Manovra numero 18 (diciotto) servita!!! E così la crisi la paghiamo, come al solito, tutti noi con buste della spesa più leggere, con contrazione dei consumi (ulteriore), con rallentamento del pil (inevitabile). Il contributo dei più abbienti sarà appena di 150 milioni di euro mentre il peso graverà globalmente su pensionati e consumatori, come è sempre stato in questo paese. Ha ragione (per una volta) Berlusconi: concordo con lui che questo, effettivamente è un paese di merda e ci si vive davvero male se si guadagna non 500mila, tanto meno 300mila e nemmeno 90mila o 50mila. Se si guadagna a mala pena tra i 10mila ed i 20 mila (come quasi tutti noi!) è davvero un paese di merda! Qui non serve scioperare, "i signori del dolore" vanno destituiti, abbiamo il dovere di radere al suolo questa classe dirigente incapace ed autoreferenziale e riscrivere il nostro paese ispirandoci ai veri valori della solidarietà, della equità e della giustizia sociale!
Intanto Berlusconi riesce nel non invidiabile record di guidare quello che verrà ricordato come il PEGGIOR GOVERNO DI TUTTI I TEMPI: inadeguato, incerto, insicuro ed iniquo. Davvero complimenti!
Vediamo nel dettaglio la scellerata 18ma manovra varata da questo governo di incapaci ed irresponsabili:
Un aumento dell'Iva dal 20 al 21%, contributo di solidarietà del 3% per redditi superiori ai 300 mila euro (e non 500 mila come comunicato in un primo momento) fino al pareggio di bilancio, adeguamento delle pensioni delle donne nel settore privato a partire dal 2014. Queste le aggiunte al testo sulla manovra che il governo ha deciso di "blindare" con il voto di fiducia. «Tra due ore trasmettiamo il maxi-emendamento, poi domani si voterà la fiducia», ha spiegato il Guardasigilli Francesco Nitto Palma, lasciando Palazzo Chigi dopo il Consiglio dei ministri. «Bisogna fare in fretta», ha detto Silvio Berlusconi durante la riunione dell'esecutivo. Un concetto ribadito da un comunicato diffuso dopo il Cdm in cui si parla della fiducia come di uno «strumento regolamentare necessitato per conseguire una celere conversione del decreto-legge, come impone la gravità del contesto internazionale di crisi finanziaria». Anche le modifiche al testo, esito di un vertice di maggioranza tenutosi in mattinata, sono state rese note attraverso un comunicato di Palazzo Chigi. Tra le altre cose, è stato specificato che giovedì prossimo il Consiglio dei ministri approverà l'introduzione in Costituzione della «regola d'oro» sul pareggio di bilancio e dell'abolizione delle Province col conseguente passaggio di competenze alle Regioni. Il voto finale sulla manovra al Senato è fissato per mercoledì.

AUMENTO IVA - Ad appena una settimana dal vertice di Arcore di lunedì scorso, la manovra cambia ancora e arriva alla sua quarta versione. Ma le ultime modifiche, frutto di un compromesso nella maggioranza, non soddisfano né le opposizioni né i sindacati .Valutazioni positive, invece, dalla Confindustria.. L'aumento dell'aliquota ordinaria dell'Iva dal 20 al 21% non è temporaneo: secondo quanto si apprende da fonti di governo, non è stata fissata una scadenza (si era parlato di 3 mesi) per quanto riguarda la durata. Invece, per le altre aliquote Iva (rispettivamente al 10 e al 4%), secondo quanto riferiscono fonti di governo, resta in piedi l'ipotesi di innalzarle entrambe di un punto percentuale. In questo modo, passerebbero rispettivamente all'11% e al 5%. Il gettito previsto, sempre secondo indiscrezioni, sarebbe stato quantificato in 6 miliardi. Quanto al super prelievo è stato il ministro Ignazio la Russa, al temine del Cdm, a comunicare che il governo «ha deciso di ridurre da 500 a 300 mila euro il reddito oltre il quale si pagherà il contributo di solidarietà». La proposta di abbassare il tetto, rispetto ai 500 mila di cui parlava la prima nota di Palazzo Chigi, è stata avanzata dal premier Silvio Berlusconi. I contribuenti oltre i 300 mila euro risultano in tutto 34.000, 22.500 dei quali nella fascia di reddito tra 300 e 500 mila euro e 11.500 sopra i 500 mila euro.
L'INTERVENTO DEL COLLE - Le modifiche alla manovra arrivano dopo l'invito del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a varare «misure più efficaci» e alla luce della difficile situazione venutasi a creare sui mercati finanziari che sta generando una pressione continua sui titoli di Stato. E l'adeguamento delle pensioni delle donne nel settore privato a partire dal 2014 è stato deciso nonostante l'iniziale «no» leghista a modifiche sulla previdenza. Sullo sfondo resta il board di giovedì della Bce, dove la Banca centrale europea potrebbe imporre delle precondizioni all'Italia o stabilire un limite temporale al proprio sostegno ai corsi dei titoli di Stato italiani, che avviene attraverso una massiccia operazione di acquisto. Insomma, si tratta anche di una corsa contro il tempo, per evitare che la tempesta sui mercati finanziari e la disponibilità di partner europei e istituzioni continentali impongano condizioni non trattabili.
L'ATTACCO DELLA SPAGNA - A peggiorare ulteriormente la situazione arriva dall'estero la reprimenda del governo spagnolo. L'Italia e la Grecia non stanno rispettando gli obiettivi di risanamento dei conti, creando così sfiducia nei mercati. L'accusa arriva dall'esecutivo di Madrid attraverso il portavoce Josè Blanco. «Stiamo attraversando una turbolenza economica che è evidente ogni giorno», ha dichiarato Blanco intervistato da «Telecinco», proseguendo: «Siamo molto preoccupati perchè alcuni Paesi sono in una brutta situazione e non stanno rispettando i loro obiettivi: la Grecia e l'Italia, che si è rimangiata in pochi giorni il suo piano di aggiustamento». «Ciò - secondo il portavoce - influisce sulla decisione dei mercati che devono acquistare il nostro debito e ci dirige verso una fase caratterizzata da una certa instabilità».