"Resta dove sei!"dice al telefono il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a Valter Lavitola, che lo chiama da Sofia allarmato: secondo l'Espresso, il premier in sostanza avverte il faccendiere di non tornare in Italia perché rischia di grosso guai giudiziari. È il 24 agosto ed è ormai nota da alcune ore l'inchiesta del settimanale Panorama – di proprietà di Berlusconi – che ha svelato le carte della procura di Napoli sul presunto ricatto contro il presidente del Consiglio organizzato, secondo i pm, da Lavitola e dall'imprenditore Giampaolo Tarantini. Panorama svela carte ultrariservate: la richiesta di rinvio a giudizio dei pubblici ministeri al giudice per le indagini preliminari che deve valutare e poi disporre, con ordinanza, le misure cautelari. Il Cavaliere conosce questa inchiesta come minimo da quando Panorama l'ha pubblicata. Lavitola, secondo quanto rivela l'Espresso, appare terrorizzato, oltre che imbarazzato con Berlusconi perché i pubblici ministeri sono stati in grado di captare le loro telefonate nonostante lui abbia fatto ricorso a utenze panamensi. «Te lo avevo detto che ci avrebbero intercettati» osserva il premier. E il faccendiere gli chiede consiglio: «Che devo fare? Torno e chiarisco tutto?». «Resta dove sei» è la risposta.


Solo l'ultimo degli imbarazzanti episodi direttamente riconducibili al nostro Premier, sempre meno Presidente del Consiglio, ossia alta carica istituzionale della repubblica italiana ed autorevole leadership politica, sempre più comico di "bassa lega" da balera del sabato sera. E per di più, non fa nemmeno ridere. Anzi, al contrario.
Mi interrogo non tanto, o almeno non soltanto, sul resoconto quotidiano delle scelleratezze deliberative (politiche ed economiche), delle idiozie comportamentali, delle scempiaggini che la casta divenuta cricca, possa ancora inventarsi per affondare definitivamente il "Titanic Italia". Invece mi chiedo come abbia fatto il popolo italiano ad assuefarsi allo scempio, assistendo attonito alla disintegrazione delle istituzioni repubblicane da parte di una cricca di ingordi "malavitosi" eccitati dal delirio di onnipotenza e dallo strip della provocante ballerina aspirante famosa, di turno.
Ora all'Italia del "che male c'è, così fan tutti", tutti colpevoli nessun colpevole", oggi voglio rispondere che è colpa vostra! Perché noi tutti, come popolo italiano, abbiamo il diritto, se non il dovere, di pretendere che i nostri rappresentanti istituzionali, coloro i quali legiferando, scelgono per noi, condizionando pesantemente le nostre vite, siano ed abbiano un alto profilo morale, istituzionale, professionale. Sappiano cioè esattamente le opportune scelte da compiere, gli interventi da deliberare, le decisioni da prendere specialmente nelle contingenze economiche attuali, dove ogni punto di spread ci costa in termini di interessi passivi sul nostro enorme debito pubblico.
Dalla cricca post terremoto, passando per la "quasi riuscita" operazione Protezione Civile Spa, che avrebbe trasformato il "bel paese" in una bolgia di grandi eventi da organizzare in deroga alla legge sulla assegnazione degli appalti ed arricchito i soliti noti da Bisignani in giù.
Dalla P3 e la costruzione attraverso mega corruzione del parco eolico più grande d'Europa in Sardegna, si torna a Roma e Marco Milanese, pressioni sulla Corte Costituzionale, fabbricazioni di  dossier su un candidato nemico, governo di miliardi di appalti pubblici,  barche, macchine e ville per sè, e se il mutuo è scoperto arriva presto un imprenditore in debito di gratitudine ad estinguerlo.
E poi ci sono le "olgettine" avide di denaro, paillettes e luci della ribalta. Tanta bramosia da non risparmiarsi né nel vorticoso e lascivo turbinio delle natiche, pur di esser la prescelta nelle orgiastiche notti del lussurioso tiranno, tanto meno nel commentare perfidamente al telefono lasciandosi andare a confidenze volgari, vili e molto meno compiacenti nei confronti del satrapo imperatore padrone.
E si potrebbe continuare con Tarantini che fa pagare a peso d'oro il proprio silenzio sulle notti di Palazzo Grazioli. Certo il premier aiutava soltanto una famiglia in difficoltà ed il dissesto era evidente visto che abitavano un modesto appartamento ai Parioli da soli 6mila euro al mese.


E per finire da dove eravamo partiti, quel Ma-Lavitola, attivissimo nel procurare documenti sul caso appartamento di Montecarlo-Gianfranco Fini nei giorni della rottura politica tra i due fondatori del Pdl, ed ora a pieno titolo nell'occhio del ciclone, indagato per corruzione ai danni del premier e latitante in Bulgaria, su diretto consiglio del "generosissimo Cesare", che paga, soprattutto per comprare i silenzi.
Il quadro è delirante e desolante. A quelli che mi dicevano, "ma lasciatelo stare", "ma beato lui", "ma lo fanno tutti", oggi rispondo che prima della responsabilità penale, c'è una responsabilità morale dello scempio.  Una responsabilità di cui tutti indistintamente dobbiamo farci carico, chiedendoci se davvero abbiamo svolto il nostro compito o se nell'indifferenza abbiamo permesso il proliferare di tanta Ma-Lavitola.