolare, come minimo, e senza accorgersene vengono manipolati come strumenti di “distrazione di massa”?

Della Cina in vesti di “cavaliere bianco” per il debito pubblico italiano ha scritto ieri il Financial Times, citando anonime “fonti italiane”, secondo cui il governo di Roma ha intrattenuto e sta intensificando contatti con i vertici di Pechino per ottenere un sostegno ai Btp, magari in cambio di quote strategiche in aziende di stato, come Eni ed Enel.
Qualsiasi sia la verità abbiamo, come Italiani, il dovere di guardarci allo specchio e porci qualche domanda. Come abbiamo potuto permettere al satrapo, misogino, egoico, tronfio, mistificatore dittatore di distruggere il nostro paese, la nostra economia, la nostra cultura, i nostri ideali?
Siamo stati bombardati  per 20 anni dalle menzogne che il suo regime mediatico ci ha sputato in viso ed urlato negli orecchi. Ed ancora gli crediamo.... Lui tranquillamente oggi si presenta nei tg, dopo "un tranquillo agosto di paura", una manovra "quasi" partorita dopo sei o sette concepimenti e ci dice che dobbiamo ringraziarlo, perché "lui" ha salvato l'Italia. Lui che organizza in tutta fretta la trasferta odierna a Bruxelles per incontrare il presidente del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy e il capo della Commissione, José Manuel Barroso, nella sede del Parlamento europeo riunito in seduta plenaria a Strasburgo per sfuggire all'interrogatorio dei pm di Napoli sull' "affaire" Tarantini; creando ulteriori polemiche ed imbarazzo al nostro già malfamato paese. Jerzy Buzek, il presidente del Parlamento, afferma: "Se ci sarà, è possibile che sia un incontro di cortesia di un paio di minuti". Lui che come al solito, pur di salvare se stesso, getta fango sulle istituzioni repubblicane, screditandoci agli occhi del mondo. Sono talmente tanti gli episodi, le cadute di stile, le parole inopportune e l'inadeguatezza della attività politico-programmatica che forse le abbiamo dimenticate. Forse per questo siamo diventati tragicamente e piacevolmente insensibili facendoci scivolare addosso ogni impudenza, ogni inciviltà, ogni gaffe. 

Forse tutto ciò poteva ritenersi tollerabile fino a quando la scortesia consisteva in una contumelia inopportuna o un gesto improprio. Ma adesso, dopo le leggi ad personam, le cricche, il malaffare, i clientelismi, i favoritismi, le lobbies, gli arricchimenti personali ed i deliri di onnipotenza, siamo sull'orlo del default. Un tragico fallimento contenuto dalla BCE e dalla lungimiranza  della "culona" Merkel (Berlusconi citaz.ndr) che ha permesso l'acquisto dei btp italiani in una fase per noi delicatissima.
E adesso arriveranno i cinesi a "comprarci". Chissà se il presidente del Consiglio sia a conoscenza del fatto che "cinesi" e i tanto odiati e vituperati "comunisti" coincidono nel medesimo popolo. E se il comunismo era il peggior male che le democrazie occidentali avevano il dovere di affrontare e sconfiggere, ci spieghi perché oggi si permette loro, senza colpo ferire, di comprare pezzi del tessuto industriale italiano. 
Berlusconi ha capito bene, forse prima di molti altri, che quasi tutto ha un prezzo e può essere comprato. Persino i voti in Parlamento. Scilipoti docet. Forse questa è la prima ragione del suo successo. L'unica cosa che quest'uomo non ha compreso, in tutta una vita è che la dignità di un popolo, del "suo" popolo non ha prezzo e non può assolutamente essere svenduta.
E' ora che il popolo italiano gli presenti il conto.