Dieci emendamenti che potrebbero cambiare volto alla manovra. Per un provvedimento che, anche dopo l'incontro tra Bossi e Berlusconi, continua ad apparire un cantiere aperto con 4 miliardi di euro ancora da trovare, le possibilità di ulteriori modifiche passano al vaglio del Parlamento. Abbiamo selezionato le proposte più fattibili, presentate entro la scadenza (ore 20 del 29 agosto) per coprire il buco e puntare alla tanto sbandierata equità nei sacrifici.
  1. Tagli ai parlamentari
    I tagli ai costi della politica sono stati sbandierati a più riprese nelle ultime due settimane, ma l'intesa nella maggioranza sulle modifiche al testo originario hanno rimesso tutto in discussione. Non ci sarà più la soppressione dei piccoli comuni (che dovranno, invece, esercitare insieme alcune funzioni), mentre le province spariranno del tutto, ma solo per via costituzionale. Il che allunga i tempi per il via libera e mette in forse l'effettiva soppressione (i colpi di scena sono all'ordine del giorno quando i politici sono chiamati a rinunciare ai loro privilegi). Lo stesso percorso seguirà il progetto di dimezzare i parlamentari.
    Nuove risorse potrebbero essere trovate se passassero almeno alcuni degli 80 emendamenti presentati dall'Idv. Tra le altre cose vengono previsti l'abolizione dei vitalizi e un taglio del 20% alle indennità dei parlamentari (soglia da portare al 50% per onorevoli e senatori che svolgono anche attività professionale), oltre che lo stop ai doppi incarichi. Si potrebbero ricavare dai 150 ai 250 milioni di euro, ma l'impatto maggiore sarebbe in termini di immagine, con i governanti che mostrerebbero di partecipare ai sacrifici chiesti ai cittadini.
  2. Tagli ai partiti
    Il finanziamento pubblico ai partiti è un tema dibattuto dall'epoca di Tangentopoli e non è bastata la chiara volontà degli italiani, espressa tramite referendum, a porre fine a questo approccio. Sempre l'Idv propone la soppressione dei rimborsi elettorali. Le stime su questo fronte non sono omogenee, ma di certo la somma non sarebbe inferiore agli 80 milioni annui, considerando tutte le tornate elettorali.
  3. Dismissioni pubbliche
    Un altro capitolo che finora è stato solo sfiorato dai tagli concerne le dismissioni di alcuni beni statali, con l'obiettivo di ridurre il debito pubblico (e quindi la necessità di emettere titoli di Stato). Diversi emendamenti presentati da esponenti della maggioranza e dell'opposizione prevede la cessione di immobili dello Stato, delle Regioni e degli enti locali. Le funzioni continuerebbero a essere esercitate negli stessi locali (laddove necessario), ma in locazione. Gli immobili pubblici valgono intorno ai 500 miliardi di euro: basterebbe alienarne una piccola parte per ricavare una somma ingente. Il Governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, auspica la cessione di Rai e Poste, enti spesso accusati di scarsa produttività, che frutterebbero tra i 12 e i 14 miliardi. Lo ascolterà qualcuno dagli scranni del Parlamento?
  4. Meno spese militari
    Alle stesse finalità mira l'emendamento presentato dal PD che chiede di tagliare le spese militari, rinunciando ai programmi di sviluppo e acquisto dei superbombardieri F-35 e degli Eurofighter Typhoon. L'impatto sarebbe di circa 3 miliardi di euro in cinque anni.
  5. Lotta all'evasione, ma sul serio
    La riscrittura della manovra ha portato all'introduzione di un nuovo strumento per combattere l'evasione: si tratta di una stretta alle società di comodo, quelle create per ridurre l'imposizione fiscale. Se il patrimonio detenuto risulterà di gran lunga superiore al reddito dichiarato, scatterà l'accertamento. È stata, inoltre, confermato l'abbassamento a 2.500 euro della soglia oltre la quale è necessario tracciare gli acquisti. L'Idv chiede una stretta maggiore su quest'ultimo fronte, abbassando la soglia a 500 euro.
  6. Ici, basta esenzioni alla Chiesa
    La Chiesa è proprietaria di circa un quinto degli immobili italiani, con una tendenza a crescere grazie alle donazioni dei fedeli, ma è esentata dal pagamento dell'Ici. Se solo si estendesse il pagamento dell'imposta ai beni non deputati a finalità di culto e che fanno reddito (come ospedali e ostelli), si potrebbero ricavare all'incirca 3 miliardi di euro. I radicali si spingono oltre e chiedono l'abolizione di tutti i privilegi ecclesiastici, compresi i finanziamenti comunali alle singole diocesi.
  7. Meno dipendenti pubblici
    Per ovvie ragioni, gli emendamenti della maggioranza sono ridotti al minimo. Nelle ultime due settimane, tuttavia, sta crescendo il partito degli scontenti anche tra i parlamentari Pdl, che contestano l'impatto recessivo di alcune misure previste dal decreto licenziato dal Consiglio dei Ministri. I cosiddetti "frondisti", capitanati dal sottosegretario all'Economia Giulio Crosetto, propongono tra le altre cose la riduzione dei dipendenti pubblici fino al 25%. Dovrebbero essere i singoli ministeri a disporre le nuove piante organiche, secondo criteri di popolosità dei territori. Una misura da attuare in più anni, con risparmi per diversi miliardi di euro.
  8. Introduzione Imposta Patrimoniale
    Come ai tempi del leggendario Robin Hood, tassare i più ricchi per aiutare i meno abbienti. L'introduzione di una tassa patrimoniale significherebbe una più equa redistribuzione delle redditualità e la volontà di indirizzamento politico verso un modello di società ispirato da criteri di giustizia sociale. Non è un tabù, tanto meno una inverecondia. In Francia 
    la tassa patrimoniale  è progressiva (da 790 mila euro a 1,3 milioni si paga lo 0,55%, lo 0,75% fino a 2,5 milioni, l'1,5% fino a 16 milioni e l’1,8% oltre i 16 milioni). 
  9. Asta per le frequenze Tv
    Alcuni parlamentari del Pd hanno presentato un emendamento per riformare i criteri di assegnazione delle nuove aste per la Tv digitale. La proposta prevede di passare dal beauty contest (vedi post, che porterebbe a scegliere tra i vari offerenti quelli con i requisiti migliori (in sostanza sarebbe una gara a due tra i soliti noti, Rai e Mediaset), a un'asta competitivi. I proponenti stimano incassi aggiuntivi per circa 3 miliardi di euro.
  10. Tassare i capitali scudati
    Giallo sulla paternità del contributo sui capitali rientrati con l'ultimo scudo fiscale. Il Pd ha avanzato la proposta di una tassazione al 20% per i 95 miliardi sanati nel 2007-08, ma l'Idv ha ricordato di aver proposto un'analoga misura già sul finire del 2010. A prescindere dalla querelle, la misura avrebbe un importo elevato — si parla di 4 o 5 miliardi di euro — ma si scontra con due possibili problemi: la possibile dichiarazione di anticostituzionalità e il carattere una tantum dell'incasso per lo Stato